sabato 16 luglio 2011

Testamento biologico

Sapete cosa penso di questa legge per impedire al malato di decidere della propria fine?
Che hanno paura.
Io me li immagino, discutere di fine vita con un pensiero fisso in testa: cazzo, e se mi staccano la spina mentre dormo?
I signori in questione, ho idea, non devono essersi mai circondati di persone amorevoli e se se le sono trovate intorno devono aver fatto in fretta a causare più rancore possibile. Quindi hanno sicuramente paura che, un giorno, quando saranno a letto quasi moribondi e pressoché incapaci di esprimersi, gli eredi decideranno di staccare tutto per godersi la sospirata eredità.
Almeno io la penso così.

E non credo assolutamente che abbiano paura di dover vivere fino all'ultimo istante di agonia. Perché con tutti i soldi che hanno, insabbiare un presunto caso di eutanasia sarà fin troppo facile.

Trova qualcuno e sii felice

Quante volte l'avete sentita questa frase?
Quante volte vi è stata detta? Da amici, parenti, conoscenti... persino ex ragazzi.
Però questa cosa è orribilmente sbagliata.

L'idea che la nostra felicità possa dipendere da qualcuno è terribile e risale in un epoca in cui vivere da soli, oltre a essere considerato sconveniente, era anche sinonimo di suicidio. Fisico, vero e proprio. Non è che i ruoli di genere ce li siamo inventati dall'oggi al domani, erano necessari all'equilibrio sociale, primo, alla continuazione della specie, secondo alla sopravvivenza, poi (ma soprattutto per le donne che solitamente erano degli oggetti che passavano dal padre al marito senza soluzione di continuità).
E' chiaro che se ti dividi i compiti, io guardo casa, figli e orto e tu vai per campi e bestie, si vive meglio. Era una semplice distribuzione di risorse (e di assoggettazione ovvio. guai a lasciare a una donna la possibilità di autodeterminarsi, poi che fine avrebbero fatto i buoni  valori cristiani e la povera virilità maschile?). Ora però, nel XXI, dove i bisogni primari li reperisci senza grande fatica fisica e la tecnologia ha reso il divario uomo/donna pressoché nullo, non servono più. E non serve più nemmeno una vita di relazione stabile e duratura per essere felici. Anzi, semmai è l'esatto contrario.

Una volta la donna poteva scegliere un solo mestiere: la moglie.
L'uomo non poteva scegliere, avrebbe fatto quello che faceva suo padre (o il prete o il soldato).

E' chiaro che in queste epoche la realizzazione personale non esisteva nemmeno come concetto, esisteva solo la mera sopravvivenza, la continuazione della stirpe e del mestiere.
Di nuovo, in un mondo pieno di università, scuole specialistiche, borse di studio, pendolarismo, etc, non è più così, è il contrario. E' proprio perché c'è una vasta scelta che possiamo finalmente scegliere quello che più ci si confà. Nei limiti del realismo ovviamente.

Oggi il nostro scopo è solo essere felici. Ma se continuiamo ad affidare la nostra felicità a un concetto così arcano come "l'amore vero", il "per sempre felici e contenti", etc, siamo già destinati in partenza alla infelicità perpetua.
Magari l'amore l'avete trovato, una persona che vi guarda e vi ama nonostante i vostri difetti, i vostri scleri e le vostre manie e avete pure un sacco di interessi comuni, quindi vi sentite molto felici.
Ma se fate un lavoro di merda, che vi svilisce e ogni volta che suona la sveglia imprecate perché un'ora dopo vedrete persone che odiate, che vi daranno cose da fare che detestate e ogni giorno passato nella vostra vita quotidiana vi angoscia e vi rode sempre di più, quell'amore non vi salverà, anzi lo ucciderete.

L'amore ha bisogno di spazio, ha bisogno che chi lo porta sia già felice di suo, perché l'amore è un sentimento un simile a una sbornia. Perdete ogni riferimento spazio temporale, perdete le inibizioni e se non siete già in un contesto che vi dà sicurezza una volta finita la fase "luna di miele", di ogni minima depressione o malumore ne farete una crisi (e a nessuno piace un ciuco triste). Non ci vorrà molto che la vostra infelicità vi porterà a mettere in discussione tutto, a partire dalla vostra relazione.

Dovete avere un punto fisso, una missione, un obiettivo intorno a cui far ruotare il vostro amore e non il contrario. La vostra vita deve essere il faro a cui far approdare la nave della relazione di coppia, non il contrario. Altrimenti vi perderete nella tempesta e nel momento in cui il faro si spegnerà tanti auguri a ritrovare la rotta.

Questo papiro lo sto scrivendo per esperienza, il mio faro è stato messo in disuso definitivamente 4 mesi fa. Ora sono ancora dispersa nella tempesta, mentre cerco di ritrovare rotte perdute che ricordo a malapena. E nei giorni in cui la sua mancanza si fa molto profonda, la gelosia prova a far capolino e la solitudine pesa troppo, ho un mantra fisso in testa: devo riaccendere quel maledetto faro e devo farlo da sola.
E' l'unica cosa che mi tiene lucida e spero che mantenga lucido anche qualcuno di voi.

sabato 9 luglio 2011

La librospesa

Oggi sono uscita a fare la spesa, ecco quello con cui sono tornata:

La vera storia del pirata Long John Silver, di Bjorn Larsson.
Che sto già leggendo il suo Bisogno di libertà ma i pirati sono un mio cruccio fin da bambina, mica potevo esimermi da comprare una cosa del genere.

L'isola del tesoro, di Robert Louis Stevenson.
Che altrimenti del libro di Larsson non ci avrei capito na' mazza (Beh? Solo perché è un classico non significa che mi sentivo obbligata a leggerlo da bambina. avevo cose più interessanti, tipo Sherlock Holmes).

Gli ingrattabili, di Cornelius Kane
No così, i gialli mi piacciono e questo ha per protagonisti cani e gatti antropomorfi. Sapete com'è, disneyani una volta disneyani per sempre.

La mano sinistra di Dio, di Paul Hoffman.
Che non si vive solo di pirati e gialli. Andiamo anche di un bel romanzo storico che non fa mai male

Harvey Dent: Anno uno.
Batman è una mia ossessione dell'ultima ora. Non sono sicura che mi piaccia la serie regolare, ma adoro comprarmi i cartonati. E questo è quanto.

Gli occhi e il buio, di Gigi Simenoni.
Ringrazio sentitamente l'irresponsabile che ha venduto i suoi fumetti, che per completare la serie dei Romanzi a Fumetti della Bonelli avrei dovuto ordinarmelo da internet e invece l'ho trovato nella mia fedele fumetteria di fiducia. Bello eh. Ma bello bello.

Insomma, quello che in realtà volevo dirvi è che nelle librerie ci sono i saldi, nelle fumetterie no.
La cultura svenduta è una cosa meravigliosa.
Non vi fa rabbia che alcuni libri costino addirittura venti euro? Ma per cosa? Ma perché? Per la copertina? Non credo proprio, quello di Larsson non è cartonato, ha solo un formato strano, però costa 18.50. Io leggerei volentieri anche sulla carta velina se servisse a far abbassare i prezzi, ma tanto loro riuscirebbero a farci pagare altro.

Dicevo la cultura svenduta è meravigliosa. La cultura dovrebbe essere accessibile a tutti, pure ai poveracci come me che devono limitare la loro sete di lettura a una volta al mese quando arriva lo stipendio.
Poi si sorprendono se alle fiere del libro si assiste alla "scandalosa" abitudine di prendere "in prestito" i libri dagli scaffali.
Ora poi arrivano le ferie, quale occasione migliore per portarsi via un po' di cultura in saldo?
Filate in libreria tutti, ora!

Nessuna notizia dall'Islanda?

Guardate un po' su cosa sono capitata:
http://www.vocidallastrada.com/2011/07/nessuna-notizia-dallislanda.html

Un post veramente interessante che andrebbe diffuso tantissimo, a gran voce addirittura. Il popolo islandese ha tutta la mia stima e rispetto.
In effetti io, di quella nazione che aveva dichiarato di infischiarsene allegramente di quel debito contratto a loro nome ma senza chiedergli l'autorizzazione, mi ricordo bene. E ricordo di aver sorriso.
Che avrebbero fatto le banche creditrici? Avrebbero mandato dei bulli grandi e grossi a riscuotere come si faceva una volta? Avrebbero pignorato i vulcani e i geyser?
Anche qui in Italia ci stanno appioppando diversi debiti che in futuro dovremo pagare, come quello del ponte sullo stretto tanto per dirne uno.
Sicuri sicuri che vogliamo fare noi le spese di una cattiva gestione delle finanze da parte di chi invece avrebbe dovuto fare il buon economo di casa?
Quegli economi poi che, tra l'altro, non mancano mai una votazione per alzarsi lo stipendio.
Comodo così.

Ehi, facciamo una cosa, la prossima volta che dovrete deliberare sui vostri milionari stipendi, fate un referendum e chiedete a NOI quanto dovreste essere pagati.
Secondo me vi converrebbe andare a vendere pomodori al mercato.

La rivoluzione d'Egitto

Qualcuno sta seguendo twitter? O meglio, i twitter egiziani?
No perché da ieri ci sono migliaia di persone in in piazza Tahrir, attendati. Sono arrivati fin dalla notte per piantare le tende ed essere pronti a continuare la rivoluzione.
Ma perché continuarla? Mubarack si è dimesso, verrà processato. Cos'altro vogliono.
Giustizia forse?
Giustizia da parte di un governo militare che si sta comportando come se la rivoluzione non ci fosse stata, come se tutte le persone uccise durante le rivolte non stiano ancora pesando nella memoria della gente, come se li avessero presi tutti per stupidi.
Ma gli egiziani non sono stupidi. Sono attenti e vigili, vedono tutte le porcate che il "nuovo" governo sta portando avanti e non sono per niente contenti. Quindi da ieri mattina sono accampati in piazza, davanti all'ospedale dov'è ricoverato Mubarack, a Suez, ovunque per chiedere che l'Egitto, la maledetta svolta democratica, la prenda definitivamente.
Gli egiziani hanno dovuto tastare con mano l'amara verità: quando metti un paese in mano ai militari può solo andare male. E' un dato storico di fatto qui in occidente (e pure in oriente... e in Africa, Sud America, etc...), ora lo è ulteriormente in Egitto.
Gli egiziani però sono intelligenti, vedono, capiscono e agiscono.
E parlano.
Parlano tanto.
Seguite i loro Twitter, questi sono alcuni di quelli che seguo io:
http://twitter.com/#!/SherineT
http://twitter.com/#!/msheshtawy
http://twitter.com/#!/tarekshalaby
http://twitter.com/#!/RashaAbdulla
http://twitter.com/#!/Egyptocracy
http://twitter.com/#!/LeilZahra
http://twitter.com/#!/Dima_Khatib

Invece potete googlare o leggere qui e qui per avere un'idea complessiva della cosa.

martedì 5 luglio 2011

E' l'alba già?

Finita la notte della rete, tagliata a metà dei ringraziamenti, proprio come se gli avessero appena tagliato il cavo della fibra ottica.
Emblematico?

Certo definire "notte" un evento che è iniziato alle 17.30 (e io ho lavorato fino alle 19.15...) ed è finito alle 21.30 forse è stato un po' esagerato, ma a noi ci piace pensare in grande.

Di solito dopo una manifestazione di genere una volta si usava dire "e ora siamo nelle mani di Dio".
Anche no.
Dio è l'organismo che per primo la rete l'avrebbe censurata. Pensate ai comandamenti: "Non avrai altro Dio all'infuori di me" è già una forma di censura.
Ma oggi come allora è sempre la solita storia: siamo nelle nostre di mani.
Dio non centra niente e non è mai centrato. Noi e solo noi abbiamo sempre e solo centrato.
Come ha scritto Metilparaben, se domani questa cosa passa (e stavolta non riesco a essere ottimista come il referendum, questa cosa ha più che buone probabilità di passare) non ci resterà che una strada: la disobbedienza.

D'altronde non sarebbe nemmeno la prima volta.
Oscurarono AnimeDB. E tornò più attivo di prima.
Oscurarono i Torrent. Il giorno dopo c'erano già le istruzioni per accedervi.
Oscurarono Pirate Bay. E Mediavideo conobbe una nuova primavera.
Tolsero la rete internet in Egitto. E i Twitter arrivavano lo stesso.

(Ok, forse l'ultimo esempio è un po' esagerato rispetto agli altri, ma rende bene l'idea).

La rete non si ferma per una delibera, ricordatevelo.
In ogni caso, per tutti i detentori di siti web la soluzione c'è già: backup frequenti e il giorno dopo l'oscuramento si apre da un'altra parte.
Ok, forse per alcuni siti non sarebbe proprio il giorno dopo, ma un contenitore infinito non si ferma quando gli chiudi una finestra, perché pronta dall'altra parte ce ne è già un'altra.

E' arrivata la nostra di epoca della disobbedienza. In quanti siamo pronti?

Non così anonimi

E così sembra che siano stati identificati gli Anonymous.
5 sarebbero minorenni.
Nessuna sorpresa, in realtà mi sorprende che il range di età arrivi fino ai 28 anni.

Naturalmente verranno trattati come terroristi, nonostante l'unica cosa che abbiano fatto è stato oscurare qualche sito per un po'. Nessun danno reale, nessuna perdita o modifica di dati. Nessuna appropriazione di dati.
Però sono criminali.

Mi chiedo come ci si senta a sapere che dei ragazzini abbiano messo in scacco e spaventato per diverso tempo le grandi istituzioni di potere.
Io mi sento benissimo. Mi fa ben sperare per il futuro.

I love Web

Ho appena scritto una mail a tutti questi signori qua.
Non ho usato esclusivamente la formuletta prefabbricata, non potevo, non stavolta, non la volta in cui sapevo esattamente cosa dire.
Non ho scritto di diritti e rispetto della Costituzione, non ho scritto della libertà della fruizione dei contenuti, ho scritto una lettera d'amore per il Web 2.0.

Io l'ho scoperto 6 anni fa, più o meno come tutti voi.
Il giorno che è stato aperto Youtube.
Il giorno in cui sono nati Wordpress e Joomla.
Il giorno in cui abbiamo scoperto i blog.
Il giorno in cui Twitter e Facebook hanno cambiato le nostre vite per sempre.

6 anni.
Non vi sembrano incredibilmente pochi?
Non li sentite così lontani?

Io oggi riesco veramente a far fatica a passare il tempo come lo facevo una volta. Non riesco a passare un'intera serata davanti alla televisione passiva (non ce l'ho nemmeno). Non riesco a non pensare a quanto sia bello, fantastico e favoloso, che chiunque, qualsiasi persona, possa mandare online le sue emozioni, i suoi pensieri, la sua creatività.

Il mio primo contributo di creatività è stata una fan fiction. All'epoca io frequentavo questo sito qua e quando avevo 17 anni aveva appena aperto la sezione fan-fiction.
Il mio secondo contributo di idee è stato un blog personale, ed era una lagna pazzesca, ma mi piaceva tenerlo e qualcuno lo leggeva pure.
Poi ci sono state altre fan-fiction, più o meno abbandonate a se stesse, quando gli allora (pochi) siti esistenti creati grazie al Web 1.5 (ma con tanta fatica e con competenze un po' specialistiche) si facevano largo.
Poi il mondo è impazzito e noi tutti con lui e i contributi si sprecano.
Oggi la rete è piena di qualsiasi cosa, seria e non, e allo stesso tempo è vuota perché la rete è un magnifico contenitore infinito e deve rimanere tale.

Non la leggeranno, i loro server di posta saranno intasatissimi, ma in ogni caso dovevo farlo, così come dovevo (per forza) ospitare la diretta dal Fatto (e vabeh, cosa non si fa per amore).
Chissà che succederà domani. Speriamo che anche loro amino la rete almeno la metà di quel che l'amiamo noi.

La notte della rete: diretta streaming

lunedì 4 luglio 2011

Il bavaglio alla rete

Sono stata un po' assente in questi giorni, mea culpa, ma in ogni caso non è che qualcuno ne abbia sentito la mancanza.
Ci sono blog molto visualizzati che ne han parlato fiorentemente, blog meno visualizzati anche. Certo uno che non viene visto da nessun altro che dalla sottoscritta non avrebbe fatto la differenza (si prima o poi mi metterò a spammarlo in giro, è che ho ancora un po' d'ansia da prestazione).
In ogni caso non farò male scrivere pure qui, ma direi che invece di usare parole mie userò quelle dell'esimio Metilparaben, che c'ha sempre le parole giuste per tutto.


In estrema sintesi sta succedendo questo: il 6 luglio l'AgCom voterà una delibera con cui si arrogherà il potere di oscurare siti internet stranieri e di rimuovere contenuti da quelli italiani, in modo arbitrario e senza il vaglio del giudice.
Siccome, con ogni evidenza, si tratta di una misura degna dei peggiori regimi, sarebbe il caso di rimboccarsi le maniche per evitare che venga approvata.
Cosa puoi fare:


se sei un blogger scrivi un post, usando il logo che vedi qua sopra e riportando tutti i link, e diffondilo più che puoi tra quelli che conosci;
- vai alla pagina di Agorà Digitale in cui sono raccolti tutti i link, le iniziative e le proposte dei cittadini;
- firma e diffondi la petizione sul sito di Avaaz;
- partecipa e invita tutti i tuoi amici a "La notte della rete": 4 ore no-stop in cui si alterneranno cittadini e associazioni in difesa del web, politici, giornalisti, cantanti, esperti.


Mi sa che è ora di darsi da fare: altrimenti tra poco rischiamo di essere cancellati.
A me la prospettiva non piace per niente.
E a voi?

Ah no, manco a me. Va bene che il mio blog è come se fosse invisibile, ma mica mi andrebbe di essere cancellata per un nonnulla.
Il prossimo post di riflessione. Prima si cena, poi si riflette, se no si fanno riflessioni strane.

venerdì 1 luglio 2011

Di Cota, regole e code di paglia

Dovrebbe essere facile no?
Non potevi accedere alle elezioni perché non avevi sufficienti firme, quindi te ne vai e si rifà tutto da capo.
E invece no.
Siccome alla fine è stato votato c'ha ragione lui, quindi non se ne va.
La cosa triste è che un sacco gli daranno ragione: chi se ne frega se non poteva accedere alle elezioni, io l'ho votato sta sù.
Questo disprezzo per le regole è veramente tipicamente italiano.
Sembra che le regole vengano viste come una cosa brutta, una punizione. Come quando la mamma ti diceva di non mangiare troppa cioccolata e tu pensavi che lo facesse perché ti odiava invece che per preservare la salute del tuo fegato e dei tuoi denti.
Ma lanciamo l'ennesima riflessione nel vuoto: se i Piemontesi ti avessero veramente voluto così tanto, non avresti avuto bisogno di far falsificare firme. Se poi continuano a volerti, non ci dovrebbe essere nessun problema a recuperarne altre per tornare alle urne. O no?

(Comunque io fossi nei Giovine viste le uscite di Cota vuoterei il sacco e lo farei affondare con me.)