mercoledì 17 ottobre 2012

A fare gli eroi dopo sono tutti capaci

Facile agire ora. Ora che è morta, ora che il suo suicidio ha reso evidente una cosa: a nessuno di loro in realtà di lei non glie ne fregava un cazzo.

I sensi di colpa abbondano immagino e tutti fanno a gara per chi riesce a dimostrarlo di più. I giornali ne parlano come la povera vittima perseguitata, quando gli stessi danno della puttana - insinuando neanche troppo velatamente un "se l'è cercata" o dichiarando che "il poveretto era fuori di sé" - nel momento in cui l'ennesimo fidanzato, amante, marito o ex fa fuori una donna che l'aveva rifiutato o sospettava che.
Loro cosa sono, le figlie della strega?
Anche loro hanno chiesto aiuto, più di una volta, ad autorità competenti, amici e parenti, ma non ho visto Anonymous scatenarsi per nessuna di loro, così come non lo vedo ergersi a paladino di tutte le vittime di cyberbullismo (e sono tante, oh se sono tante) che vanno dalle persone singole ad associazioni.
E non ho visto giornali e telegiornali stracciarsi le vesti per la loro dipartita. No. A momenti difendevano l'aggressore.
Amanda Todd è morta perché a nessuno glie ne importava niente di lei. Non alle persone che hanno visto il suo video su youtube, non alle persone con cui andava a scuola, non alle autorità e sono sicura che appena passerà il momento tutti i "giornalisti" che hanno seguito la vicenda si dimenticheranno le belle parole spese per lei, e torneranno ai soliti cliché sopracitati alla prossima fatta fuori dall'ex (amante, fidanzato, marito o attuali. Nel caso vi foste sfuggito, solo qui in Italia capita in media ogni 2-3 giorni).

Amanda è stata vittima del menefreghismo e dell'idiozia dei genitori, che quando hanno permesso l'accesso a internet alla figlioletta non hanno pensato di spiegarle una o due cosette.

Sapete cosa mi ha detto mio padre il primo giorno che mi ha permesso l'accesso a internet? "Non dare mai a nessuno il tuo nome, il tuo indirizzo, una tua foto niente. Digli quello che vuoi ma non permettergli di rintracciarti."
E io l'ho fatto?
Cazzo, sì.
E avevo 16 anni, non 13. Prima non me l'avevano permesso, troppo piccola. Ma c'è questa idea che se una cosa è alla portata di tutti ed è conosciuta, com'è ora perché all'epoca era veramente appannaggio di pochi e considerata alla pari del voodoo (10 anni fa, non 20), allora può essere solo buona.
Sbagliato.

E comunque sì, non glie ne fregava niente a nessuno di Amanda. Mi dispiace piccola, ma le manifestazioni di dolore che arrivano ora sono sole code di paglia. Il detto "gli amici si vedono nel momento del bisogno" è sempre vero e attuale e tu purtroppo, ho paura che alla fine tu l'avessi capito molto bene.

Volete fare qualcosa per Amanda? Impedite che succeda di nuovo e tenetevi le vostre inutili manifestazioni testosteroniche di forza per voi.
Fate informazione, insegnate come proteggersi e difendersi, possibilmente non quella che porta a un vile e becero linciaggio medievale. O non sarete meglio delle persone che dite di combattere.

martedì 21 agosto 2012

Su Assange e del perché non è mai stato un vero eroe

Quando venne spiccato il mandato di arresto internazionale contro Assange, praticamente nessuno osò mettere in dubbio che fosse un complotto. Se ne scrissero d'ogni, ricordo persino un articolo (che sicuramente non ritroverò mai più) dove si insinuava che le due donne che lo accusavano fossero in realtà al soldo degli USA e/o simpatizzanti e/o con acredini nei confronti di Assange perché imparentate con americani o soldati americani (non ricordo, prendetela un po' come viene).
All'epoca era difficile capire da che parte andare a sbattere la testa, lui era il fondatore di Wikileaks, l'organizzazione che non molto tempo prima aveva diffuso un video in cui militari statunitensi massacrano senza troppe remore dei civili iracheni (ridendoci) e dando la colpa a loro se dei bambini erano stati coinvolti. Ci stava no, che fosse un complotto?
Sì però i mesi passano, la matassa si dipana e finalmente si comincia a leggere qualche articolo più chiarificatore che fa capire come in realtà le due cose non sarebbero proprio così correlate. Sì, gli USA potrebbero avere intenzione di chiedere l'estradizione di Assange dopo il processo in Svezia, ma ehi, da quando un eventuale procedimento dovrebbe inficiare lo svolgersi di un altro?
Certo l'accanimento contro cui si sta processando un accusato di stupro è ammirevole, davvero. Qualcuno mi ricorda un precedente in merito?
Io non ne ho. Anzi, l'ultimo procedimento contro una persona stramaledettamente influente per stupro è finita con l'umiliazione dell'accusante, la libertà totale dell'accusato e come se non bastasse una denuncia per danni morali contro la presunta vittima. Sì, ma lui stava dalla parte giusta della barricata, quella degli intoccabili.
Come vorrei che tutti gli accusati di stupro fossero perseguiti con lo stesso ardore! E invece di solito se succede la colpa ovviamente è di lei che, per un motivo o per l'altro se l'è cercata. Altro che mandato di cattura internazionale.
Ok, potrebbe essere davvero innocente, ma se a una persona come Strauss-Khan si può dare il beneficio del dubbio allora bisogna avere anche il dubbio che Assange sia colpevole.
Comunque, per quanto la storia puzzi non posso fare a meno di rileggere questo post e pensare che in questo momento ci sono tre donne in carcere, che si sono guadagnate la condanna cantando una canzone satirica contro l'uomo da cui Assange percepisce stipendio e lodi e che ha ottenuto asilo in uno dei paesi dove la libertà di stampa non esiste.
No ma sei coerente. Davvero.
Forse lui davvero si crede Robin Hood, sul serio, ma non posso fare a meno di pensare che 1. qui non siamo ai tempi di Re Riccardo dove la parola democrazia ancora non esisteva e la legge era a discrezione del sovrano, 2. con il suo modo di fare sta ledendo le azioni di tutte quelle persone che contestando i propri regimi, hanno anche affrontato processi farsa e scontato condanne ingiuste pur di mandare il proprio messaggio al popolo.
Se davvero non è colpevole lo dimostri. Vada in Svezia, affronti le accuse e le confuti.
Se davvero è un complotto un'organizzazione potente come la sua che riesce a mettere le mani su qualsiasi documento segreto (anche perché pare che la gente non veda l'ora di consegnarglieli) che difficoltà potrà mai avere a trovare le prove che sia tutta una farsa? E non dimentichiamo questo famigerato punto sei. In molti hanno già dichiarato negli States che Assange lo vorrebbero condannato a morte e in quel caso sì, darsi alla fuga lo accetterei, anzi sarebbe stramaledettamente sacrosanto che voglia salvarsi la vita. Ma ormai è chiaro che lui vuole solo salvarsi il culo da un'accusa infamante di stupro per poter continuare a fare il salvatore della libertà di informazione dei popoli.
Domanda scomoda: che paladino delle libertà sei se costringi una donna a fare sesso con te?
Non lo sei.
Punto.

Grazie per averlo chiarito finalmente.

lunedì 20 agosto 2012

A Tony Scott e a quel salto che io non ho fatto

La prima volta che nella mia testa sorse l'idea del suicidio avevo 11 anni.
Quest'idea rimase con me per tutta la durata delle medie e, onestamente, sono molto fiera del mio istinto di sopravvivenza che decise di abbandonare tutto e tutti (incluso un futuro scolastico decente) e ricominciare da capo e da sola (13 anni).
Successivamente però l'idea riapparve forte quanto prima e fui talmente fortunata da incontrare degli ottimi anestetizzanti contro quel dolore acuto, che proprio non ne voleva sapere di spegnersi. E' così che sono apparse la mia dipendenza da fumetti, film, telefilm e internet.
Con un mondo interiore non più alimentato solo dai libri, ebbi finalmente un universo intero in cui rifugiarmi ogni volta che mangiare diventava troppo difficile, senza ritrovarmi mai così disperata da dovermi rivolgere alla chimica.
E tra i primi film che ricordo di aver visto fuori dall'onnipresente controllo censorio di mia madre c'erano Top Gun e l'Ultimo Boy Scout.
Il primo non mi colpì particolarmente ma il secondo assolutamente sì.
Era il periodo in cui mi stavo facendo una scorpacciata immensa di film d'azione e Willis, Gibson, Washington, Pitt e Clooney stavano diventando i miei migliori amici. Ricordo anche molto bene Spy Game e il godimento estremo di Domino al cinema. Insomma, in qualche maniera Tony Scott ha contribuito assieme a molti altri a salvarmi la vita e adesso, sapere che invece lui non ce l'ha fatta, che alla fine altre via di fuga non ne ha più trovate, mi rattrista e mi fa male.
Ora dopo aver letto la notizia un giornale, mi trovo a ringraziarlo di aver dato un po' di sollievo alla mia vita e di aver alimentato il mio mondo anche solo per un po' e a sperare che almeno nell'ultimo istante quella pace l'abbia trovata.
Sapete, nessuno di noi sa veramente se in quell'attimo saremo veramente in pace. E' la paura del pentirsi a metà che ci fa desistere, il trovare sempre qualcosa che ci faccia arrivare al giorno successivo. Quando non lo troviamo più, ecco forse quello è il momento in cui facciamo un altro passo e un altro ancora verso quel vuoto eterno che appare sempre più desiderabile di quello terreno.
Io sono stata fortunata, la forza di indietreggiare l'ho trovata, quell'abisso non è più così confortevole e non sovrasta più il senso di colpa e di viltà. Quindi oggi, in memoria sua e di tanti come lui che invece in quell'abisso han saltato, cercherò di essere viva, serena e felice della mia vita nella speranza che in quel buio non ci cada più nessuno.

lunedì 30 luglio 2012

Il cambiamento forzato ai tempi del luna park

I cambiamenti fanno paura, sia che siano voluti che no.
Ma quando sono voluti c'è stato almeno il coraggio raccolto in precedenza che ha portato alla decisione di volerlo, che ti aiuterà a mandarlo avanti fino al suo compimento e ti farà godere di ogni attimo.
Quando invece non sono voluti sono un po' come le montagne russe su cui ti hanno piazzato senza preavviso e senza chiedere il tuo parere.
Sei lì sul vagoncino in prima fila, che osservi la sommità della vetta avvicinarsi senza che tu possa farci un bel niente e sai perfettamente cosa di aspetta dopo lo scollinamento. Il cuore e lo stomaco sono già traslati di una posizione, la laringe è scomparsa chissà dove e il tuo cervello urla come nemmeno una dodicenne in vista del suo cantante pop preferito. Il cuore naturalmente ha raggiunto i limiti della tachicardia e stai producendo adrenalina e ormoni da stress in quantità industriali, soffrendo ogni dannato metro.
La discesa sarà terribile, perché non la volevi affrontare e l'esperienza sarà ancora peggiore di quel che sarebbe stata se solo l'avessi presa con filosofia.

Va da sé che salire sulle montagne russe in piena coscienza e convinti di divertirsi porterà solo ad altro divertimento. Nel caso contrario rimetterete la cena e odierete tutti quelli che vi hanno portato al luna park, senza avvertirvi che il giro della morte sulla giostra era obbligatorio.

Il prenderla con filosofia è l'unica soluzione possibile. Capirlo è facile, esserne capaci però è un altro paio di maniche, quindi chiudete gli occhi, trattenete il fiato e aspettate che il vagone arrivi fino in fondo, sperando che il prossimo cambiamento non sia proprio lì dietro l'angolo.

venerdì 6 luglio 2012

Alla deriva

Quando passi molti mesi a cercare di influenzare il corso di determinati eventi per portarli verso di te, prima o poi succedono due cose: o ce la fai o ti rendi conto che è impossibile.
Nel primo caso ho idea di cosa succeda solo nella metà dei eventi desiderabilmente influenzabili, nel secondo caso ho un curriculum invidiabile.
Ovviamente quando gli eventi decidono cocciutamente di rimanere nel loro status quo, appena lo capisci è meglio se smetti sia di provarci che sperarci. Per il proprio bene, mica per altro.
Razionalmente è una cosa molto facile da fare, inconsciamente è 10 volte più difficile che scalare l'Everest. No, non ho scalato l'Everest, ma è tutto allenamento e buon equipaggiamento e quindi in un certo calcolo delle probabilità è fattibile. Con l'inconscio invece è una dannata lotteria coi numeri truccati a tuo sfavore.
Quindi cominci a fare a metà, ti concedi almeno delle piccole cose che non recidono niente ma comunque non rafforzano nient'altro e intanto cerchi di trovare il modo di lavorarci su.
Prima o poi però gli eventi possono decidere di intervenire da soli e prendono decisioni per te. E' la vita, non ci si può fare niente e per quanto sia più doloroso che cercare di farsi una ceretta inguinale, in realtà  quando succede è molto figo. Perché magari hai sperato così tanto in quell'evento che a recidere tutto da sola non ce la fai e per quanto faccia male sapere che la cesoia definitiva sta per calare, sai anche che prima o poi starai bene come prima della Decisione. Anche se alla fine tu non hai deciso niente e hai accolto gli eventi come venivano, come una barca alla deriva senza timone, perché la fatica che ci hai messo nei mesi precedenti non è ancora passata.
Delle volte la deriva è meglio che niente. Sicuramente meglio di una bonaccia perché, se non altro, ci si muove.

martedì 12 giugno 2012

Dal medioevo non siamo mai usciti

Com'è successo che in questi pochi anni siamo tornati a vivere tra gli anni 40 e gli anni 70?
Con gli uomini che attaccano il diritto delle donne all'autodeterminazione, lo stato che taglia diritti su diritti e le forze dell'ordine che manganellano i lavoratori che difendono solo il loro diritto a lavorare?
Tutti gli anni di sforzi e sacrifici dei nostri nonni e genitori stanno svanendo come neve al sole e sembra che l'unica scusante sia che c'è la crisi, quindi si fa tutto il possibile per salvare capra e cavoli.
Ma quale capra e quale cavoli? Ma soprattutto, di chi?
Perché a me pare che le uniche persone che usciranno mai da questa crisi saranno quelle che l'avranno sfiorata a malapena. Quelle che al massimo invece di vivere con 20.000 euro al mese si sono ritrovati a vivere con 10.000 (poverini), soldi che io per inciso ci metto quasi tutto un anno per guadagnarli.
Quelle stesse persone poi sono le stesse che fino a 2-3 anni fa dicevano che non esisteva la crisi, mentre noi già vivevamo con i cordoni della borsa il più stretti possibile, perché la morsa economica aveva già cominciato a farsi sentire e la gente perdeva lavoro e salario come ridere (e meno male che non c'era la crisi).
L'oppressione è tale che la si può respirare. Ogni volta che si apre un giornale, si accende la radio o si guardano i manifesti per strada, si può sentire questa recessione che annienta la democrazia così faticosamente costruita e la nostra liberà in maniera tale che spezza quasi il fiato.
Si fa tanto parlare di questo occidente civilizzato, dove ognuno è un libero cittadino e può costruire la sua fortuna, ma la verità è che non siamo così differenti da quei posti ed epoche in cui la divisione tra caste ti etichettava e determinava la tua esistenza e i potenti stracomandavano sugli altri. Esistono ancora gli schiavi e i servi della gleba, esistono ancora persone che decidono come noi poveracci dobbiamo vivere la nostra vita, esistono ancora le religioni fatte per dividere, unire e controllare. Chiamatelo 22° secolo, chiamatela democrazia, ma la sostanza del medioevo è ancora qui in tutta la sua fierezza e noi lo stiamo lasciando fare.

Ringrazio i lavoratori egiziani che ci hanno fatto capire che nonostante tutta la nostra emancipazione, ancora a botte e sassate ci toccherà difendere il nostro diritto a una vita dignitosa.

lunedì 11 giugno 2012

L'invidia dell'utero non muore mai

Beh ci siamo. Ecco l'ennesimo uomo che pretendere di mettere becco in faccende che non lo riguardano nemmeno alla lontana, cioè la gestione del nostro utero.
Leggo da Malvino che un simpaticone ha di nuovo rimesso in gioco la legittimità nostra, sacrosanta e inviolabile, di decidere se diventare madri o meno, in base a una ideologia mai verificata scientificamente, che un grumo di cellule siano un individuo senziente e che noi dovremmo essere trattate alla stregua di incubatrici. Della serie, sei rimasta incinta? Cazzi tuoi.
Poco importa che età, disponibilità economica, salute o anche solo voglia di essere madre hai. Ce l'hai e te lo tieni. Hai fatto sesso? Visto che succede alle bambine cattive? La prossima volta stai buona in casa a fare la calza finché papà non ti trova un marito.

Coglione bigotto e retrogado.

Questa ossessione per il nostro corpo sta cominciando a diventare ridicola. Di cosa avete paura se ci gestiamo come ci pare e piace? Che nascano meno idioti come voi? Che improvvisamente il mondo diventi più sano, felice e libero mentre voi livorosi e nostalgici del passato venite lasciati indietro come i cani rabbiosi che siete?
Rassegnatevi. Di certo non smetteremo di essere noi stesse libere e felici della nostra libertà sessuale solo perché voi avete la mania del controllo. Anzi, visto che vi piace così tanto sto "controllo", usatelo su di voi e su quell'arnese che troppo spesso confondete come un arma e un simbolo di potere.

Se poi vi preoccupaste davvero della salute dei più deboli, sareste più interessati a come vivono questi bambini una volta nati. Ma a voi che vi frega se un piccoletto muore di fame o di malattia perché la famglia non era in grado di prendersene cura, viene abbandonato alle cure statali o sballottato da una casa famiglia all'altra? A voi basta solo sancire che chi comanda siete voi. Ma occhio, che tanto l'industria dei sexy shop quanto Lorena Bobbit hanno stabilito già da un pezzo quanto quel vostro "scettro" sia solo quello che è: un misero pezzo di carne. Accettatelo, vedrete che vivrete più felici e meno livorosi. E magari una che ve la dà per pietà la trovate pure.

Ce l'ho io una buona proposta di legge: se non hai un utero non puoi decidere di controllarlo. Che ve ne pare? Io voterei subito per approvarla.

venerdì 8 giugno 2012

Sei incinta e in carcere? Partorirai in catene. Letteralmente.

Sorpresa delle sorprese, il grande paese portatore della democrazia e dei diritti civili è sempre in prima linea per romperli tutti.
Se sei una donna incinta e vieni arrestata, al momento di partorire sarai incatenata al letto.
Una pratica barbara, inumana e pericolosa.
Inoltre, l'autorità carceraria non è obbligata per legge a registrare le nascite.
Qui ci vuole l'applauso.

Ci sono tantissime donne che hanno partorito in condizioni orribili che ora stanno portando avanti una class action per farsi riconoscere il crimine subito da parte dello stato. L'ultima era una ragazzina.
Se lo chiedete a un ufficiale giudiziario, vi dirà che le donne vengono legate al letto perché è la normale prassi carceraria, che impedisce al prigioniero di tentare la fuga ed è per protezione altrui.
Io vorrei capire cosa diavolo credono che sia il parto, per credere veramente che in quelle condizioni una donna sarebbe in grado di fuggire o fare del male a qualcuno.
Incatenare una donna al letto è molto pericoloso sia per lei che per il bambino in caso si verifichi un emergenza medica (operate con delle catene se ci riuscite). Inoltre, conoscendo il sistema sanitario statunitense, sono sicura che a nessuna di loro venga somministrata l'epidurale.

Nel caso non lo sappiate la posizione "standard" che viene utilizzata ora per partorire non è quella naturale. Non ci credete? Allora provate a fare i vostri bisogni da sdraiati.
Il nostro corpo dovrebbe aiutarsi con la forza di gravità per far nascere il bambino, è il motivo per cui in molti paesi non ancora perfettamente "civilizzati", come in Africa, le donne partoriscono in ginocchio. Partorire orizzontalmente senza anestesia è molto doloroso e faticoso. Ma la somministrazione dell'epidurale inibisce le contrazioni, per questo viene somministrata l'ossitocina (che tra l'altro produciamo già di nostro). In realtà, se partorissimo ancora da accovacciate senza additivi chimici, il nostro corpo produrrebbe da solo tutte le sostanze per inibire il dolore che ci servirebbero e partoriremmo senza troppi problemi (come avremmo fatto secondo voi se no, ad arrivare a 7 miliardi?)
Non sto parlando a vanvera, una ragazza un paio di anni fa ha partorito un bambino cacciando fuori dalla stanza il ginecologo che la voleva mettere sul lettino, perché voleva fare come le pareva a lei. Quindi camminava per far passare il dolore e si accovacciava a ogni spinta. E' sopravvissuta benissimo e non le è sembrato così insostenibile. Niente epidurale o altro.
L'uso della posizione orizzontale a letto è stata introdotta con la nascita della medicina e per il fatto che i medici vedevano il parto come una cosa da gestire in maniera più "tranquilla" e "pulita". Ma non c'è niente di educato e pulito in un parto. E' un parto per la miseria.

Quindi gli Stati Uniti oltre a oltraggiare di nuovo i "diritti civili" effettivamente torturano. Ma che ci si poteva aspettare da un paese che ha creato Guantanamo?

mercoledì 6 giugno 2012

The Kill List of USA

Quanti paesi hanno una "Kill list"?
Probabilmente tutti, o quasi o molti. In ogni caso sono sicura che non siano solo gli Stati Uniti. Loro però la sbandierano un sacco.
Se fossi il presidente di uno Stato e avessi una Kill List, forse avrei il buon senso di tenerla segreta, soprattutto se mi sto facendo portabandiera della democrazia globale (ma chi l'ha deciso poi? Ci sono state libere elezioni? A suffragio univerale o solo tra i politici?).
Seriamente, non c'è niente di più antidemocratico del decidere arbitrariamente di uccidere cittadini stranieri su suolo estero (ma anche i propri).
Non mi interessano le scuse del tipo "ci stiamo solo difendendo" o "è per la pace nel mondo", perché è ipocrisia. La morte di una persona non ha mai portato pace, solo altra morte (e un mucchio di gente incazzata ben decisa a perpetrarla oltre). Inoltre noi qui la ditttura l'abbiamo avuta sappiamo bene la differenza tra i due stili di governo: uno non uccide, l'altro sì.
L'altro, voglio far notare, è anche un paese che ammette ancora la pena di morte, alla pari di molte dittature sparse per il globo.
Se poi cominciamo a pensare a questo sbandierare orgoglioso "finalmente l'abbiamo ucciso", come se veramente tutta la nazione fosse lì con il fiato sospeso ad aspettare che qualcuno in un punto imprecisato del medioriente (parte del mondo che più della metà dei cittadini americani non saprebbe nemmeno indicare sulla cartina) tiri le cuoia per mano nostra, continuando questa politica dell'odio e della difesa a ogni costo, è terribile, oscena e spregevole.
Questi tizi governano la nostra economia e detengono il potere delle armi nucleri e del petrolio.
Sinceramente mi fanno molta più paura loro di tutti i dannati terroristi islamici, fascisti e nazisti. Almeno quelli sono solo persone, non una dannata nazione intera che siede alle Nazioni Unite e si sente autorizzata a impicciarsi negli affari di chiunque solo perché le conviene o le va.

lunedì 4 giugno 2012

Acqua

Sabato sera ho visto all'Imbarchino un documentario che si intitola "La sete nel mondo" di Yann Arthus-Bertrand.
Dopo aver dissertato su quanta acqua potabile effettivamente esiste (meno dell'1% sull'intero pianeta) e quanta ne sprechiamo sempre di più man mano che il nostro progresso tecnologico avanza, è andato avanti illustrando tutti quelle popolazioni che all'acqua potabile non hanno accesso, o l'hanno persa o non l'hanno nemmeno mai bevuta (provate un attimo a immaginarvi cosa vuol dire non sapere che sapore ha l'acqua potabile).
Un discorso abbastanza apocalittico in cui si capisce che tra un centinaio d'anni chi abita in zone ricche d'acqua come le Alpi, saranno gli unici che non rischieranno di vedere la siccità (io non lo sapevo ma nel 2008 a Barcellona dovettero far arrivare l'acqua con le navi cisterne. Sapete cosa significa essere in 5 milioni e non poter bene o lavarsi?).
E poi ha detto una cosa che mi è rimasta impressa qui, proprio nella retina: l'acqua che stiamo utilizzando noi ora, è la stessa di quella che dissetava i dinosauri. Siamo un circolo chiuso, al di fuori del nostro strato di ozono non esistono interscambi di materia di nessun tipo, quindi l'acqua è sempre la stessa da migliaia di anni, che si ricicla e trasforma. In pratica, ogni volta che beviamo un bicchiere d'acqua stiamo facend un viaggio nel tempo.
E l'altra cosa che mi è rimasta impressa è che la percentuale di acqua potabile nel mondo non cambia mai, è sempre la stessa ogni anno (che equivale in realtà al bacino di un lago in Russia). Il nostro stile di vita però richiede che ne venga usata sempre di più, soprattutto per l'industria (11.000 litri per produrre un paio di jeans, 15.000 per un kg di carne...) e la nostra propensione a sprecarla non aiuta le cose.
Quindi magari la prossima volta che vi lavate i denti e lasciate il rubinetto aperto, pensate per un attimo a tutte quelle persone a cui quel bicchiere d'acqua avrebbe fatto la differenza tra la vita e la morte e magari chiudetelo.
Così, per rispetto.
Avremo anche l'acqua pubblica ancora noi, ma non mi pare il caso di sprecarla.

lunedì 28 maggio 2012

Ci sono soldi? Allora qualcuno, è sicuramente corrotto

Ovunque girano soldi, gira la corruzione.
E' un dato di fatto. Un assioma. Una legge che regola l'universo quasi.
Era anche uno dei motivi per cui la Chiesa non permetteva ai cattolici di gestire ingenti somme di denaro (occupandosene essa stessa - e qui un paio di domande me le farei - e lasciando per molti anni il potere economico in mano a quelle stesse persone che poi detestava, gli ebrei insomma).

Ora provate a pensarci: dov'è che girano molti soldi?
Ovunque, esatto.
Quindi non fatevi illusioni, non esiste niente, ma proprio niente, che sia immune alla corruzione, che sia uno sport, organizzazione giovanile, senza scopro di lucro, azienda, forze dell'ordine, etc.

Questo ennesimo scandalo sul calcio, va preso come un "ah, è già quel periodo dell'anno?".
L'uomo è nato con il desiderio di potere. Fin dal momento in cui quell'ometto peloso e ricurvo si è accorto che amava essere quello a cui veniva fatto scegliere il pezzo di carne migliore del mammut solo perché era in grado di creare il fuoco o costruire lance più resistenti. Attenzione però, non è nel nostro codice genetico, è solo la nostra cultura, il modo in cui siamo cresciuti e ci hanno insegnato a desiderare (o meglio, cosa desiderare) a fare di noi delle belve assetate di soldi e potere, invece che comuni cristiani che vogliono solo perseguire i propri sogni (e non partite subito con il sogno della velina o del calciatore, c'è chi sogna semplicemente di volersi fare una famiglia o scalare l'Everest senza troppa pubblicità. Anche tra gli ometti pelosi c'era quello che la lancia la costruiva solo per ottenere quello che gli serviva e non per avere più potere sugli altri).

Impariamo ad insegnare ai nostri figli che è meglio desiderare di vivere felici che essere felici perché si possiede qualcosa o qualcosa di più di qualcuno. Magari scandali e corruzione scemeranno un po' e chi ama lo sport potrà finalmente goderselo senza paura che, prima o poi, uno dei suoi idoli finisca giustamente nelle macine della giustizia.

Gli insulti che usiamo ci dicono a che punto siamo

Nel 2012 mentre stiamo combattendo per dare alle coppie omosessuali gli stessi diritti di quelle eterosessuali, pare che dare del "gay" a qualcuno sia ancora una diffamazione.
Così capita che mentre ti leggi tranquilla L'Inkiesta o il tuo stream di Twitter, incappi in un tweet un po' ambiguo che ti dice che Corona si è offeso perché hanno detto che potrebbe essere gay (ma un bel "chissene"?).

Non è difficile capire come mai siamo ancora al livello del medioevo per le questioni di genere, perché ci sono padri che si impanicano quando vanno a prendere il figlioletto all'asilo e lo vedono giocare con una bambola, ed esistono persone che ai genitori e colleghi non dicono che in realtà con il coinquilino/a condivide anche il letto e non solo la casa, quando "gay" non indica solo la sessualità di una persona ma viene ancora usato come insulto.
Così come lo è ancora dare della femmina a un maschio.

Come pensate che mi senta io quando usate il mio genere sessuale per insultare qualcuno?
Come pensate che si sentano vostra madre, sorella, ragazza o migliore amica? Pensate che dire che una persona è come loro sia deprecarla? Veramente?
Il vostro migliore amico d'infanzia potrebbe essere gay, ma non ve lo dirà mai perché ogni tre per due date del "frocio" a qualcuno solo per divertimento. Preferirà far finta di niente o allontanarvi dalla sua vita per poter vivere in santa pace la sua e sarete voi ad averci perso.

Quando la smetteremo di usare definizioni normali come insulti, forse potremo considerarci finalmente un paese civile. Fino a quel momento tra noi e l'Iran sulle questioni di genere, di differenza non ne vedo così tanta.

Certo non mi aspetto che un signore come Corona capisca certe sottigliezze, che però chi di dovere la smetta di dargli importanza, sì.

mercoledì 23 maggio 2012

Joplin vs Aquila: come continuare a dimostrare di essere cretini

Potrò dire un sacco di cose sugli Stati Uniti, ma non che non abbiano la forza di ricostruirsi. Ancora e ancora e ancora.
Esattamente come i Giapponesi con lo tsunami, non sono rimasti fermi bloccati da appalti, politica e burocrazia, ma hanno ricostruito. 4000 case in un anno. I cittadini si sono attivati, le assicurazioni hanno pagato senza fare storie, lo Stato ha aperto i cordoni delle borse e ha dato il via libera alle ricostruzioni.
Certo, è più facile farlo quando le case invece di costruirle con mattoni e cemento le fai in legno, ma chi è che costruisce la casetta del terzo porcellino in un territorio dove rischi regolarmente di fare la fine di Doroty? Se devi ricostruire casa tua ogni tot anni tanto vale farlo a basso costo.

Comunque, non era questo il punto.
Il punto era che a 3 anni dal terremoto gli acquilani sono ancora lì che non possono ricostruire, mentre negli Stati Uniti a Joplin oggi ricordavano il tornado che un anno fa ha raso al suolo la loro città, in cui le ricostruzioni sono lì lì per essere ultimate.
In Giappone una settimana dopo il terremoto le strade erano riagibili, all'Aquila la gente vive ancora nei compressi provvisori (e se provano a protestare li menano pure) o non ci vive proprio.
Io questo paese non so proprio come faccia la forza di alzarsi al mattino senza provare una profonda vergogna e disgusto per se stesso. Secondo me se Garibaldi avesse capito a cosa stavamo andando incontro si sarebbe guardato in faccia con il resto dei Mille e si sarebbero detti "Ma chi ce lo fa fare?" e si sarebbero infilati in una taverna a bere.
Noi viviamo in un paese che, nei giorni in cui si sarebbe dovuto immediatamente ricominciare a ricostruire una città distrutta dagli eventi naturali e dalla fenomenale propensione dell'italiano medio a credere che le norme di sicurezza per edifici siano solo un modo per spillargli più quattrini, si è perso in sfilate politiche, grandi dichiarazioni televisive, tanti sorrisi e pacche sulle spalle, transenne e cordoni militari.

Forse è il caso di smetterla di pensarla da latini e cominciare a introdurre qualcosa di meglio dai paesi anglofoni dei telefilm, le mode e la privatizzazione di qualsiasi cosa sia un diritto fondamentale dell'uomo. Cominciamo dal prendere come esempio il modo di reagire alle catastrofi, vedete che l'immagine allo specchio comincerà a sembrare meno disgustosa.

lunedì 21 maggio 2012

Twitter vs Facebook: i diritti degli utenti

Già il fatto che un po' di tempo fa disse a un tribunale di "attaccarsi al tram" per recuperare i tweet di un utente che aveva partecipato a Occupy Wall Strett, mi aveva convinto a propendere sempre di più per l'uso di Twitter e non per Facebook.
Ora che il Pakistan abbia voluto oscurarlo perché stavano facendo un concorso di barzellette satiriche su Maometto (non sia mai!! che poi si offende!!!) è un classico. Più prevedibile di così si muore.
Ma analizziamo il comportamento di Twitter: forse non li ha mandati a quel paese, ma il sottinteso era chiaramente quello. Quando invece successe a Facebook questi tutti premurosi oscurarono pagine e contenuti anti-islamiche in Pakistan, che cavolo! Non siamo online in Pakistan! Orrore e raccapriccio! (poi vorrei sapere il numero di utenti che una regione povera come il Pakistan può avere...).
Ora, è chiaro che Twitter non ha lo stesso numero di utenti che ha Facebook, ma pare che a differenza del concorrente non glie ne importi così tanto da dover farsi amico un paese dittatoriale ed estremista per continuare ad avere anche quel bacino di utenti. Anzi, sembra proprio che gli interessi di più permettere ai suoi utenti di continuare ad esprimersi senza censure. Se poi il governo non è d'accordo, che s'attacchi.
Twitter è anche un social network che a differenza di Facebook permette l'anonimato (che davvero il giorno in cui hanno sdoganato l'idea delle identità reali anche sul web avrei voluto ucciderlo Zuckerberg. E anche adesso in realtà).
Il Pakistan poi ha sbloccato Twitter, probabilmente per le critiche che ha ricevuto in merito, il che dimostra che se Facebook si fosse comportato un po' meglio con i suoi utenti, avrebbero vinto questa battaglia già all'epoca (riuscendo a recuperare parte di quell'aura nefasta che li circonda sempre riguardo ai diritti dei propri utenti).
Bene e bravi Twitter.
Facebook sempre peggio invece.
Mi chiedo poi in base a cosa decidano chi e che oscurare. Quando ci proviamo noi a segnalare le pagine cloni finte femministe che inneggiano alla violenza sulle donne, non ci riusciamo mai. Quando lo fanno loro, stalker virtuali maschilisti nei nostri confronti, funziona sempre.
Sono sempre più per l'abbandono di quel social network. Peccato che mi tocca lavorarci.

domenica 20 maggio 2012

Chi dice che toccato il fondo non si può più scavare?

Come diavolo dovrei giudicarli questi ultimi giorni?

Partiamo con la strage di Brindisi: un istituto di moda viene preso a bersaglio per una strage da un vigliacco bombarolo. Lo scrive bene ilManifesto, un vigliacco, perché sono piuttosto sicura che né l'edificio né le studentesse gli avessero mai fatto nulla nella vita. L'attentato dinamitardo poi è tra i più codardi, perché permette all'attentatore di rimanersene al sicuro, nell'ombra, a godere delle proprie azioni.
Una ragazza è morta, una ha perso un polmone, un'altra ha gravi danni alle gambe, e per cosa?
Ecco il punto, nessuno lo sa. Il vigliacco in questo momento è in silenzio nell'ombra a leggere e guardare i commenti sul suo attentato, masturbandosi all'idea di quanto è stato bravo, quanto è stato figo.
Oh sì, davvero. Bravissimo. Spetta che ti prendiamo però. Spetta. Poi vediamo.

Tipo il giorno dopo che lo Stato annuncia che non ci saranno più rimborsi ai cittadini per danni provocati da calamità, arriva un terremoto di magnitudo 5 e rotti che causa 6 vittime e distrugge parecchia roba.
Bravi. Bene. Ben fatto. In un paese dove la sicurezza sismologica degli edifici è sempre stata trattata come il protocollo di Kyoto dagli americani ci sta che ora ci abbandoniate al nostro destino. Sono sicura però che se per un paio di mesi rinunciate tutti ai vostri lauti stipendi (non so se lo sapete, ma con lo stipendio di uno di voi mia madre ci campa un anno intero e più comodamente) i soldi magicamente riapparirebbero.
Ora dobbiamo fare i conti con un paese a rischio di sisma e alluvioni completamente abbandonato economicamente dallo Stato e dato in pasto alle compagnie assicurative.
Tra Fukushima incredibilmente coincidente con il voto per il ritorno al nucleare e ora questo il mio ateismo ha voglia di cominciare a vacillare.

Intanto il governo tecnico continua ad andare a braccetto con le banche infischiandosene allegramente se noi poveracci non ce la facciamo più ad arrivare a fine mese. Che ne sanno loro figli di papà? Niente, per loro minimo il pane cresce sugli alberi.

L'altro giorno ho visto un manifesto targato PD che pubblicizzava il magnifico fatto che ora "finalmente!" c'è un libro che spiega perché va fatta la TAV, ed è gratis!!! Lo puoi scaricare online. Non è magnifico?
Stronze carogne putride bastarde coprofaghe. Con che coraggio vi sedete ancora nei seggi a sinistra del parlamento? Cazzo, veramente i grillini cominciano a essere il male peggiore tra cui scegliere. Non fosse che io mi sono scocciata di scegliere il male peggiore gradirei non avere qualcuno che ha un comico turpiloquesco come leader.

Il partito che tanto gridava a Roma ladrona finalmente è stato smascherato pubblicamente come il più ladrone di tutti. Complimenti. Bravi. Bis. Era ora. Minchia la tordinaggine dei leghisti è pari solo a quella dei cattolici, davvero. Ah sono entrambi? Ecco che si spiega.

Sapete che c'è? Io ieri ho scoperto un'altra fantastica saga fantasy praticamente già tutta finita. Io mi ci immergo e faccio finta che il resto del mondo per un po' non esiste. Poi, appena cessata la pioggia, uscirò con la scopa a buttare tutto il fango e il letame nel Po'.
Non me ne volere a male, fiume, lo so che ormai tra merde chimiche e quant'altro ti sarai anche stufato di portarne, ma abbi pazienza per un po'. Appena li scarichi nell'Adriatico puoi tornare a ignorarli. Sperano che affoghino.

venerdì 18 maggio 2012

Mladic non verrà processato ancora

La burocrazia è quella cosa che da quando l'abbiamo inventata non sappiamo se maledirla o ringraziarla.
Quando leggo del processo di Mladic sospeso a tempo indeterminato per un errore procedurale so perfettamente cosa pensarne.
E sì so che la legge, le procedure legali e la burocrazia stanno lì a fare da muro tra il caos e la civilizzazione, a far sì che il mondo non sia solo di chi picchia più duro e per primo, che non vincano sempre i bulli e la libertà di esistere, esprimersi e vivere sia alla portata di tutti, ma proprio non mi riesce a non pensare alla scena di Iron Man, quando prende il militante dei Dieci Anelli e lo lancia in mezzo alla folla del villaggio che stava per sterminare, dicendo "E' tutto vostro".
Perché non mi interessa quanti anni ha, se è malato o no, le sue motivazioni ideologiche e sar cazzo, quello stronzo ha ucciso e stuprato barbaramente migliaia di persone e ci ha goduto nel farlo. Si è reso latitante per anni e ancora adesso crede di non aver fatto niente di male, anzi si crede un eroe, un dio.
Io per uno così, la legge normale non la considererei nemmeno. Per uno così serve una punizione che lo umili e lo faccia soffrire fino a quando non ammetterà pubblicamente di non essere altro che una lurida merda strisciante indegna di qualsiasi considerazione, e si scusi per quello che ha fatto.
E secondo me solo tutti i morti che ha causato avranno ottenuto giustizia.

giovedì 17 maggio 2012

Lush - Dimmi di sì

Giusto per rimanere nel tema della giornata internazionale contro l'omofobia, eccovi un'altra fantastica campagna.
Dimmi di sì è un'iniziativa per la quale sabato 19, tutte le coppie che lo desiderano (gay, lesbo e sì anche etero), potranno sposarsi simbolicamente.
Il progetto serve a promuovere l'idea che le coppie di fatto, siano esse etero o omosessuali, debbano essere riconosciute.
Dalla scorsa settimana si è aggiunto anche il Lush di Torino (quello in via Garibaldi).
Direi che finalmente c'è un buon motivo per immergersi nella pazza folla degli shopping maniaci il sabato pomeriggio.

Quando ce lo deve venire a dire Ikea

Ed eccola qua, l'iniziativa di Ikea che in barba alle istituzioni italiane, dichiara che per lei le coppie, che siano sposate, di fatto o omosessuali, godranno degli stessi diritti aziendali.
Questo significa permessi lavorativi per emergenze famigliari, copertura sanitaria estesa al partner, sconti dipendenti estesi al partner, etc.
Mi è piaciuto che tutto ciò sia stato fatto su spinta dei dipendenti: pare infatti che l'82% dei lavoratori di Bologna abbia dichiarato che secondo loro l'azienda doveva andare verso l'uguaglianza dei diritti.
Solo il 12% era imbarazzato dal dover lavorare con un omosessuale dichiarato.

Questo mi porta a farmi una domanda semplice semplice: non è che al momento siamo tutti così fermi sulle questioni GLBT proprio a causa di quel 12%? Lo stato non si muove perché tutti quelli che stanno al governo fanno parte di quel 12%?
Seriously?

Perdonate, ma io ricordavo che democrazia significa fare il volere della maggioranza, non delle minoranze. Se quella percentuale fosse veritiera anche solo alla lontana per tutta Italia ci ritroveremmo clamorosamente in uno Stato dove l'unità di misura per calcolare la distanza tra le istituzioni e la società attuale andrebbe calcolata in parsec.

(Comunque, leggendo il penultimo paragrafo dell'articolo, faccio i miei complimenti al genere maschile per essersi confermato il grosso ostacolo alla parità dei diritti di genere e sessualità).

mercoledì 16 maggio 2012

Net Neutrality, qualcuno c'è arrivato

Ma naturalmente non siamo noi.
In Olanda ora per legge non saranno più ammesse restrizioni di nessun tipo come traffico o accesso a determinati indirizzi IP.
Se una cosa del genere avvenisse in Italia le compagnie telefoniche che dovrebbero adeguarsi si farebbe fatica a contarle e non parliamo di quella cosa simpatica avvenuta un paio di anni fa, ovvero l'oscuramento del sito di Pirate Bay su tutto il territorio nazionale e il blocco dei torrent e del p2p.
Mentre qui in Italia tra SIAE e istituzioni varie si sta cercando di andare verso un controllo fascista della rete e dei suoi contenuti (che conoscendo il mezzo e gli utenti è qualcosa a metà tra l'utopia, il paradosso, la scempiaggine e la pietra di Sisifo) l'Olanda a sorpresa dichiara un "liberi tutti".
Certo questo non credo che significhi che i "pirati informatici" saranno liberi di fare quello che vogliono, significa solo che saranno liberi di farlo, poi se li beccano saran chispioli loro.
Continuo a credere che sia incredibile che nel 2012, un'epoca in cui qualche decennio fa si immaginava dovessimo avere addirittura già le auto volanti, stiamo ancora a discutere per il libero accesso alle informazioni (e non parliamo nemmeno dei diritti fondamentali dell'uomo, violati attualmente in tutti i paesi del mondo in una maniera o nell'altra).
Ma che volete, l'essere umano ci ha messo migliaia di anni a imparare a camminare eretto e altrettanti a capire che un'igiene regolare non inficiava la sua virilità (no scusate, a questo tutti non ci sono ancora arrivati), certi concetti chissà quando riusciranno ad arrivare nella mentalità comune.

venerdì 11 maggio 2012

La libertà completa di essere se stessi

Voglio solo far notare che mentre da noi la gente si diverte ancora a dibattere se l'omosessualità sia una malattia o meno, in Argentina puoi autodeterminare il tuo sesso e lo stato ti aiuta anche a cambiarlo.
Tutti quelli che si vantano di vivere in un paese civile dovrebbero rivedere le proprie convinzioni, perché è sempre più chiaro che non è così. Mentre noi occidentali continuiamo a essere costretti a vivere la nostra vita e le nostre scelte in base alle convinzioni personali di alcuni, ci sono paesi che stanno decidendo che ognuno di se stesso può fare quello che vuole. Incredibilmente questo è un paese che nella percezione comune sta tra noi e il terzo mondo.
La riflessione che può partire non ci fa fare bella figura, vero?

giovedì 10 maggio 2012

Quello che merita un giornalista misogino

Tutti quelli che leggono ilFatto o sono interessati alla causa femminista sanno che Massimo Fini non perde mai occasione per insultare le donne e lo fa nella maniera più sessista, misogina e becera possibile. Sanno anche che ogni volta che lo fa viene attaccato e ripreso da colleghe e lettori e molte richieste di spiegazioni vengono mandate ai direttori de ilFatto. Questi signori rispondono sempre nello stesso modo, una fra che più o meno dice che non condividono il pensiero ma ognuno deve avere libertà di espressione e comunque danno spazio anche alla campana opposta (è una sintesi... non la dichiarazione letterale).

Beh, si sbagliano.
In francia uno come Fini è stato licenziato immediatamente dopo un tweet sessista (non un intero articolo, solo un tweet) che ha insultato tanto la Prima Donna francese quanto tutte le sue colleghe.
La cosa che mi è piaciuta è che il giornale su cui scrive si è immediatamente dissociato dal giornalista, non come Gomez, Padellaro o Travaglio che cincischiano e dicono "E ma è il pensiero suo, mica il nostro", da quelle parti avere uno come Salviac in redazione è un disonore e una vergogna.
Fini invece non solo scrive ancora sul Fatto ma se la gode ogni volta che causa una polemica.

In Francia si ammazzano per razzismo, hanno la sanità privata e con gli immigrati sono quasi peggio di noi. Però combattono per un giornalismo vero.
Cominciate pure a imparare, cari i miei finti sinistroidi dei miei stivali.

Il pensiero di Obama sui matrimoni gay

Ecco, finalmente l'ha detto qualcosa per cui si è meritato davvero quel "preventivo" nobel per la pace (magari ha detto anche altro, ma non sono così informata): "le persone dello stesso sesso devono avere la possibilità di sposarsi".
Barack Obama ha molte cose per cui essere il primo: si parte dal il primo presidente di colore degli Stati Uniti e si arriva ora a il primo presidente degli Stati Uniti che prende una posizione favorevole verso il matrimonio omosessuale.
Sono quasi invidiosa, noi dopo vari Presdelcons molluschi, mafiosi e criminali ci stiamo avvicinando ad averne uno comico, che a questo punto potrebbe essere davvero il minore dei mali, ad esempio le sue barzellette faranno ridere sul serio (chissà come la prenderebbe la Merkel).


Potrei scrivervi un poema riguardo ai motivi perché i matrimoni omosessuali dovrebbero non solo essere permessi ma addirittura "garantiti", così come l'adozione per i genitori omosessuali, ma sono sicura che ormai vi siete fatti tutti la vostra idea (e poi Obama l'ha detto meglio di me. E anche lui e lui).
Quello che è veramente importante ad ogni modo è svincolare finalmente il significato religioso del matrimonio da quello civile, perché qui in Italia in realtà sono ancora uniti più che mai. Non si spiega in altra maniera se no il motivo per cui, oltre non essere permesso tra persone dello stesso sesso, non siano nemmeno riconosciute le coppie di fatto.
Nel momento in cui lo Stato deciderà di prendere le proprie decisioni in base a ciò che è giusto e democratico per il cittadino e non in base a convinzioni personali, culturali e religiose, finalmente avremo anche i matrimoni tra omosessuali (e, non vorrei dirlo troppo forte, anche maggiori diritti per gli immigrati!).
Certo dovremo solo oltrepassare la barriera di migliaia di anni di patriarcato, misoginia, omofobia e razzismo, ma ehi, che volete che sia, basta smettere di avere paura dei cambiamenti. No?
Se poi il Papa e cardinali vari vogliono metterci il becco come al solito ce l'ho io la soluzione: una bella patata (vegetale) in bocca, cruda. Provate voi a parlare con i denti incastrati in un tubero. Magari gli migliora pure la pronuncia.
Ai leghisti, ciellini, fascisti, pdellisti e finti comunisti invece la patata la darei vera, solo bisogna trovare qualcuno con sufficiente pelo sullo stomaco da sacrificarsi.

venerdì 4 maggio 2012

Italiani disperati in una democrazia oramai inesistente

E niente, evidentemente gli "alti vertici" pensavano di poterci strangolare economicamente senza che nessuno prima poi andasse fuori di testa.
Non dico che ora tutti i poveri disgraziati che improvvisamente si trovano in rovina grazie alla crisi e alle manovre Monti debbano risolvere i propri problemi così, ma il ghiaccio ora è stato rotto. Alla fine era solo questione di tempo.

E mentre leggevo questo articolo avevo chiaro in mente uno scenario datomi da anni di telefilm, film e fumetti, lo scenario di una nazione votata esclusivamente al guadagno che al benessere del cittadino, in cui l'unica cosa che conta è quanto riesci a mettere nelle casse dello Stato e poi nelle tue, in cui se non hai soldi diventi improvvisamente qualcuno da disprezzare e non da aiutare, qualcuno che puoi calpestare: gli Stati Uniti.
Fino a qualche tempo (ok, io ero piccoletta) fa eravamo ancora un normale paese europeo, in cui l'istruzione e la sanità erano davvero pubblici e alla portata di tutti e i salari permettevano una vita dignitosa. Poi qualcosa è cambiato, lo spettro della privatizzazione estrema si è presentato alle nostre porte e tutti sono impazziti, cercando di convincerci che era giusto così perché ci avremmo guadagnato di più.
Ok, chi? Voi o noi? Perché è un po' che ho questa idea che chi vuole andare al governo pensa che sia una specie di signoraggio, dove lui comanda e gli altri fanno, dove lui è il signorotto locale e noi i poveri schiavi che lavorano, dove lui è il proprietario della fabbrica Stato e noi le api operai che producono miele di cui non possono usufruire, e purtroppo comincio a credere che in realtà una vera ideologia democratica noi non l'abbiamo mai avuta. Avremo cambiato nome da Regno a Repubblica, ma il vizio è rimasto.

All'università mi spiegarono il senso dell'architettura del palazzo del parlamento tedesco: la cupola in cui il normale cittadino può accedere sovrasta l'aula plenaria in cui il parlamento si riunisce. Il significato è che è il popolo a essere il sovrano di una nazione, non il governo e che quindi i suoi politici sono al servizio loro e dello Stato, non il contrario.
Questa è la democrazia.
A questo serve la Costituzione, tutto il sistema politico, i referendum e le elezioni. Non serve a far sì che dei figli di papà si ritrovino con incarichi pubblici senza aver nemmeno mosso il culo per candidarsi, non serve a far sì che i politici girino su favolose auto blu e viaggino a spese dei cittadini, non serve a far sì che qualche centinaio di persone vivano con diverse migliaia di euro al mese e abbiano una pensione dopo pochi mesi di lavoro, non serve a far sì che gli amici banchieri e imprenditori dei politici abbiano più agevolazioni a schiavizzare persone a cui dovrebbero offrire un servizio, non gentilmente concederlo. No.

Però è a questo punto che siamo e glie lo stiamo lasciando fare.
E non dico che dovremmo scendere anche noi in piazza in stile francese e inglese, direttamente coi sanpietrini e le molotov in mano, perché sono abbastanza fiera di vivere in una nazione che non pensa di poter risolvere i propri problemi solo con la violenza (che poi però si traduce in violenza domestica e allo stadio, curioso...), ma non siamo ciechi e sordi e soprattutto non siamo incapaci di fare qualcosa.

Possiamo cominciare a votare politici veri, ad avere memoria di chi ha fatto cosa e quando, a non lasciarci incantare dagli show televisivi e dai manifesti, dai cambi di faccia e logo dei partiti, a cercare i persone che promettono veramente di fare qualcosa, a smetterla di andare dietro ai maggiori solo per abitudine, a capire quali sono le nostre vere necessità (ci sono, ne sono sicura, ma non li si trova in tv).
Possiamo fare un sacco di cose, a partire dal far funzionare il cervello. Basterebbe quello, ve lo giuro a farli sudare freddo. Dobbiamo solo avere più voglia di interessarci al nostro paese invece che a cosa fare il sabato pomeriggio.
Viviamo in un sistema democratico, usiamolo prima che ce lo portino via del tutto.

lunedì 30 aprile 2012

Del qualunquismo grillesco

Scorsa settimana uno dei nostri fornitori rispondendo a una nostra richiesta ha scritto come chiusura della mail questa frase "Vota Grillo! L'ultima speranza dell'Italia!"

Ora, io sono stata disillusa sui miti all'età di quattordici anni quando per la prima volta mi sono resa conto che i miei genitori non erano infallibili, ma vili bestie umane (e quindi fallibili) quanto me. Da lì è stata una discesa sempre più veloce lungo la china del "non esistono veri miti o eroi".
Ok, Aung San Suu Kyi non fa testo.

Ora però vorrei sapere cosa accade nella testa di un uomo adulto e vaccinato (da mo') per credere che un comico, la cui capacità di comunicazione si basa per metà sui decibel emessi, per il 45% di parolacce e il restante 5% di scandali, sia veramente un'alternativa affidabile.
Un'alternativa poi che non ha il minimo controllo sul proprio movimento, che lui sì l'ha fondato (come nome) e poi ha lasciato che la palla rotolasse giù per la collina, serenamente, senza che qualcuno si prendesse il disturbo di controllare se per caso beccava qualcosa o qualcuno nel suo percorso.

A parte che vi basterebbe scrivere "Movimento 5 stelle" + "fascismo" su Goole per capire perché non può assolutamente essere un'alternativa accettabile, ma veramente volete mandare al governo una persona che esattamente come il precedente Presdelcons raccoglie seguito esclusivamente per le sue capacità di showman?
Ci siamo già passati ragazzi, veramente, ora basta.
Ci servono persone serie e preparate, persone che se ci metti in mano una crisi globale non ti tira fuori la psicologia spiccia e i ragionamenti da quattro soldi, persone che hanno studiato per poter gestire certi tipi di situazioni, che hanno un piano vero e concreto, che sono consapevoli di avere sulle spalle il destino di 60 milioni di persone, non l'ultimo scandalizzato arrivato.

Ora pensateci, davvero, pensateci un attimo: crisi economica, fondi statali gestiti a cazzo da 30 anni a questa parte, gente che si suicida perché manca il lavoro, sanità in crisi, istruzione in crisi, fasci che spingono per il revisionismo storico, riunioni al parlamento europeo per stabilire le manovre economiche strozzagonadi per i soliti poveri scemi (noi) e in mezzo a tutto questo Grillo e i grillini. 
Non so voi, ma le corna di B. nelle foto istituzionali cominciano a sembrarmi quasi accettabili (ed è grave).
Pensate che certe riunioni in parlamento siano peggio delle gabbie delle scimmie allo zoo durante la stagione degli amori? Aspettate di farci entrare Grillo e poi ne riparliamo.

Oltre a questo metteci la capacità di minimizzare un fenomeno tragico e drammaticamente ancora infermabile e insradicabile come la mafia. Ora pensate a Borsellino e Falcone. Pensate a tutte le vittime di proiettili vaganti per regolamento dei conti della mafia. Pensate al pizzo. Pensate a tutte le persone che vivono sotto scorta o sono morte per tentare di fermarli. Ora provate a non incazzarvi.
Difficile, eh?

Prima di gridare al miracolo italiano (come avete già fatto con IlFatto - salvo poi scoprire che sono una massa di qualunquisti ipocriti come tutti gli altri - e Monti - che come previsto è così incicciato con le banche che solo loro sta salvando) tirate fuori il vostro occhi critico. L'anti-politica va bene, ma con criterio.
Grazie.

giovedì 26 aprile 2012

La bacchettonaggine della Apple

Non ho mai amato la Apple. Il fatto che ormai io sia dipendente professionalmente da un Mac e nella vita da un iPod, non me la rende più simpatica.
Fin dall'apertura dell'iTunes Store ho capito verso quale deriva voleva andare: il monopolio e l'oligarchia della vita informatica degli utenti.

Che le applicazioni vadano prima controllate per evitare truffe agli utenti è, lo ammetto, una cosa saggia, fa parte di un servizio che ad esempio su Android non esiste. Che però la Apple si prenda il potere di decidere se un determinato contenuto non è adatto perché contiene immagini troppo esplicite, su un'applicazione in cui devi dichiarare di essere maggiorenne per acquistare, beh scusatemi mi pare troppo.
Ma poi da un'applicazione che si chiama iKamasutra cosa pretendevano? Gli stickyman a illustrare le posizioni? Che diritto hanno loro di decidere se un utente ha o non ha il diritto di poter vedere quelle immagini? Se continuano a comprarla invece di passare ad altre applicazioni, è chiaro che la mossa di mercato è valida. A loro che gli frega?

Ma è un po' che si è capito che delle vere esigenze degli utenti alla Apple non glie ne è mai fregato una merita cippa. A loro importa esclusivamente delle loro esigenze, dell'immagine che vogliono dare alle persone che utilizzano i loro prodotti, come devono condividere o elaborare contenuti e a quanto pare ora ne vogliono controllare anche la libido. Il prossimo passo qual è? Mettere un filtro sui propri device per impedire alle persone l'accesso a Youporn? Cos'è, si traumatizza la retina display se appaiono immagini troppo esplicite? Immaginare che possano essere utilizzati come oggetti per ricercare il piacere li disturba così tanto?

Che poi che razza di problema continuano ad avere gli americani con il sesso proprio non lo capirò mai. Bacchettoni e dittatoriali fino all'ultimo sulle scelte di vita che fa la gente.
Ma fatelo anche voi invece di rompere i coglioni agli altri, frustrati!

25 anni e ancora non è finita


Quando ero alle medie avevo dei professori profondamente convinti che il nucleare fosse una piaga.
Per tre anni infatti ci subissarono di informazioni su come avveniva la produzione di energia elettrica con il processo nucleare, com'erano composti gli impianti, la sicurezza e soprattutto come funzionava il "non" smaltimento delle scorie, ossia lo stoccaggio in attesa del decadimento.
Dopo queste belle lezioni tecniche ci avevano messo di fronte a Chernobyl.
Storia. Foto. Racconti di persone che avevano ospitato i bambini di Chernobyl per uno scambio culturale a senso unico.
Certo, aver avuto una madre e un padre che si erano spaventati a morte quando capirono che a solo un anno e mezzo potevo essere contaminata con cibi radioattivi, ha aiutato la mia repulsione e a 27 anni e rotti la mia opinione non è cambiata.

Il nuclerare è pericoloso. Dannatamente pericoloso.
Ce l'ha dimostrato Chernobyl 25 anni fa e ce l'ha dimostrato Fukushima l'anno scorso.
A che pro, mi chiedo, creare impianti nucleari costosi, le cui scorie non decadranno prima di centinaia di anni, in cui basta un imprevisto, qualcosa per cui nessuno ha approntato un piano B o anche solo l'A, affinché migliaia di persone si ritrovino contaminate, malate, uccise e così i loro figli e tutte le generazioni future, le zone intorno agli impianti diventino città fantasma, inadatte alla vita e i milioni che devono essere spesi perché questi impianti non nuociano più a nessuno?

Certo, le risorse rinnovabili non hanno lo stesso rapporto quantità-prezzo di un impianto nucleare, ne servono di più, molte di più, per generare la stessa quantità di energia, ma non è una scusa.
Che proprio nei giorni in cui noi eravamo chiamati di nuovo a esprimere la nostra opinione a riguardo Fukushima sia stata investita da uno Tsunami, è stato di un tempismo drammatico.

Il sarcofago è carino, davvero, un bel capolavoro di ingegneria. Un monolite all'idiozia umana, quella che crede di poter governare ogni cosa, anche l'entropia con la sola forza dell'ottimismo e della presunzione.
Anche il progetto è molto ottimista, vogliono smettere di avere preoccupazioni per i prossimi cento anni. L'Ucraina però non ce la fa da sola, dobbiamo aiutarla tutti. Durante la seconda più grande crisi globale dall'invenzione del capitalismo.

E' chiaro vero, perché è meglio investire nel rinnovabile invece che costruire impianti che potrebbero rivoltarcisi contro proprio mentre siamo tutti con l'acqua alla gola?

Ma se nemmeno la paura di morire o peggio e il non arrivare a fine mese riescono a far capire ai fanatici del nucleare che questa opzione non è più un'alternativa accettabile, propongo che solo loro poi ci vadano a vivere vicino agli impianti e ai depositi di stoccaggio.
Tutti gli altri poveri imbecilli che invece preferiscono ingombranti e costosi impianti rinnovabili staranno a centinaia di chilometri di distanza. Però non aspetteranno un incidente per isolarvi, lo faranno prima e non importeranno nessun tipo di prodotto perché la contaminazione è sempre dietro l'angolo.
Se vogliono rischiare lo facciano solo con il proprio di culo, tutti gli altri si godranno una vita tranquilla lontano da malformazioni genetiche e contaminazioni.

martedì 24 aprile 2012

L'unico motivo per cui non vogliono più uccidere

Non perché è inumano.
Non perché va contro tutti i principi morali religiosi di cui si riempiono sempre la bocca.
Non perché è completamente antidemocratico e contro i diritti dell'uomo. No.
Ma perché costa troppo.

In un mondo in crisi pare che l'abolizione della pena di morte negli Stati Uniti possa passare esclusivamente tramite il portafoglio dei contribuenti. Roba che se stavamo ancora nel boom economico la ristabilivano in tutti gli altri.

Ma che bel coraggio che hanno a dichiarare ogni tre per due che non si fidano degli atei perché non hanno una guida morale e non sono costretti a rispettare i principi imposti dalla fede, quando sono i primi a fare orecchie da mercante quando si tratta del più importante: non uccidere.

Ho una sola parola per voi: cani.

giovedì 19 aprile 2012

L'amorevole metodo educativo

"Se ti allontani ancora ti ammazzo!"
Questa è stata l'ultima frase che ho sentito di una madre alla figlioletta di 4-5 anni dopo aver appena attraversato la strada. La minaccia precedente era "Ti stacco la testa".

Io non so quanti di voi siano mai stati minacciati di morte per un piccolo sgarro (aver staccato la madre durante l'attraversamento), ma sono sicura che non siano cose che aiutino un sano sviluppo psicologico del bambino.
Perché da piccoli il ricatto psicologico instaurato in automatico tra genitori-figli è "mamma e papà potrebbero non volermi più bene" (da cui al regola pedagogica di assicurarsi sempre che i figli siano consapevoli del nostro affetto anche durante le punizioni) non "mamma e papà potrebbero uccidermi".

E allargando il campo, questa sembra un po' l'anticamera della confusione tra amore e violenza che ad oggi ha già fatto 51 vittime (donne) dall'inizio dell'anno. Non so quanto ci vado lontana ipotizzando regolari violenze verbali in quella famiglia.

Sinceramente ho un po' paura di immaginare quante altre minacce quella bambina riceverà crescendo. Per i voti a scuola. Per le uscite la sera. Per i ragazzi.
Sono abbastanza sicura che prima o poi l'idea di levarsi dai coglioni il prima possibile le si affaccerà nella mente. Se poi è furba, la metterà davvero in pratica, magari per sempre, che chi ha voglia di accudire dei genitori che l'hanno allevata a terrorismo?

Appendetelo a casa vostra e lasciateci vivere in pace

Ed eccola qui! La notizia giusta per questo giovedì grigio e piovoso.
Una nuova, brillante, fantastica iniziativa, per imporre a tutti un simbolo religioso, stavola in Campania.

Che poi ci provano pure, povere stelle, a giustificarsi dicendo che è un simbolo culturale e non religioso.
Poveri cocchi, ci credono tutti cretini e ignoranti quanto loro. Come se nessuno di noi sapesse che già solo l'imposizione non è un concetto laico, che proprio la laicità portò avanti quei principi di cui tutti loro si riempiono la bocca. Perché la Chiesa, tollerante, protettrice dei diritti altrui e la valorizzazione della persona, non lo è mai stata a meno che non si stesse parlando di ricchi e potenti.
Perché non ci vedo nessun rispetto, tolleranza, protezione dei diritti altrui e valorizzazione della persona, nel continuo sindacare sulla gestione delle nostre vite, dei nostri sentimenti e dei nostri credi. Per la miseria, sapete quanti decenni è andata avanti l'inquisizione?
Persone che solo per curiosità culturale venivano tacciati di eresia.
Persone di culti diversi esclusi dalla società o schiavizzati.
Povera gente che moriva di fame mentre ecclesiastici vari gli dicevano la ricompensa sarebbe stata nei cieli e la sera stessa pasteggiavano a vino e cacciagione alla tavola di qualche signorotto o reale.
Tasse e sanzioni per sostenere la vita della corte papale, crociate per conquistare nuovi territori e rinsaldare il dominio dell'impero.
Voi lo sapete che l'indice dei libri proibiti esiste ancora?
E' questa quindi la simbologia culturale che volete portare avanti?

La laicità, quella vera, pose fine alla sovranità del Papa sulle altre monarchie.
La laicità fece in modo che la gente cominciasse a infischiarsene dell'eresia e della paura dell'inferno e si addentrasse verso studi che esplorarono il mondo per davvero e non solo tramite un libro muffito.
La laicità ha fatto in modo che quell'idiota lì, che vuole mettere il crocifisso d'appertutto, possa vivere fino a ottantanni e rotti, perché se fosse stato per la Chiesa moriremmo ancora a quarantanni a causa del blocco dello sviluppo medico e scientifico.

Il crocifisso è un simbolo religioso.
Se non lo è, toglietelo dalle chiese, smettete di pregarci davanti, smettetela di stamparlo sui santini.
Perché non mi interessa che nel vostro libro c'è scritto che ha portato il concetto di tolleranza e pace tra gli uomini, voi non l'avete mai veramente seguito.

E se proprio volete promuovere la laicità fate una bella cosa: voi il vostro crocifisso ve lo appendente in casa, noi ce ne infischiamo e continueremo a fissare dei muri bianchi.
Vivi e lascia vivere, è così che fanno i laici.
Ma smettetela di pigliarci per scemi per favori che, ve l'assicuro, proprio non ci riuscite.

mercoledì 18 aprile 2012

Raccontatemelo ancora: quanto siamo civili?

Prima o poi dovevano aspettarselo.
Una delle più grandi evoluzioni che la tecnologia ha portato è la diffusione di notizie istantaneamente da parte di chiunque e, soprattutto, il poter raggiungere chiunque, non solo chi di dovere.

Naturalmente, nessuno ne sa niente.
Interpellata la polizia di stato, l'ambasciata tunisina, Alitalia, ministeri e dicasteri vari: nessuno ne sa niente.
Il che nella loro lingua mi sembra quasi che voglia dire non "non ne sapevamo niente, scusate" ma un "non esiste, per questo non ne sappiamo niente". Ma la foto scattata con il telefonino da un passeggero è lì, a dimostrare che avrebbero dovuto saperne qualcosa. Se poi cerchiamo meglio, ci accorgiamo di quanto questi "non ne sapevamo niente" siano ipocriti visto che è prassi comune europea. Magari è pure brevettata.

Devono indagare dicono

Ma indagare che?
Sono sicura che tra gli intestatari dei biglietti, la registrazione del documento al check-in, i documenti che autorizzano il viaggio e la scorta, etc., ci avranno messo tipo 3 minuti a capire chi c'era su quell'aereo con i due tunisini rimpatriati. Ma devono allungare i tempi e sperare che la gente dimentichi.

Esattamente, chi vigila sulle forze dell'ordine in Italia? Chi è che indaga che tutto avvenga secondo le regole? Chi è che si impegna a prendersi sulle spalle il fardello di controllare che chi sceglie di portare la divisa se la meriti per davvero?

E meno male che questi rimpatri avvengono con compagnie di linea e non solo perché la tradizionale indifferenza italiana ogni tanto fa cilecca, ma anche perché vedere come il nostro paese tratta persone nelle stesse identiche condizioni in cui eravamo noi non più di sessant'anni fa, ci fa bene.
E al signore che ha commentato che quel comportamento doveva essere una soluzione agli sputi dei rimpatriati... ve li meritavate quei cazzo di sputi!
Sapete veramente cosa sono i CIE? Cosa hanno passato prima di essere portati su quell'aereo? Vi sembra normale essere puniti perché si cercava solo di avere una vita migliore e diversa da quella che il luogo nativo ci aveva riservato?
Ci meritamo piscio in faccia, altro che sputi.

Io, con la testa piena di telefilm americani dove la disciplinare piomba in volata a indagare su questo e quello al minimo sospetto (vabeh, sono abbastanza sicura che non siano proprio così "ligi" e comunque quello è il paese che è andato in giro per tutto il mondo a insegnare come violare meglio i diritti civili), ora in questo momento con un testimone oculare e una prova visiva esistenti, vorrei vedere qualcosa attivarsi.
Perché noi ci riempiamo sempre la bocca e le orecchie di quanto siamo "civili" e "democratici" e poi alla prima occasione dimostriamo di essere barbari e mafiosi tanto quanto tutti quelli a cui appiccichiamo quell'etichetta. Simbolico che lo facciamo proprio con persone che in questo paese ci vengono per trovare quella civiltà e democraticità di cui tanto ci vantiamo.

Dovremmo essere denunciati per truffa e pubblicità ingannevole.
E l'esistenza della Lega sarebbe già una prova schiacciante a nostro svantaggio.

Antipolitica eh

Sono un po' di giorni che sento questa parola: antipolitica.
Pare che i cittadini italiani siano sfiduciati, che guardino un politico, uno qualsiasi, e ci facciano la linguaccia, che non credano più nei partiti, che per tutti siano semplicemente mangiapane a ufo (e i cani se ne lamentano pure!)
Non so, mi sono stufata di dire "la scoperta dell'acqua calda", mi serve qualcosa di più incisivo come motto.

No perché se avevamo veramente bisogno che che Mr. B. si levasse dai cojoni solo per capire che nessuno dei partiti attualmente viventi in Italia stessa facendo qualcosa di diverso da: sostenere B./andare contro B., allora siamo messi peggio di quel che credevo.

Non ci sono partiti in Italia (ok dai, quelli grossi, quelli i cui segretari vanno in tv a sbraitare, sbraitano sui giornali e sono inseguiti dalle Iene) il cui programma sia qualcosa di diverso da: rimani appiccicato a quella cazzo di mucca più che puoi e continua a mungere.
Che ce ne stiamo accorgendo è una bella cosa, peccato che gli italiani per genetica siano lucertole: se ne stanno stese al sole fin che c'è, si spostano un po' se una nuvola lo copre, si rintanano nei giorni di pioggia, scappano alla minima vibrazione negativa e se vengono acchiappati in qualche modo sono anche disposti a rimetterci la coda.
E' più facile che ci spuntino le ali prima che a un italiano venga in mente di incazzarsi per cose serie.

Io sinceramente non avevo bisogno di un governo tecnico per capire che il PD era tutto tranne che sinistra, che la Lega era marcia quanto quelli contro cui sbraitava, che il PDL erano una manica di ruffiani, che i grillini erano solo dei troll e flame rompicazzo (che poi vogliamo capirlo o no che sono immischiati coi fasci?), che l'Idv non ha spina dorsale, e che tutti in realtà si buttano sulla tendenze del momento a cazzo solo per far vedere che, no, ma noi siamo col popolo, noi ci teniamo, siamo avanti, vedete?

Ma andate a fanculo.
Abbiamo un governo tecnico formato da figli di papà di cultura ultraconservatrice che non hanno mai saputo cosa significasse rinunciare per una settimana alla carne e alla frutta perché se no non arrivavi a fine mese, che non sanno nemmeno cosa significa farsi la gimncana dei colloqui perché il nome di papà e i titoli di studio conseguiti delle più prestigiose facoltà del mondo faceva la metà del lavoro, cresciuti in un'epoca dove c'era ancora il ricambio generazionale e tutti avevano fretta di crescere perché c'era il boom del dopo guerra e quindi assumiassumiassumi! e sapete che c'è, tutti partiti che ci stanno girando intorno e ci fanno i salamelecchi, hanno la stessa dannata età!
Come cazzo fate a credere che possano essere veramente in grado di risolvere la crisi e capire le necessità della popolazione attuale in un mondo in cui l'economia e la società si evolvono ogni 5 anni?

Perciò tirate la testa fuori dal culo e cominciate a informarvi sui partiti più giovani, più piccoli, quelli che davvero i finanziamenti pubblici non li hanno mai presi e hanno tutti un altro lavoro, uno vero e le riunioni le fanno il finesettimana e la sera, e hanno tutti i vostri problemi e se parlate di precariato vi fanno vedere il loro CV di lavori temporanei, che magari la metà va in bici perché la bezina costa e il bus pure e certo non comprano l'acqua in bottiglia che è una spesa inutile e tanto quel che non ammazza ingrassa.

Certo sperare che i parassiti attuali lo capiscano è inutile, che noi in massa ci mettiamo a fare qualcosa è utopia, quindi credo che la speranza sia solo in quei pochi che ancora ne hanno voglia. Quindi cari: manuale di pubbliche relazioni, di comunicazione e marketing moderno, fate qualche flash mob, parlate con le femministe (quelle vere), con l'Arcigay, con l'UAAR o coi vostri corrispettivi di destra (se lo siete) e poi uscite a parlare con la gente ma per favore non con quella maniera così fastidiosa dei comunisti (ragazzi, veramente, io quel giornale non lo leggo mai, ma vi pare che mi leggo le seghe mentali lunghe 33 canti dantici vostre?) ma fate capire che ci siete.
Che finché non vi leggo almeno sul Post o su Linkiesta col cazzo che esistete nel mondo.

lunedì 16 aprile 2012

L'arte maschile di riuscire a scherzarci

Io amo i miei colleghi. Seriamente. Quelli con cui vado a pranzo poi li trovo rigeneranti. Perché sono schietti e razionali e non parlano sempre di lavoro (sì, sono tutti maschi).
Però quando mi trovo improvvisamente in mezzo a battute misogine, per quanto dette per scherzo e solo per modo di dire, mi rendo conto che alla fine anche loro da qualche parte hanno insito un inconsapevole becero maschilismo.
Dico inconsapevole, perché sono piuttosto sicura che non se ne rendono affatto conto. Infatti non credo proprio che nessuno di loro davanti alle proprie madri/sorelle/nonne/compagne/figlie avrebbero mai fatto quel tipo di battute. Ma c'ero solo io, perciò cinque minuti sono diventati per un attimo un raduno solo maschile che non sarebbe stonato in un pub davanti a una pinta di birra e la partita sullo schermo.
Perché dite quello che volete, ma quando siamo a numero 51 vittime di violenza maschile dall'inizio dell'anno (in Italia), scherzare ancora sul vecchio proverbio "Quando torni a casa picchia tua moglie, tu non sai perché ma lei sì" è crudele e sintomo di un'ignoranza abissale della reale situazione della società attuale.
Quel proverbio, forse più di tutti, indica qual è stata ed è ancora (per molti) la reale concezione dell'uomo nei confronti della donna: un oggetto, un animale al loro servizio, che va addomesticato e asservito perché non sgarri ed esca mai dalle imposizioni patriarcali, perché loro sono i padroni e hanno il diritto di farci quello che vogliono. Ma soprattutto un essere che, a differenza loro, è fallibile e imperfetto e quindi va educato come un cane che non vuole stare alla catena, se necessario fino alla morte.
Li conosco bene ormai e so che un'azione del genere non è assolutamente insita nella loro natura e quel proverbio è solo un retaggio culturale lontano, ma purtroppo là fuori è pieno di persone che di quelle parole ne fanno una regola di vita ogni giorno. E sono tante le donne che non riescono a liberarsene e al medico del pronto soccorso dicono che sono cadute dalle scale. Di nuovo.
Perciò credo che scherzarci su, come se fosse un gioco, come se fosse acqua passata invece che drammatica realtà, sia stupido e sintomo della peggiore delle ignoranze. Perché i giornali ora ne parlano e di scuse ne hanno poche, e se riescono a conoscere a memoria tutti i dannati giocatori della Champions League, potrebbero anche sprecare due neuroni per assimilare la notizia dell'ennesima donna brutalmente uccisa dal compagno o ex.

Sì, ho smesso subito di sorridere e mi sono calmata per cercare un tono che non fosse di polemica, perché avrei rovinato pranzo e rapporti. Mi sono voltata invece ridendo, verso il più vulnerabile lo ammetto, e gli ho detto di rifare la conversazione davanti alla sua compagna. Dopo le battute su come sarebbe stato conciato finalmente il discorso è cessato.
Forse la prossima volta avrò il coraggio di dirgli di rifarlo davanti alla nostra collega V. che una volta di sorelle ne aveva due e una gli è stata portata via dell'ex-marito con un colpo di pistola. Chissà se rideranno ancora.

Sull'itech per principio non mi fido

Sì, sono nata in un'epoca di incredibile sviluppo tecnologico.
Ho visto praticamente nascere la diffusione dei cellulari, dai primi grandi quanto cabine telefoniche fino agli smarthphone.
Ho visto il passaggio dal walkman al lettore mp3.
Ho visto la morte del floppy disk a causa del cd-rom e l'arrivo dell'agonia dello stesso.
Ho visto la nascita del 3D.
Ho visto console game diventare più potenti e avanzate di un computer.
Ho visto la nascita dei tablet e degli schermi touch-screen.
E sono una dannata trekkie (selettiva, ma una trekkie).

Insomma, io nella tecnologia ci sguazzo (limitatamente al mio budget).
Ma la considero per quello che è: silicio, plastica e rame, in poche parole artefatti umani e quindi fallibili.

Nata poi in Italia, dove le connessioni internet sono 1. costose, 2. difficilmente reperibili, quando mi prospettano un futuro privo di supporti fisici, rimango sul scettico.
E non solo perché so cosa può succedere a un server se anche solo uno dei condizionatori della struttura si rompe, ma anche perché so che se è online non è impossibile craccarlo.

Io sono anche della generazione degli hacker e dei pirati multimediali. Non mi intendo di hackeraggio ma so che tutte le precauzioni utilizzate per impedire il rippaggio dei dvd sono state inutili. So che hanno provato a eliminare la pirateria sul mulo e sui torrent e gli ha detto male, anzi, ha costretto persone fossilizzate da anni sui metodi preistorici ad aggiornarsi. Ho visto la chiusura di Megaupload e Megavideo e questo ha reso solo le comunità più attente. Avevo visto la chiusura di AnimeDB ed è successo che i piccoli forum prima anonimi ora hanno il triplo delle visite. Ho visto insomma, forze dell'ordine affannarsi a rincorrere piccoli e grandi pirati e non gli riesce proprio benissimo. Anzi, è arrivato WikiLeaks.
E poi so che se c'è gente come quelli di Anonymus che fanno quello che fanno per ideologia, ci sono anche quelli che lo fanno per hobby o su commissione e che nonostante fumetti, film e telefilm ci dicano che se paghi abbastanza puoi avere difese impenetrabili, ci dicono anche che c'è sempre un pesce più grande, furbo e bravo di te.

Ho un collega che seppur informatico non frequenta nessun tipo di social network e non lo farà mai, perché se non vuoi che la tua privacy venga violata il metodo è uno solo: rimanere offline.
E io, che quando ho cominciato a usare la rete gli unici nomi ammessi erano i nick-name e dicevi il tuo nome vero (e di solito non assolutamente il cognome e al massimo la città in cui vivevi) solo dopo che ti eri veramente assicurato che chi frequentavi era qualcuno di fiducia, gli dò ragione. Quando è nato Facebook questa storia di usare il vero nome mi ha traumatizzata e sono dannatamente selettiva con i miei contatti (anzi, è ora di pulizia).

Perciò piano con l'entusiasmo e se dovete trasportare file di natura particolarmente privata fidatevi, le chiavette USB con un bel laccetto lungo da poter stare intorno al collo sono e saranno sempre il metodo migliore per tenere al sicuro dei dati. Se non altro saranno costretti ad affrontarvi faccia a faccia per averli.




venerdì 13 aprile 2012

Il razzo della Corea ha un buco nella gomma

Beh, insomma, vi siete tanto agitati per sto razzo e poi non è nemmeno riuscito a raggiungere la stratosfera.
Giappone e Corea del Sud dispiegano le forze, USA condannano l'iniziati, la comunità internazionale (ok, ma chi ne fa parte? Solo noi occidentali oppure ci abbiamo ammesso anche il Burundi e l'Afghanistan) e perfino la Cina non l'ha visto di buon occhio (e qui ci sono rimasta di sale).
Si beh, ecco, che esagerati.
Ora io non vorrei dire, ma per quando la Corea del Nord abbia come obiettivo riunirsi (violentemente) al Sud e conquistare il Giappone (almeno, è sempre quello?) prima di gridare "Al lupo!" non è il caso di vedere che succede?
Perché signori, sono messi talmente male che il lancio di un misero satellite non gli è riuscito, cosa credete che possano mai fare contro tre nazioni di cui una ha insegnato a tutti cosa fossero le armi di distruzione di massa?
Che poi devo dire la verità, io quelli che devono venirti a dire qualcosa ogni volta che ti vedono impegnato in un qualche tipo di attività non li reggo tanto.
Sono un dannato regime comunista autocratico, isolato dal resto del mondo e da che mondo e mondo cos'è che ha sempre fatto cadere regimi, religioni, pregiudizi, razzismi, etc? La cultura e la condivisione della stessa.
Perciò la prossima volta che devono lanciare un satellite meteorologico non so, fate qualcosa di carino, offritegli un paio di scienziati per farlo andare a buon fine stavolta. Ci guadagnate due volte:
1. loro vi dovranno un favore (o comunque farete capire che siete ben disposti a fargli far parte del resto del mondo)
2. scoprite se è davvero un satellite quello che lanciano

Che, di nuovo, c'è un motivo se la guerra fredda non è mai giunta al suo apice più estreno ed è: a nessuno interessa un futuro post apocalittico.
E se la Corea del Nord avesse veramente le risorse (e la volontà) di muovere guerra lo avrebbe già fatto da un pezzo.

giovedì 12 aprile 2012

Gene Roddenberry sarebbe stato in prima fila

Lentamente a passettini arriva il futuro.
Quello ipotizzato da anime, film e telefilm fantascientifici negli ultimo 40 anni.
Quello in cui tutti prima o poi andremo nello spazio.

http://www.spaceland.biz/

Cioè, pensateci: al momento gli unici a frequenzate lo Spazio sono gli enti governativi. Perciò tutti gli astronauti sono persone addestrate in ambito militare prima e aerospaziale poi. Invece qui una persona qualsiasi (sì certo, ben fornita di denaro) può diventare un astronauta. E' solo il primo passo verso quelle che saranno in futuro scuole guida spaziali. Vi immaginate a 18-21 anni dire: sto facendo la patente spaziale?
Centri come lo Spaceland apriranno la strada a missioni spaziali private che non dovranno per forza di cose usufruire di piloti (o ex) governativi per guidare i propri shuttle (che sono sicura non ce ne siano proprio a bizzeffe). L'apertura al privato di determinati settori poi ha sempre portato a una velocissima evoluzione delle tecnologie utilizzate (perché c'è un mercato da conquistare e anche velocemente prima che lo facciano altri, mica cazzi).

Insomma, non dico che forse riuscirò a vedere completato un teletrasporto prima di esaurire il mio ciclo biologico ma, chissà, forse un voletto nello Spazio sì.

L'idiozia cattolica non ha mai fine

Una cosa che non ho mai sopportato della Chiesa e dei cattolici (e delle religioni in genere ma loro sono dei campioni assoluti) è l'ipocrisia.
Leggiamo questa notizia.
Un parroco si rifiuta di dare la comunione a un ragazzino disabile perché incapace di intendere e di volere. Scoppia il caso di discriminazione.

Ora, da un lato potrebbe pure essere un ragionamento sensato dato che viene richiesta la capacità di intendere e volere a delle persone che prendono i sacramenti. Dall'altro lato: e il battesimo quindi? Quello non è un abuso commesso su un essere incapace di intendere e di volere (di cui sono consapevoli tutti dato che sono presenti un padrino e una madrina che "rinunciano" al male per l'infante)? E poi che ne è della caritatevole tolleranza cattolica che spande sacramenti e amore ovunque basta stiano fermi abbastanza da ricerverli?
E che significa che ci sono rimasti male pure i compagni? Cosa centrano loro? Il soggetto non era il ragazzino disabile? Concentrati mamma! Tuo figlio c'è rimasto davvero male perché aveva capito cosa gli stavano rifiutando o solo perché non poteva avere qualcosa che tutti i suoi coetanei invece stavano ricevendo?
Che poi hai anche ragione a dire che a dieci anni è difficile che un ragazzino capisca il significato dell'Eucarestia, quindi perché dopo averlo battezzato ora si rifiutano di comunarlo? (Ma quindi anche per te non è una cosa seria, vuoi solo fargli fare qualcosa di normale per far finta di avere un figlio normale, o no? Che è sacrosanto chiaro, ma se nemmeno tu ci credi a sufficienza da aver sentito la necessità di sposarti in chiesa perché hai dovuto imporre la tua finta fede a lui?)

La discriminazione dei disabili è all'ordine del giorno in Italia, questo è vero, ma io me la prenderei di più per cose come:
- mancanza di rampe d'accesso a edifici pubblici, privati e più semplicemente ai marciapiedi
- mezzi di trasporto non completamente accessibili (solo a Torino un disabile il 9 non potrebbe prenderlo. Mai.)
- tagli alle spese pubbliche per il servizio ai disabili
- mancanza di insegnanti e programmi di sostegno nelle scuole
- esclusione dei disabili da attività scolastiche ricreative
- scarsi parcheggi per disabili
- scarsi posti di lavoro per i disabili

Ecco, questo cambia la vita a un disabile, non il ricevere o meno la comunione.
Sono queste le battaglie che dovreste portare avanti genitori, dei sacramenti mancati invece non credo proprio che vi dovreste interessare e non dovrebbero interessare nemmeno alla Corte Europea di Strasburgo. Perché quella è una cosa superflua e se davvero il ragazzino non era in grado di comprenderla non credo che ne avrebbe mai nemmeno sentito la mancanza fino a che qualcuno non glie la facesse notare.

Cattolici, un consiglio, smettetela contarvi balle e i ragazzini fateli battezzare quando sono grandi, come si faceva una volta prima che la Chiesa avesse un disperato bisogno di infoltire i propri registri per dimostrare di avere ancora dei fedeli. Così magari la prossima volta non vi ritrovare un bambino disabile che rigurgita l'ostia perché stressato dalla situazione e dall'umore familiare che sente intorno a sé (e la Chiesa potrebbe cominciare a contare le persone sui registri come fedeli veri e non solo di abuso).

Io della Lega non scrivo

Ho deciso che io della Lega stavolta non scriverò niente.
Primo, perché i leghisti mi stanno più sul cazzo dei nazisti, fondamentalisti religiosi e istituzionali, papisti, ipocriti, dittatori e misogini e non ho voglia di avere acidità di stomaco.
Secondo perché se ne sta riempiendo il web e c'è gente molto più salace e brava di me.
Terzo perché a causa del punto prima ne uscirebbe solo una sequenza di bestemmie e insulti in italiano corretto che nessuno di loro capirebbe e quindi non ne vale la pena.
Scatenatevi voi.
E complimenti per essere cascati puntualmente dal pero. Di nuovo.
Però ora fatevi furbi e compratevi un casco.

mercoledì 11 aprile 2012

Viva le vecchine con l'ombrello

L'educazione è quella cosa che ci mette al riparo dalla carenza empatica altrui.
Ovvero, cose come "non metterti le dita nel naso" sono regole fatte perché a molte persone da fastidio vedere altri che si mettono le dita nel naso, altri che non hanno la sensibilità necessaria a capire che determinati comportamenti potrebbero dare fastidio al prossimo (o più comunemente, non glie ne frega una cippa). Vale per la musica alta, urlare al telefono, superare le code agli sportelli, prendere a gomitate la gente per passare, etc.
Quando però la carenza empatica incontra l'ignoranza è un bel quarantotto: così si hanno adolescenti sui treni e sugli autobus con la musica a palla che urlano per parlarci sopra, sconosciuti in metro che urlano come se dovessero far arrivare fisicamente attraverso l'aree la propria voce e non tramite un microfono, e gente che rischia il linciaggio perché si presenta alla cassiera dopo aver abilmente scavalcato tredici persone prima di lui.
E questa maleducazione e carenza empatica è sempre più diffusa, e dà dannatamente fastidio.
Se fossimo in un paese diverso, come l'Inghilterra, al primo sgarro avremmo trovato una vecchina che ci prendeva a ombrellate, ma siamo in Italia, la patria del "fatti i fatti tuoi e camperai cent'anni". Paese  natale di campioni che "Sul serio picchiava la moglie ogni sera? E io che credevo fosse la tv!". Fonte inesauribile di frasi come "No, io non ho visto niente, mi faccio i fatti miei io!" e "Io faccio quel che mi pare e fatti i cazzi tuoi!" o "Che rompicoglioni che sei!".
Così viviamo ogni giorno in strade piene di gente sempre più maleducata che non capisce che il proprio comportamento sta infastidendo gli altri, aumentando così l'odio e il gap generazionale, spingendoli a fare cose sempre più fastidiose per il prossimo.
Secondo me non siamo molto lontani a risse tra generazioni invece che tra ultrà di squadre diverse. Già me li vedo i mocciosi e i trentenni a darsi spallate mentre i settantenni fanno lo sgambetto al ventenne.
Comunque se mai dovessi vederne una, io punto tutto sulla vecchina con l'ombrello.

Tanto rumore per un dominio

Questa cosa sta diventando ridicola.
Mediaset si dimentica di rinnovare il dominio internet (una di quelle cose che, normalmente, un'azienda seria metterebbe in automatico tipo l'accredito delle bollette sul conto corrente) e un'azienda omonima se lo compra.
Niente di strano, internet è come quel detto che "chi va a Roma perde poltrona". Tu lasci il dominio libero per più del tempo che ti viene concesso dal rinnovo e quello viene rimesso in vendita. Anzi ci sono servizi che si premurano di avvisarti che "Hei! Un dominio .com con il tuo nome ora è libero! Compralo subito!".
Giustamente il ricordo al World Intellectual Property Organization è stato respinto: il dominio è stato acquistato legalmente.
Dopo una sentenza del genere la Mediaset dovrebbe incassare a corrompere a suon di soldoni la piccola azienda per farsi ridare il dominio, e invece no! Se i tribunali internazionali non aiutano che problema c'è? Ci rivolgiamo a casa nostra. Ed è così che il tribunale di Roma a "sorpresa" intima all'azienda di restituire il dominio alla nostrana.

Ma ci siete o ci fate?

Signori, se uno smette di pagare il mutuo di casa sua, la banca se la riprende e la mette all'asta. Se l'ex proprietario tornasse poi dicendo "Aspettate! Ora li ho i soldi!" sfrattereste davvero la famiglia che l'ha legalmente acquistata per ridarla a lui?

Ma poi anche se l'avessero comprato apposta per sfruttare le visite al sito televisivo cosa centra? Il dominio era libero. LI-BE-RO e nel mondo di internet è così che funziona. Proprio, come la corsa all'oro ai tempi del west, dove il primo che piantava il paletto era proprietario del terreno.

Certo che, quando vogliamo, siamo proprio dei provincialotti ignoranti.
Ora voglio vederli a districare la matassa sui diritti del nome Mediaset.

Comunque non so a voi, ma a me il contenuto di www.mediaset.com pare notevolmente migliorato.

Le parole sono sempre bombe nucleari

E insomma, ma chi se l'aspettava di leggere di Günter Grass ancora dopo Pasqua?
Che il poeta l'abbia o meno fatta fuori dal vaso alla fine questo articolo la dice giusta: Israele non è disposto a sottostare a nessun tipo di controllo internazionale e se qualcuno li critica è subito antisemitismo.
Che secondo me era l'esatto intento dello scrittore: scatenare un dibattito.
L'Occidente deve decidersi che politica seguire, ovvero quella del "o tutti o nessuno" o "tu sei amico mio e quindi ti tratto un po' meglio degli altri" oppure "tu mi tieni per le palle e quindi io non ti dò fastidio".
Questo senza mai dimenticarsi che se da un lato c'è uno stato arrogante dall'altro ce ne è uno che non ha mai fatto mistero delle sue mire genocide. Una seconda Shoah non la vuole nessuno, ma nemmeno un conflitto nuclerare. Quindi io tornerei alla vecchia politica del disarmo, ma globale. Togliamo la bomba a Israele e non facciamola costruire all'Iran sì, ma poi la togliamo agli USA, Russia, Corea, Inghilterra, Francia, etc.
Se non ce l'hanno tutti non ce l'avrà nessuno.
Così sì salva la popolazione mondiale, non costruendo ordigni apocalittici a gogò.

venerdì 6 aprile 2012

Su Gunter Grass

Credo se ne stia facendo un caso più grosso di quello che è.
Veramente.

Sappiamo tutti che il conflitto israelopalestinese non può essere ricondotto a: gli ebrei sono i cattivi/i palestinesi sono i cattivi. Da un lato abbiamo l'Iran e la Palestina, due paesi la cui politica si basa sul fondamentalismo islamico, il cui scopo dichiarato è spazzare dalla terra lo stato di Israele. Dall'altro abbiamo Israele, arroccato da decenni nella propria posizione di difesa nel nome della quale si permette atti di violenta colonizzazione e attacchi "preventivi".
Chi ha ragione?

E' un serpente che si morde la coda: nessuno dei due cederà il passo perché la Palestina continuerà a puntare il dito contro Israele per i territori occupati, l'embargo e gli attacchi preventivi, Israele continuerà a puntare il dito contro gli attentati terroristici e le continue dichiarazioni di guerra.
In mezzo a tutto questo, una comunità internazionale oppressa dal senso di colpa della Shoah e dalle immagini dei palestinesi sfrattati e feriti.

Ho letto la poesia di Grass.
Certo sapere che ha militato volontariamente nelle SS non ha aiutato i pregiudizi, ma certo a non tenere conto della mentalità dell'epoca si fa un errore. Un adolescente cresciuto a pane e nazismo è difficile che non venga su idolatra dello stato e sì, credo di dover dare ragione a Malvino quando dice che una vena di antisemitismo potrebbe tranquillamente essere rimasta (lo chiamano indottrinamento mica per niente). Però io tutto questo scalpore non lo avrei fatto, anche perché del solito antisemitismo fanatico e bigotto non ce n'è traccia. Non è una crociata contro Israele secondo me, ma più una provocazione a ragionare in termini più ampi.

Sono d'accordo che è ipocrita non permettere all'Iran di avere la bomba atomica quando tutti quelli che glie lo stanno impedendo l'hanno già: sono circondati da nemici è normale che la vogliano (come dicevano appunto, nessuno rompe le scatole alla Corea del Nord, proprio perché ha la bomba atomica). Dall'altro non ho idea degli accordi internazionali tra Israele e le Nazioni Unite riguardo al proprio arsenale militare, ma sono d'accordo che come nazione non dovrebbe essere trattata con un riguardo che altri non hanno.

Che poi la situazione politica in medioriente sia così mal messa, è anche parecchio colpa nostra. Noi giochiamo da decenni con i regimi, sostentendo o sconfessando questo e quell'altro dittatore a seconda delle esigenze, tutto per il petrolio.
La situazione si normalizzerà solo quando passeremo finalmente alle risorse rinnovabili e ai sostituti vegetali per combustibili e prodotti plastici. In quel momento, ci scommetto quello che volete, le tensioni cesseranno. Perché gli USA, la Russia, la Cina e il resto dell'Occidente non avranno più interesse in quei posti che finalmente saranno liberi di autodeterminarsi (ma soprattutto non avranno più la scusa dell'Occidente oppressivo - che noi tanto gentilmente continuiamo a fornirgli - per reclutare costantemente combattenti fondamentalisti).

E la poesia di Grass... beh, ha ragione la Merkel, c'è il diritto di espressione artistica, così come c'è il diritto di replica e un dibattito serio e genuino a riguardo sarebbe ora di farlo. Così come credo che prendersela così tanto ogni volta che viene fatto un appunto a Israele sia un tantino esagerato. Che poi, com'è che si fa uno scandalo della poesia di un vecchio letterato ma ci siamo quasi disinteressati di un ragazzo ebreo torturato per giorni nella cantina di un palazzo popolare in Francia?

In ogni caso sottovalutare il fanatismo di una religione votata al proprio sacrificio pur di ottenere i propri scopi non è salutare, così come non è da sottovalutare che tutti quelli che spingono gli altri al sacrificio se ne stanno al sicuro nei propri bunker.
Insomma, io continuerei ad avere fede nell'evoluzione umana, abbiamo già dimostrato di saper imparare dai nostri errori, ora dobbiamo solo imparare a non farci guidare da dei cazzoni avariati (e questo vale per noi, gli israeliani, i palestinesi e gli iraniani).