lunedì 28 maggio 2012

Ci sono soldi? Allora qualcuno, è sicuramente corrotto

Ovunque girano soldi, gira la corruzione.
E' un dato di fatto. Un assioma. Una legge che regola l'universo quasi.
Era anche uno dei motivi per cui la Chiesa non permetteva ai cattolici di gestire ingenti somme di denaro (occupandosene essa stessa - e qui un paio di domande me le farei - e lasciando per molti anni il potere economico in mano a quelle stesse persone che poi detestava, gli ebrei insomma).

Ora provate a pensarci: dov'è che girano molti soldi?
Ovunque, esatto.
Quindi non fatevi illusioni, non esiste niente, ma proprio niente, che sia immune alla corruzione, che sia uno sport, organizzazione giovanile, senza scopro di lucro, azienda, forze dell'ordine, etc.

Questo ennesimo scandalo sul calcio, va preso come un "ah, è già quel periodo dell'anno?".
L'uomo è nato con il desiderio di potere. Fin dal momento in cui quell'ometto peloso e ricurvo si è accorto che amava essere quello a cui veniva fatto scegliere il pezzo di carne migliore del mammut solo perché era in grado di creare il fuoco o costruire lance più resistenti. Attenzione però, non è nel nostro codice genetico, è solo la nostra cultura, il modo in cui siamo cresciuti e ci hanno insegnato a desiderare (o meglio, cosa desiderare) a fare di noi delle belve assetate di soldi e potere, invece che comuni cristiani che vogliono solo perseguire i propri sogni (e non partite subito con il sogno della velina o del calciatore, c'è chi sogna semplicemente di volersi fare una famiglia o scalare l'Everest senza troppa pubblicità. Anche tra gli ometti pelosi c'era quello che la lancia la costruiva solo per ottenere quello che gli serviva e non per avere più potere sugli altri).

Impariamo ad insegnare ai nostri figli che è meglio desiderare di vivere felici che essere felici perché si possiede qualcosa o qualcosa di più di qualcuno. Magari scandali e corruzione scemeranno un po' e chi ama lo sport potrà finalmente goderselo senza paura che, prima o poi, uno dei suoi idoli finisca giustamente nelle macine della giustizia.

Gli insulti che usiamo ci dicono a che punto siamo

Nel 2012 mentre stiamo combattendo per dare alle coppie omosessuali gli stessi diritti di quelle eterosessuali, pare che dare del "gay" a qualcuno sia ancora una diffamazione.
Così capita che mentre ti leggi tranquilla L'Inkiesta o il tuo stream di Twitter, incappi in un tweet un po' ambiguo che ti dice che Corona si è offeso perché hanno detto che potrebbe essere gay (ma un bel "chissene"?).

Non è difficile capire come mai siamo ancora al livello del medioevo per le questioni di genere, perché ci sono padri che si impanicano quando vanno a prendere il figlioletto all'asilo e lo vedono giocare con una bambola, ed esistono persone che ai genitori e colleghi non dicono che in realtà con il coinquilino/a condivide anche il letto e non solo la casa, quando "gay" non indica solo la sessualità di una persona ma viene ancora usato come insulto.
Così come lo è ancora dare della femmina a un maschio.

Come pensate che mi senta io quando usate il mio genere sessuale per insultare qualcuno?
Come pensate che si sentano vostra madre, sorella, ragazza o migliore amica? Pensate che dire che una persona è come loro sia deprecarla? Veramente?
Il vostro migliore amico d'infanzia potrebbe essere gay, ma non ve lo dirà mai perché ogni tre per due date del "frocio" a qualcuno solo per divertimento. Preferirà far finta di niente o allontanarvi dalla sua vita per poter vivere in santa pace la sua e sarete voi ad averci perso.

Quando la smetteremo di usare definizioni normali come insulti, forse potremo considerarci finalmente un paese civile. Fino a quel momento tra noi e l'Iran sulle questioni di genere, di differenza non ne vedo così tanta.

Certo non mi aspetto che un signore come Corona capisca certe sottigliezze, che però chi di dovere la smetta di dargli importanza, sì.

mercoledì 23 maggio 2012

Joplin vs Aquila: come continuare a dimostrare di essere cretini

Potrò dire un sacco di cose sugli Stati Uniti, ma non che non abbiano la forza di ricostruirsi. Ancora e ancora e ancora.
Esattamente come i Giapponesi con lo tsunami, non sono rimasti fermi bloccati da appalti, politica e burocrazia, ma hanno ricostruito. 4000 case in un anno. I cittadini si sono attivati, le assicurazioni hanno pagato senza fare storie, lo Stato ha aperto i cordoni delle borse e ha dato il via libera alle ricostruzioni.
Certo, è più facile farlo quando le case invece di costruirle con mattoni e cemento le fai in legno, ma chi è che costruisce la casetta del terzo porcellino in un territorio dove rischi regolarmente di fare la fine di Doroty? Se devi ricostruire casa tua ogni tot anni tanto vale farlo a basso costo.

Comunque, non era questo il punto.
Il punto era che a 3 anni dal terremoto gli acquilani sono ancora lì che non possono ricostruire, mentre negli Stati Uniti a Joplin oggi ricordavano il tornado che un anno fa ha raso al suolo la loro città, in cui le ricostruzioni sono lì lì per essere ultimate.
In Giappone una settimana dopo il terremoto le strade erano riagibili, all'Aquila la gente vive ancora nei compressi provvisori (e se provano a protestare li menano pure) o non ci vive proprio.
Io questo paese non so proprio come faccia la forza di alzarsi al mattino senza provare una profonda vergogna e disgusto per se stesso. Secondo me se Garibaldi avesse capito a cosa stavamo andando incontro si sarebbe guardato in faccia con il resto dei Mille e si sarebbero detti "Ma chi ce lo fa fare?" e si sarebbero infilati in una taverna a bere.
Noi viviamo in un paese che, nei giorni in cui si sarebbe dovuto immediatamente ricominciare a ricostruire una città distrutta dagli eventi naturali e dalla fenomenale propensione dell'italiano medio a credere che le norme di sicurezza per edifici siano solo un modo per spillargli più quattrini, si è perso in sfilate politiche, grandi dichiarazioni televisive, tanti sorrisi e pacche sulle spalle, transenne e cordoni militari.

Forse è il caso di smetterla di pensarla da latini e cominciare a introdurre qualcosa di meglio dai paesi anglofoni dei telefilm, le mode e la privatizzazione di qualsiasi cosa sia un diritto fondamentale dell'uomo. Cominciamo dal prendere come esempio il modo di reagire alle catastrofi, vedete che l'immagine allo specchio comincerà a sembrare meno disgustosa.

lunedì 21 maggio 2012

Twitter vs Facebook: i diritti degli utenti

Già il fatto che un po' di tempo fa disse a un tribunale di "attaccarsi al tram" per recuperare i tweet di un utente che aveva partecipato a Occupy Wall Strett, mi aveva convinto a propendere sempre di più per l'uso di Twitter e non per Facebook.
Ora che il Pakistan abbia voluto oscurarlo perché stavano facendo un concorso di barzellette satiriche su Maometto (non sia mai!! che poi si offende!!!) è un classico. Più prevedibile di così si muore.
Ma analizziamo il comportamento di Twitter: forse non li ha mandati a quel paese, ma il sottinteso era chiaramente quello. Quando invece successe a Facebook questi tutti premurosi oscurarono pagine e contenuti anti-islamiche in Pakistan, che cavolo! Non siamo online in Pakistan! Orrore e raccapriccio! (poi vorrei sapere il numero di utenti che una regione povera come il Pakistan può avere...).
Ora, è chiaro che Twitter non ha lo stesso numero di utenti che ha Facebook, ma pare che a differenza del concorrente non glie ne importi così tanto da dover farsi amico un paese dittatoriale ed estremista per continuare ad avere anche quel bacino di utenti. Anzi, sembra proprio che gli interessi di più permettere ai suoi utenti di continuare ad esprimersi senza censure. Se poi il governo non è d'accordo, che s'attacchi.
Twitter è anche un social network che a differenza di Facebook permette l'anonimato (che davvero il giorno in cui hanno sdoganato l'idea delle identità reali anche sul web avrei voluto ucciderlo Zuckerberg. E anche adesso in realtà).
Il Pakistan poi ha sbloccato Twitter, probabilmente per le critiche che ha ricevuto in merito, il che dimostra che se Facebook si fosse comportato un po' meglio con i suoi utenti, avrebbero vinto questa battaglia già all'epoca (riuscendo a recuperare parte di quell'aura nefasta che li circonda sempre riguardo ai diritti dei propri utenti).
Bene e bravi Twitter.
Facebook sempre peggio invece.
Mi chiedo poi in base a cosa decidano chi e che oscurare. Quando ci proviamo noi a segnalare le pagine cloni finte femministe che inneggiano alla violenza sulle donne, non ci riusciamo mai. Quando lo fanno loro, stalker virtuali maschilisti nei nostri confronti, funziona sempre.
Sono sempre più per l'abbandono di quel social network. Peccato che mi tocca lavorarci.

domenica 20 maggio 2012

Chi dice che toccato il fondo non si può più scavare?

Come diavolo dovrei giudicarli questi ultimi giorni?

Partiamo con la strage di Brindisi: un istituto di moda viene preso a bersaglio per una strage da un vigliacco bombarolo. Lo scrive bene ilManifesto, un vigliacco, perché sono piuttosto sicura che né l'edificio né le studentesse gli avessero mai fatto nulla nella vita. L'attentato dinamitardo poi è tra i più codardi, perché permette all'attentatore di rimanersene al sicuro, nell'ombra, a godere delle proprie azioni.
Una ragazza è morta, una ha perso un polmone, un'altra ha gravi danni alle gambe, e per cosa?
Ecco il punto, nessuno lo sa. Il vigliacco in questo momento è in silenzio nell'ombra a leggere e guardare i commenti sul suo attentato, masturbandosi all'idea di quanto è stato bravo, quanto è stato figo.
Oh sì, davvero. Bravissimo. Spetta che ti prendiamo però. Spetta. Poi vediamo.

Tipo il giorno dopo che lo Stato annuncia che non ci saranno più rimborsi ai cittadini per danni provocati da calamità, arriva un terremoto di magnitudo 5 e rotti che causa 6 vittime e distrugge parecchia roba.
Bravi. Bene. Ben fatto. In un paese dove la sicurezza sismologica degli edifici è sempre stata trattata come il protocollo di Kyoto dagli americani ci sta che ora ci abbandoniate al nostro destino. Sono sicura però che se per un paio di mesi rinunciate tutti ai vostri lauti stipendi (non so se lo sapete, ma con lo stipendio di uno di voi mia madre ci campa un anno intero e più comodamente) i soldi magicamente riapparirebbero.
Ora dobbiamo fare i conti con un paese a rischio di sisma e alluvioni completamente abbandonato economicamente dallo Stato e dato in pasto alle compagnie assicurative.
Tra Fukushima incredibilmente coincidente con il voto per il ritorno al nucleare e ora questo il mio ateismo ha voglia di cominciare a vacillare.

Intanto il governo tecnico continua ad andare a braccetto con le banche infischiandosene allegramente se noi poveracci non ce la facciamo più ad arrivare a fine mese. Che ne sanno loro figli di papà? Niente, per loro minimo il pane cresce sugli alberi.

L'altro giorno ho visto un manifesto targato PD che pubblicizzava il magnifico fatto che ora "finalmente!" c'è un libro che spiega perché va fatta la TAV, ed è gratis!!! Lo puoi scaricare online. Non è magnifico?
Stronze carogne putride bastarde coprofaghe. Con che coraggio vi sedete ancora nei seggi a sinistra del parlamento? Cazzo, veramente i grillini cominciano a essere il male peggiore tra cui scegliere. Non fosse che io mi sono scocciata di scegliere il male peggiore gradirei non avere qualcuno che ha un comico turpiloquesco come leader.

Il partito che tanto gridava a Roma ladrona finalmente è stato smascherato pubblicamente come il più ladrone di tutti. Complimenti. Bravi. Bis. Era ora. Minchia la tordinaggine dei leghisti è pari solo a quella dei cattolici, davvero. Ah sono entrambi? Ecco che si spiega.

Sapete che c'è? Io ieri ho scoperto un'altra fantastica saga fantasy praticamente già tutta finita. Io mi ci immergo e faccio finta che il resto del mondo per un po' non esiste. Poi, appena cessata la pioggia, uscirò con la scopa a buttare tutto il fango e il letame nel Po'.
Non me ne volere a male, fiume, lo so che ormai tra merde chimiche e quant'altro ti sarai anche stufato di portarne, ma abbi pazienza per un po'. Appena li scarichi nell'Adriatico puoi tornare a ignorarli. Sperano che affoghino.

venerdì 18 maggio 2012

Mladic non verrà processato ancora

La burocrazia è quella cosa che da quando l'abbiamo inventata non sappiamo se maledirla o ringraziarla.
Quando leggo del processo di Mladic sospeso a tempo indeterminato per un errore procedurale so perfettamente cosa pensarne.
E sì so che la legge, le procedure legali e la burocrazia stanno lì a fare da muro tra il caos e la civilizzazione, a far sì che il mondo non sia solo di chi picchia più duro e per primo, che non vincano sempre i bulli e la libertà di esistere, esprimersi e vivere sia alla portata di tutti, ma proprio non mi riesce a non pensare alla scena di Iron Man, quando prende il militante dei Dieci Anelli e lo lancia in mezzo alla folla del villaggio che stava per sterminare, dicendo "E' tutto vostro".
Perché non mi interessa quanti anni ha, se è malato o no, le sue motivazioni ideologiche e sar cazzo, quello stronzo ha ucciso e stuprato barbaramente migliaia di persone e ci ha goduto nel farlo. Si è reso latitante per anni e ancora adesso crede di non aver fatto niente di male, anzi si crede un eroe, un dio.
Io per uno così, la legge normale non la considererei nemmeno. Per uno così serve una punizione che lo umili e lo faccia soffrire fino a quando non ammetterà pubblicamente di non essere altro che una lurida merda strisciante indegna di qualsiasi considerazione, e si scusi per quello che ha fatto.
E secondo me solo tutti i morti che ha causato avranno ottenuto giustizia.

giovedì 17 maggio 2012

Lush - Dimmi di sì

Giusto per rimanere nel tema della giornata internazionale contro l'omofobia, eccovi un'altra fantastica campagna.
Dimmi di sì è un'iniziativa per la quale sabato 19, tutte le coppie che lo desiderano (gay, lesbo e sì anche etero), potranno sposarsi simbolicamente.
Il progetto serve a promuovere l'idea che le coppie di fatto, siano esse etero o omosessuali, debbano essere riconosciute.
Dalla scorsa settimana si è aggiunto anche il Lush di Torino (quello in via Garibaldi).
Direi che finalmente c'è un buon motivo per immergersi nella pazza folla degli shopping maniaci il sabato pomeriggio.

Quando ce lo deve venire a dire Ikea

Ed eccola qua, l'iniziativa di Ikea che in barba alle istituzioni italiane, dichiara che per lei le coppie, che siano sposate, di fatto o omosessuali, godranno degli stessi diritti aziendali.
Questo significa permessi lavorativi per emergenze famigliari, copertura sanitaria estesa al partner, sconti dipendenti estesi al partner, etc.
Mi è piaciuto che tutto ciò sia stato fatto su spinta dei dipendenti: pare infatti che l'82% dei lavoratori di Bologna abbia dichiarato che secondo loro l'azienda doveva andare verso l'uguaglianza dei diritti.
Solo il 12% era imbarazzato dal dover lavorare con un omosessuale dichiarato.

Questo mi porta a farmi una domanda semplice semplice: non è che al momento siamo tutti così fermi sulle questioni GLBT proprio a causa di quel 12%? Lo stato non si muove perché tutti quelli che stanno al governo fanno parte di quel 12%?
Seriously?

Perdonate, ma io ricordavo che democrazia significa fare il volere della maggioranza, non delle minoranze. Se quella percentuale fosse veritiera anche solo alla lontana per tutta Italia ci ritroveremmo clamorosamente in uno Stato dove l'unità di misura per calcolare la distanza tra le istituzioni e la società attuale andrebbe calcolata in parsec.

(Comunque, leggendo il penultimo paragrafo dell'articolo, faccio i miei complimenti al genere maschile per essersi confermato il grosso ostacolo alla parità dei diritti di genere e sessualità).

mercoledì 16 maggio 2012

Net Neutrality, qualcuno c'è arrivato

Ma naturalmente non siamo noi.
In Olanda ora per legge non saranno più ammesse restrizioni di nessun tipo come traffico o accesso a determinati indirizzi IP.
Se una cosa del genere avvenisse in Italia le compagnie telefoniche che dovrebbero adeguarsi si farebbe fatica a contarle e non parliamo di quella cosa simpatica avvenuta un paio di anni fa, ovvero l'oscuramento del sito di Pirate Bay su tutto il territorio nazionale e il blocco dei torrent e del p2p.
Mentre qui in Italia tra SIAE e istituzioni varie si sta cercando di andare verso un controllo fascista della rete e dei suoi contenuti (che conoscendo il mezzo e gli utenti è qualcosa a metà tra l'utopia, il paradosso, la scempiaggine e la pietra di Sisifo) l'Olanda a sorpresa dichiara un "liberi tutti".
Certo questo non credo che significhi che i "pirati informatici" saranno liberi di fare quello che vogliono, significa solo che saranno liberi di farlo, poi se li beccano saran chispioli loro.
Continuo a credere che sia incredibile che nel 2012, un'epoca in cui qualche decennio fa si immaginava dovessimo avere addirittura già le auto volanti, stiamo ancora a discutere per il libero accesso alle informazioni (e non parliamo nemmeno dei diritti fondamentali dell'uomo, violati attualmente in tutti i paesi del mondo in una maniera o nell'altra).
Ma che volete, l'essere umano ci ha messo migliaia di anni a imparare a camminare eretto e altrettanti a capire che un'igiene regolare non inficiava la sua virilità (no scusate, a questo tutti non ci sono ancora arrivati), certi concetti chissà quando riusciranno ad arrivare nella mentalità comune.

venerdì 11 maggio 2012

La libertà completa di essere se stessi

Voglio solo far notare che mentre da noi la gente si diverte ancora a dibattere se l'omosessualità sia una malattia o meno, in Argentina puoi autodeterminare il tuo sesso e lo stato ti aiuta anche a cambiarlo.
Tutti quelli che si vantano di vivere in un paese civile dovrebbero rivedere le proprie convinzioni, perché è sempre più chiaro che non è così. Mentre noi occidentali continuiamo a essere costretti a vivere la nostra vita e le nostre scelte in base alle convinzioni personali di alcuni, ci sono paesi che stanno decidendo che ognuno di se stesso può fare quello che vuole. Incredibilmente questo è un paese che nella percezione comune sta tra noi e il terzo mondo.
La riflessione che può partire non ci fa fare bella figura, vero?

giovedì 10 maggio 2012

Quello che merita un giornalista misogino

Tutti quelli che leggono ilFatto o sono interessati alla causa femminista sanno che Massimo Fini non perde mai occasione per insultare le donne e lo fa nella maniera più sessista, misogina e becera possibile. Sanno anche che ogni volta che lo fa viene attaccato e ripreso da colleghe e lettori e molte richieste di spiegazioni vengono mandate ai direttori de ilFatto. Questi signori rispondono sempre nello stesso modo, una fra che più o meno dice che non condividono il pensiero ma ognuno deve avere libertà di espressione e comunque danno spazio anche alla campana opposta (è una sintesi... non la dichiarazione letterale).

Beh, si sbagliano.
In francia uno come Fini è stato licenziato immediatamente dopo un tweet sessista (non un intero articolo, solo un tweet) che ha insultato tanto la Prima Donna francese quanto tutte le sue colleghe.
La cosa che mi è piaciuta è che il giornale su cui scrive si è immediatamente dissociato dal giornalista, non come Gomez, Padellaro o Travaglio che cincischiano e dicono "E ma è il pensiero suo, mica il nostro", da quelle parti avere uno come Salviac in redazione è un disonore e una vergogna.
Fini invece non solo scrive ancora sul Fatto ma se la gode ogni volta che causa una polemica.

In Francia si ammazzano per razzismo, hanno la sanità privata e con gli immigrati sono quasi peggio di noi. Però combattono per un giornalismo vero.
Cominciate pure a imparare, cari i miei finti sinistroidi dei miei stivali.

Il pensiero di Obama sui matrimoni gay

Ecco, finalmente l'ha detto qualcosa per cui si è meritato davvero quel "preventivo" nobel per la pace (magari ha detto anche altro, ma non sono così informata): "le persone dello stesso sesso devono avere la possibilità di sposarsi".
Barack Obama ha molte cose per cui essere il primo: si parte dal il primo presidente di colore degli Stati Uniti e si arriva ora a il primo presidente degli Stati Uniti che prende una posizione favorevole verso il matrimonio omosessuale.
Sono quasi invidiosa, noi dopo vari Presdelcons molluschi, mafiosi e criminali ci stiamo avvicinando ad averne uno comico, che a questo punto potrebbe essere davvero il minore dei mali, ad esempio le sue barzellette faranno ridere sul serio (chissà come la prenderebbe la Merkel).


Potrei scrivervi un poema riguardo ai motivi perché i matrimoni omosessuali dovrebbero non solo essere permessi ma addirittura "garantiti", così come l'adozione per i genitori omosessuali, ma sono sicura che ormai vi siete fatti tutti la vostra idea (e poi Obama l'ha detto meglio di me. E anche lui e lui).
Quello che è veramente importante ad ogni modo è svincolare finalmente il significato religioso del matrimonio da quello civile, perché qui in Italia in realtà sono ancora uniti più che mai. Non si spiega in altra maniera se no il motivo per cui, oltre non essere permesso tra persone dello stesso sesso, non siano nemmeno riconosciute le coppie di fatto.
Nel momento in cui lo Stato deciderà di prendere le proprie decisioni in base a ciò che è giusto e democratico per il cittadino e non in base a convinzioni personali, culturali e religiose, finalmente avremo anche i matrimoni tra omosessuali (e, non vorrei dirlo troppo forte, anche maggiori diritti per gli immigrati!).
Certo dovremo solo oltrepassare la barriera di migliaia di anni di patriarcato, misoginia, omofobia e razzismo, ma ehi, che volete che sia, basta smettere di avere paura dei cambiamenti. No?
Se poi il Papa e cardinali vari vogliono metterci il becco come al solito ce l'ho io la soluzione: una bella patata (vegetale) in bocca, cruda. Provate voi a parlare con i denti incastrati in un tubero. Magari gli migliora pure la pronuncia.
Ai leghisti, ciellini, fascisti, pdellisti e finti comunisti invece la patata la darei vera, solo bisogna trovare qualcuno con sufficiente pelo sullo stomaco da sacrificarsi.

venerdì 4 maggio 2012

Italiani disperati in una democrazia oramai inesistente

E niente, evidentemente gli "alti vertici" pensavano di poterci strangolare economicamente senza che nessuno prima poi andasse fuori di testa.
Non dico che ora tutti i poveri disgraziati che improvvisamente si trovano in rovina grazie alla crisi e alle manovre Monti debbano risolvere i propri problemi così, ma il ghiaccio ora è stato rotto. Alla fine era solo questione di tempo.

E mentre leggevo questo articolo avevo chiaro in mente uno scenario datomi da anni di telefilm, film e fumetti, lo scenario di una nazione votata esclusivamente al guadagno che al benessere del cittadino, in cui l'unica cosa che conta è quanto riesci a mettere nelle casse dello Stato e poi nelle tue, in cui se non hai soldi diventi improvvisamente qualcuno da disprezzare e non da aiutare, qualcuno che puoi calpestare: gli Stati Uniti.
Fino a qualche tempo (ok, io ero piccoletta) fa eravamo ancora un normale paese europeo, in cui l'istruzione e la sanità erano davvero pubblici e alla portata di tutti e i salari permettevano una vita dignitosa. Poi qualcosa è cambiato, lo spettro della privatizzazione estrema si è presentato alle nostre porte e tutti sono impazziti, cercando di convincerci che era giusto così perché ci avremmo guadagnato di più.
Ok, chi? Voi o noi? Perché è un po' che ho questa idea che chi vuole andare al governo pensa che sia una specie di signoraggio, dove lui comanda e gli altri fanno, dove lui è il signorotto locale e noi i poveri schiavi che lavorano, dove lui è il proprietario della fabbrica Stato e noi le api operai che producono miele di cui non possono usufruire, e purtroppo comincio a credere che in realtà una vera ideologia democratica noi non l'abbiamo mai avuta. Avremo cambiato nome da Regno a Repubblica, ma il vizio è rimasto.

All'università mi spiegarono il senso dell'architettura del palazzo del parlamento tedesco: la cupola in cui il normale cittadino può accedere sovrasta l'aula plenaria in cui il parlamento si riunisce. Il significato è che è il popolo a essere il sovrano di una nazione, non il governo e che quindi i suoi politici sono al servizio loro e dello Stato, non il contrario.
Questa è la democrazia.
A questo serve la Costituzione, tutto il sistema politico, i referendum e le elezioni. Non serve a far sì che dei figli di papà si ritrovino con incarichi pubblici senza aver nemmeno mosso il culo per candidarsi, non serve a far sì che i politici girino su favolose auto blu e viaggino a spese dei cittadini, non serve a far sì che qualche centinaio di persone vivano con diverse migliaia di euro al mese e abbiano una pensione dopo pochi mesi di lavoro, non serve a far sì che gli amici banchieri e imprenditori dei politici abbiano più agevolazioni a schiavizzare persone a cui dovrebbero offrire un servizio, non gentilmente concederlo. No.

Però è a questo punto che siamo e glie lo stiamo lasciando fare.
E non dico che dovremmo scendere anche noi in piazza in stile francese e inglese, direttamente coi sanpietrini e le molotov in mano, perché sono abbastanza fiera di vivere in una nazione che non pensa di poter risolvere i propri problemi solo con la violenza (che poi però si traduce in violenza domestica e allo stadio, curioso...), ma non siamo ciechi e sordi e soprattutto non siamo incapaci di fare qualcosa.

Possiamo cominciare a votare politici veri, ad avere memoria di chi ha fatto cosa e quando, a non lasciarci incantare dagli show televisivi e dai manifesti, dai cambi di faccia e logo dei partiti, a cercare i persone che promettono veramente di fare qualcosa, a smetterla di andare dietro ai maggiori solo per abitudine, a capire quali sono le nostre vere necessità (ci sono, ne sono sicura, ma non li si trova in tv).
Possiamo fare un sacco di cose, a partire dal far funzionare il cervello. Basterebbe quello, ve lo giuro a farli sudare freddo. Dobbiamo solo avere più voglia di interessarci al nostro paese invece che a cosa fare il sabato pomeriggio.
Viviamo in un sistema democratico, usiamolo prima che ce lo portino via del tutto.