mercoledì 29 giugno 2011

La difesa della privacy

Ho letto questo e ho riflettuto velocemente.
Nel network femminista che frequento leggo torna spesso fuori il tema della privacy e i consigli di abbandonare i client di posta popolare (google, yahoo, etc) in favore di quelli nemmeno sotto tortura rivelerebbe i tuoi dati agli stati (noblogs tipo).
Forse per l'account di posta sono abbastanza d'accordo, ma non lo farò perché uso quella posta da 6 anni, ci sono un po' affezionata e poi mi piace. Inoltre mi avverte quando qualcuno accede al mio account da un ip completamente sconosciuto e mi pare cosa buona e giusta.
Però il tizio qua va un po' sopra i generi.
Tanto per cominciare la metà dei criminali non sarebbe in cella senza i dispositivi di rintracciamento che lui evita così accuratamente, tipo i cellulari.
Secondo credo che lui viva in un mondo fatto di caramelle e unicorni perché è vero, la tessera del tifoso è un'imposizione estrema e sì, non ne so un gran ché, ma se certi personaggi gentili e docili avessero evitato di andarci esclusivamente per menare la curva avversaria forse si sarebbe evitata. Non che sta famosa tessera stia riuscendo a fare chissà che poi mi pare (quando mai un pezzo di carta ha evitato incidenti del genere, ma la scusa fornita era ottima, ammettetelo).

Le università non leveranno mai le password ai network per un solo motivo: non diventare un internet point per chiunque e la legge antiterrorismo. Inoltre trovo molto ipocrita che lui usi connessioni altrui: entra, si fa i cavoli suoi se ha commesso un reato paga un altro. Comodo. L'avesse fatto a me un lavoro del genere come quello del suo vicino di casa si sarebbe ritrovato un pugno in un occhio e una denuncia immediata. non è una questione di possesso: vuoi un po' di rete? Me la chiedi, ci mettiamo d'accordo, tu non fai stronzate e ce la dividiamo. Se non mi va te ne vai, è un mio diritto visto che la pago io. A che serve un'azione come quella se non a inimicarti la gente?

Il mio punto è che non serve a niente eliminare dalla nostra vita le cose che ci piacciono per la paura del fantomatico Grande Fratello, combattere invece per fare in modo che le istituzioni statali si defascistizzino del tutto invece sì. Non è che poi chiunque voglia possa accedere alle tue informazioni personali, servono mandati e autorizzazioni dai tribunali e mica basta presentarsi con una bottiglia di quello buono.

In definitiva se avete intenzione di fare una guerrilla di qualche tipo, ok, questi descritti (molto frettolosamente e superficialmente) sono alcuni dei metodi da seguire. Se volete semplicemente vivere la vostra vita l'unica cosa che dovete fare è avere una password decente per i vostri account che non sia il nome del vostro gatto, non diffondere informazioni molto personali a gente che non conoscete, non aggiungere mezzo mondo su FB e lasciare che i loro amici vi vedano, e potrete vivere sereni senza la paura che qualcuno vi fotta l'identità. Se poi commettete un crimine e latitate, abbandonate tutto e scappate a Cuba.

Per il resto non imparanoiamoci più di tanto: gli organi statali a momenti sanno a malapena la differenza tra un Mac e un Pc, secondo me il cittadino medio può stare abbastanza tranquillo.
Delle grandi aziende e dei loro uffici marketing invece di paura ne dobbiamo avere molta, ma questo è un altro discorso (sebbene abbastanza complementare).

martedì 28 giugno 2011

Democrazia?

Ieri diverse decine di poliziotti in tenuta antisommossa sono andati in gita in Val Susa.
Siccome era parecchio che non lo facevano, han deciso di portarsi dietro tutto l'armamentario così, giusto per fargli prendere un po' d'aria. Quindi al via lacrimogeni, manganelli e quant'altro. Accidentalmente una buona parte della popolazione locale si è trovata sulla loro strada.
Ohibò, potevano spostarsi, no?

Io ho una domanda: com'è possibile che uno stato che ignori deliberatamente i desideri di una parte della popolazione che, guarda un po', vivono tutte nella stessa zona e decida di ignorarli completamente mandando le forze dell'ordine a manganellarli, abbia ancora il coraggio di autodefinirsi Repubblica Democratica?
Se lo ricordano ancora di essere loro al servizio dei cittadini e il non il contrario, vero?

Io in questi giorni di democrazia ne sto vedendo poca. Pochissima. Anzi, non so più dove abita.
Invece di fascismo e dittatura ne sto vedendo molti. Troppi. Così tanti che comincio a sentirmi come una nata nei primi anni del '900.

Ieri la democrazia è morta di nuovo.
E dire che era solo un paio di settimane che era riuscita a risorgere.

domenica 26 giugno 2011

Le schifezze all'italiana

Ci sono un sacco di schifezze in giro e ognuna ha le sue connotazioni a seconda di dove sia stata prodotta.
Io sono in grado di sopportare un sacco di schifezze, ma quelle all'italiana no.
Potrei guardarmi tutti i film americani da botteghino più stupidi, ma non proverei mai il disgusto, la pena e l'ilarità che ho provato per Hypnosis.



Davvero, uno studente al primo anno di sceneggiatura o cinema avrebbe fatto meglio.
Che poi non volevamo nemmeno vederlo, volevamo vedere Pirati dei Caraibi 4 (e vabbeh dai, dopo aver visto i primi tre tocca e poi fa ridere) ma non c'era e il cassiere ci ha convinte a vedere Hypnosis perché gli han detto che è figo. Vabbeh.
Se guardate la locandina vedrete che riporta solo il titolo. Niente nome del regista, niente nomi degli interpreti, niente che ti potesse far capire  credetemi, se ci fossero stati avremmo dato un'occhiata a lei, al commesso e gli avremmo detto "I guardiani del tempo grazie".
Io ho un paio di domande da fare ai creatori di sta roba: ma come avete fatto?! Spiegatemelo davvero. Come avete fatto a finire a un multisala con un prodotto del genere? Nemmeno a un festival scrauso vi avrebbero preso!
E tutti quei tempi morti? Che senso aveva farci vedere loro che si puliscono le scarpe prima di entrare in casa o la penna che non gli funziona quando scrive un numero di telefono? Dite la verità, non sapevate molto come riempirla quell'ora e mezza, vero? Ma un dialoghista decente potevate anche trovarlo, no? E poi se avevate tempo da riempire, potevate sprecare dieci minuti a darci un finale spiegato decente, che l'avete tirato via come se aveste tentato a tutti i costi di rimandarlo. Sì lo so che la tipa che dice davanti al quadro "pure io potevo farlo" è un cliché di proporzioni bibliche, ma credo che anche un liceale avrebbe potuto scrivervi qualcosa di decente.
E poi cos'è, eravate di corsa che non siete nemmeno stati in grado di studiarvene una di inquadratura decente?
Evito di parlare dei ripetuti e continui cliché e di elementi amabilmente rubati ad altri (credo che Harvey Dent si stia rivoltando nella tomba) perché sarebbe come sparare sulla Croce Rossa.
Che poi non ve la cavavate nemmeno male a metterci un po' di inquietudine da horror, ma poi rovinavate tutto come facevate aprire la bocca (o anche solo muovere) ai personaggi (che signora mia, in quanto a recitazione lasciavano un po' a desiderare).
Insomma, tra quelli che se ne sono andati e noi che ridevamo per le idiozie che apparivano sullo schermo, il film è stato una "cagata pazzesca". Cambiate mestiere. O iscrivetevi a scuola, che di strada ne avete ancora da fare... (e poi mi sorprendo ancora che la morte di Peter Falk mi faccia piangere).

I grandi

Ieri ho comprato il dvd dell'ultimo concerto di De Andrè e ho appena finito di ascoltarlo tutto. Non mi vergogno ad ammettere che ogni tanto mi sono venute le lacrime agli occhi.
Sono tempi questi in cui ci si sente un po' persi, dove tutto ciò che è passato ci sembra troppo grande per essere replicato o sostituito, tempi in cui aleggia quel sentore di vuoto interiore e superficialità. Io non so veramente se quelli fossero veramente grandi tempi, ma ci hanno dato De Andrè. Sicuramente piccoli non erano.
L'altro ieri poi se ne è andato anche Peter Falk e nonostante io non collezioni cofanetti del Tenente Colombo e non abbia visto nemmeno la stragrande maggioranza dei suoi film, la notizia mi sta tutt'ora intristendo.
Un mondo senza Peter Falk è un mondo molto più triste.
La lista dei grandi che se ne vanno è sempre più lunga ed è maledettamente inevitabile, ma se provo a guardarmi intorno per vedere se qualcuno è stato in grado di prendere il loro posto, non vedo niente ed è questo che mi spaventa e mi fa piangere durante le canzoni di De Andrè.
Non lo so, forse tra vent'anni ci renderemo conto che alcuni 20-30enni di adesso in realtà erano dei geni, ma secondo me uno come De Andrè ci viene concesso solo ogni secolo e chissà quand'è che apparirà quello nuovo.

mercoledì 15 giugno 2011

E diciamolo

Diciamolo una volta per tutte: quella "perla" online che tutti brandiscono come baluardo della libertà di stampa che è Il Fatto Quotidiano, è un covo di maschilisti, bigotti e stronzi.
No, non citatemi la quantità di donne che ci scrivono, i pezzi a difesa della donna, etc, no. Un giornale che permette a un essere del genere di scrivere sulle sue pagine è a tutti gli effetti di ideologia misogina.
Se si è un giornale per la parità sessuale e contro la violenza sulle donne, non si tiene nella propria redazione persone che ogni parola è una dichiarazione di discriminazione maschilista. E' quasi matematico.
No, non citatemi tutti gli articoli che dovrebbero dimostrare la rettitudine e la buona volontà del giornale e spezzare in loro favore una lancia. La mentalità misogina è la mentalità fascista. La dittatura, il soppruso, la soppressione dei diritti degli individui è sempre andata di pari in passo e la soppressione dei diritti delle donne, il loro ridurle a oche civettanti buone solo a scopare, cucinare o fare figli è una violazione dei diritti dell'individuo. In questo caso della metà degli individui che abitano il globo.
Mica è poco.
Ma perché credete che all'estero si facciano tante bagarre quando l'esponente di un partito o di un'azienda viene invischiato in uno scandalo (di qualsiasi genere)? L'immagine di una persona che porta il nome della sua azienda/partito/giornale è equivalente a quella della sua azienda/partito/giornale. Si è così, da che mondo è mondo, solo in Italia si tende a dire: "Eh ma gli altri stanno a posto". No non stanno a posto. Se fossero persone a posto non avrebbero avuto determinate frequentazioni e non avrebbero accettato nella loro cerchia qualcuno meno onorevole di loro.

Diamo a Cesare quel che è di Cesare e chiamiamo le cose con il loro nome.
Massimo Fini ad esempio non è né più né meno che una merda umana buona solo come concime dopo che sarà venuta la sua ora. E se A = B cosa potrai mai essere il Fatto?


EDIT:
Apprendo ora da "Quest'uomo no" che Massimo Fini la sua filippica contro le donne brutte e cattive che avrebbero complottato contro DSK, l'ha scritta davvero, solo che sul Fatto è a pagamento quindi non l'avevo trovata sulla sua lista di articoli disponibili a chiunque online. L'articolo è comunque disponibile per la rete, sempre se abbiate seriamente voglia di leggerlo (in ogni caso voglio proprio vedermelo a entrare in un albergo e chiedere "Scusi eh, ma io cameriere donna in camera non ce le voglio che sono brutte, stronze e bottane. Voi avete solo camerieri maschi vero?". Prevedo tante notti in campeggio per il buon Massimo Fini).

martedì 14 giugno 2011

Non è mica finita

Dietro i festeggiamenti, l'inneggiare a un cambiamento rivoluzionario italiano, le notizie di Bossi accolto a stercate, gli inni e le canzoni cantate sotto la pioggia, i manifesti, la ben meritata euforia della rete e del passaparola, c'è ancora un sacco di lavoro da fare. Perché se è vero che abbiamo vinto (oh che bello dirlo finalmente) è anche vero che abbiamo vinto solo al 57%.
Il restante 43 ci ha mandato a fanculo.
Lo sapete quanti sono il 43%? Sono tantissimi e non sono solo vecchi, stanchi paggi del regime, sono anche giovani, finti anarchici svogliati, gente che non ha mai creduto nel diritto civile, figuriamoci nel dovere civile. Persone a cui non interessa chi vince o chi perde a meno che non indossi la maglietta di una squadra di calcio e non gli levino i loro agi. Loro ieri, alla nostra euforia e alla pena degli altri, erano indifferenti.
Questa indifferenza è pericolosissima.
Perché hanno o avranno dei figli a cui passano o passeranno la loro indifferenza. Perché svalorizzano l'impegno civico attuale e futuro e poco importa se in quel momento avrebbero parteggiato per il no. Se quella piccola percentuale di no non fosse andata a votare, difficilmente il sì ce l'avrebbe fatta a salire sul podio e io sono infinitamente grata anche a loro. Perché se avesse vinto il no, almeno sarebbe stata un'espressione del volere popolare non della classe politica. Se non avessimo raggiunto il quorum avremmo rischiato di perdere definitivamente il sacrostanto diritto a esprimere la nostra opinione al governo.
Sapere che la metà degli italiani non è per niente interessata a partecipare al dibattito politico e civile è devastante, ma si può cambiare. Erano anni che non si aveva alle urne un'affluenza del genere, abbiamo dimostrato che le cose, se ci si impegna a sufficienza, possono cambiare.
L'acqua è rimasta pubblica.
Il nucleare è stato di nuovo respinto.
La legge è ancora uguale per tutti.
Forse al prossimo referendum riusciremo a portarci quasi tutti, se non ci sediamo sugli allori, se continuiamo a crederci ogni giorno, se facciamo definitivamente il funerale all'informazione classica.

Oggi è un'altra bellissima giornata. Continuiamo a crederci :)

lunedì 13 giugno 2011

Ce l'hanno proprio messa tutta

Hanno fatto cambiare orario dei treni alle ferrovie il 10 giugno per impedire alle persone di prenotare prima con lo sconto i biglietti dei treni.
Hanno dichiarato spesso e con convinzione ai detrattori del no di non andare a votare invece che spingere al dialogo costruttivo.
Hanno impedito alla RAI di fare servizi in merito.
Hanno mandato in onda pochi e confusi spot.

E invece...

Sono nati comitati apposta per diffondere l'esistenza del referendum.
I suddetti comitati hanno volantinato, manifestato eventato.
Gruppi di persone hanno stampato e diffuso manifesti abusivi.
Il tam tam della rete si è attivato.
Chi non ha potuto tornare a casa si è fatto nominare rappresentato di lista e ha votato dove si trovava.

Ce l'hanno messa tutta, e hanno perso. Loro. Noi come nazione e cittadini abbiamo vinto su tutta la linea.

E' vero, ancora non si sa cosa ha vinto, ma oggi è davvero un buon giorno per essere italiani.

venerdì 10 giugno 2011

I soliti trucchetti maschilisti idioti

Vorrei solo far notare al signor Buttafuoco che quando si attaccano le donne sul piano estetico invece che su quello ideologico e dei fatti, significa che si è proprio alla frutta. Spalle al muro. Senza parole. Sconfitto. Etc.
Che poi vorrei vedere se lui riuscirebbe a mantenere quel bell'aspetto di uomo curato dopo 14 ore passate a rifare letti e camere su e giù per un albergo, trascinandosi dietro un carrello pieno di detersivi chimici con cui stare a contatto tutti i giorni dell'anno, tornare a casa e occuparsi anche della normale gestione familiare (figli, casa e mariti si spera meno idioti di lui).
Ma non si preoccupi, lui per molte di noi è già diventato intoccabile.
Spero che non viva vicino a troppe femministe però, perché il rischio di fare da bersaglio a sputi e insulti è appena diventato molto alto.

giovedì 9 giugno 2011

Risate a denti stretti

Che Berlusconi tuoni e fulmini, parlando di "nostro senso di giustizia" leso e voglia ricorrere all'Aja per fare ricorso contro la sentenza del Supremo Tribunale Federale del Brasile, mi fa morire dal ridere.
Quello che mi fa stringere i denti, è che in questo momento staranno ridendo un sacco anche i brasiliani.
Come si fa a prendere sul serio un tizio che chiede giustizia quando non fa altro che blaterale di dittatura dei giudici di sinistra, di persecuzione immotivata nei suoi confronti da parte degli esponenti della giustizia e minacci di epurare tutte le toghe rosse?
No davvero, ce lo spieghi, come pensava di apparire all'estero?
Retto? Giusto? Onesto? Serio?
Ci rideranno dietro pure all'Aja. Spero che almeno ci vada qualcuno in grado di rimanere serio per più di cinque minuti senza sentire l'impellente bisogno di raccontare barzellette sconce.

martedì 7 giugno 2011

La guerra tra due mondi in una suite d’albergo

C'è questo articolo apparso sull'Internazionale favoloso.
è di Rebecca Solnit, pubblicato sul numero 899 in inglese e tradotto da Bruna Tortorella.
E' un pezzo giornalistico di rara intensità, di quelli che in Italia non si sa più come farli. Bello, semplice, ed emozionante.
Gli effetti collaterali sono riflessione, indignazione e commozione profonda.
E non dite che non vi ho avvertito.

venerdì 3 giugno 2011

Gabbie aperte

Molti maschietti chiedono sempre insistentemente: ma perché voi donne andate sempre in bagno in coppia?
A parte che non è un'assioma inviolabile, è che però a volte capitano cose brutte, come questa.
Pare però che la regola non valga se mentre sei in bagno con altre tre tue amiche, entra un gruppo molto più folto di ragazze decise a punirvi per il vostro modo di vestire.
Non vi suona un tantino fascista una cosa del genere?
Le ragazze stanno tutte più o meno bene, un paio hanno dovuto farsi medicare al pronto soccorso. La denuncia è scattata appena tutti i genitori di alcune delle minorenni aggredite hanno potuto presentarsi assieme ai carabinieri. Qualche ragazza è già stata identificata, pescata al centro commerciale (l'8 Gallery al Lingotto tanto per intenderci, mica il centro del Bronx) mentre se ne andava in giro spensierata, come se invece di aver preso parte a un pestaggio in uno di quei bagni avesse solo partecipato a un vivace scambio di opinioni. Una di loro è maggiorenne.
La domanda da porsi sempre in questi casi è: perché c'è gente che sente il bisogno impellente di scaricare le proprie frustrazioni personali sugli altri?
Si può partire dalla costante repressione sessuale bigotto/cattolica, arrivando all'estrema sessualizzazione spinta visibile ogni giorno dalla pubblicità per la cartaigienica alla semplice vendita di un telefonino (che sicuramente rende schizofrenico più di uno di noi), ma sarebbe un'analisi superficiale e non ho molta voglia di fare analisi della fenomenologia del bulletto. In ogni caso facendosi due conti si capisce che il bulletto è il più confuso e atterrito di tutti, ma sebbene femminista, tollerante e contro la pena di morte non mi metterò ad urlare tirando in ballo la scuola, il governo, la famiglia e a chiedere supporto psicologico per le povere piccole no. Invocherò il diritto alla sculacciata. Una bella serie, forte, in pubblica piazza, pure con la paletta come si faceva una volta nei collegi cattolici.
E quando le bullette saranno state ben "giustiziate", lasciarle andare col sedere dolorante e l'orgoglio a pezzi.
Nel caso di recidivia comunque non stonerebbe una bella tumulazione a vita in qualche bunker sotterraneo dove lasciarle a massacrarsi a vicenda con altri bulletti della loro risma.
Quello sì che sarebbe un GF che seguirei.
Appassionatamente.

giovedì 2 giugno 2011

I fascistelli frustrati

Volevo scrivere un post sulla storia ormai trita e ritrita dei fasci che celebrano la repubblica di Salò e pretendono che lo stato li onori ufficialmente, ma è talmente trita e ritrita e la sento da così tanto tempo che pure io non ne posso più.
Per dirla con parole povere, non me ne frega una sega.
Non dopo le ultime amministrative. Non dopo la sentenza della cassazione. Non dopo che ogni giorno sento di nuove iniziative per ricordare alle persone il referendum tanto che ci si può davvero sperare nel raggiungimento del quorum.
I fasci, per quel che mi riguarda, possono continuare a cuocere nel loro brodo di frustrazione continuando a onorare un passato che non hanno vissuto, non capiscono e non sono assolutamente in grado di replicare.
Alegar e grazie.