martedì 12 giugno 2012

Dal medioevo non siamo mai usciti

Com'è successo che in questi pochi anni siamo tornati a vivere tra gli anni 40 e gli anni 70?
Con gli uomini che attaccano il diritto delle donne all'autodeterminazione, lo stato che taglia diritti su diritti e le forze dell'ordine che manganellano i lavoratori che difendono solo il loro diritto a lavorare?
Tutti gli anni di sforzi e sacrifici dei nostri nonni e genitori stanno svanendo come neve al sole e sembra che l'unica scusante sia che c'è la crisi, quindi si fa tutto il possibile per salvare capra e cavoli.
Ma quale capra e quale cavoli? Ma soprattutto, di chi?
Perché a me pare che le uniche persone che usciranno mai da questa crisi saranno quelle che l'avranno sfiorata a malapena. Quelle che al massimo invece di vivere con 20.000 euro al mese si sono ritrovati a vivere con 10.000 (poverini), soldi che io per inciso ci metto quasi tutto un anno per guadagnarli.
Quelle stesse persone poi sono le stesse che fino a 2-3 anni fa dicevano che non esisteva la crisi, mentre noi già vivevamo con i cordoni della borsa il più stretti possibile, perché la morsa economica aveva già cominciato a farsi sentire e la gente perdeva lavoro e salario come ridere (e meno male che non c'era la crisi).
L'oppressione è tale che la si può respirare. Ogni volta che si apre un giornale, si accende la radio o si guardano i manifesti per strada, si può sentire questa recessione che annienta la democrazia così faticosamente costruita e la nostra liberà in maniera tale che spezza quasi il fiato.
Si fa tanto parlare di questo occidente civilizzato, dove ognuno è un libero cittadino e può costruire la sua fortuna, ma la verità è che non siamo così differenti da quei posti ed epoche in cui la divisione tra caste ti etichettava e determinava la tua esistenza e i potenti stracomandavano sugli altri. Esistono ancora gli schiavi e i servi della gleba, esistono ancora persone che decidono come noi poveracci dobbiamo vivere la nostra vita, esistono ancora le religioni fatte per dividere, unire e controllare. Chiamatelo 22° secolo, chiamatela democrazia, ma la sostanza del medioevo è ancora qui in tutta la sua fierezza e noi lo stiamo lasciando fare.

Ringrazio i lavoratori egiziani che ci hanno fatto capire che nonostante tutta la nostra emancipazione, ancora a botte e sassate ci toccherà difendere il nostro diritto a una vita dignitosa.

lunedì 11 giugno 2012

L'invidia dell'utero non muore mai

Beh ci siamo. Ecco l'ennesimo uomo che pretendere di mettere becco in faccende che non lo riguardano nemmeno alla lontana, cioè la gestione del nostro utero.
Leggo da Malvino che un simpaticone ha di nuovo rimesso in gioco la legittimità nostra, sacrosanta e inviolabile, di decidere se diventare madri o meno, in base a una ideologia mai verificata scientificamente, che un grumo di cellule siano un individuo senziente e che noi dovremmo essere trattate alla stregua di incubatrici. Della serie, sei rimasta incinta? Cazzi tuoi.
Poco importa che età, disponibilità economica, salute o anche solo voglia di essere madre hai. Ce l'hai e te lo tieni. Hai fatto sesso? Visto che succede alle bambine cattive? La prossima volta stai buona in casa a fare la calza finché papà non ti trova un marito.

Coglione bigotto e retrogado.

Questa ossessione per il nostro corpo sta cominciando a diventare ridicola. Di cosa avete paura se ci gestiamo come ci pare e piace? Che nascano meno idioti come voi? Che improvvisamente il mondo diventi più sano, felice e libero mentre voi livorosi e nostalgici del passato venite lasciati indietro come i cani rabbiosi che siete?
Rassegnatevi. Di certo non smetteremo di essere noi stesse libere e felici della nostra libertà sessuale solo perché voi avete la mania del controllo. Anzi, visto che vi piace così tanto sto "controllo", usatelo su di voi e su quell'arnese che troppo spesso confondete come un arma e un simbolo di potere.

Se poi vi preoccupaste davvero della salute dei più deboli, sareste più interessati a come vivono questi bambini una volta nati. Ma a voi che vi frega se un piccoletto muore di fame o di malattia perché la famglia non era in grado di prendersene cura, viene abbandonato alle cure statali o sballottato da una casa famiglia all'altra? A voi basta solo sancire che chi comanda siete voi. Ma occhio, che tanto l'industria dei sexy shop quanto Lorena Bobbit hanno stabilito già da un pezzo quanto quel vostro "scettro" sia solo quello che è: un misero pezzo di carne. Accettatelo, vedrete che vivrete più felici e meno livorosi. E magari una che ve la dà per pietà la trovate pure.

Ce l'ho io una buona proposta di legge: se non hai un utero non puoi decidere di controllarlo. Che ve ne pare? Io voterei subito per approvarla.

venerdì 8 giugno 2012

Sei incinta e in carcere? Partorirai in catene. Letteralmente.

Sorpresa delle sorprese, il grande paese portatore della democrazia e dei diritti civili è sempre in prima linea per romperli tutti.
Se sei una donna incinta e vieni arrestata, al momento di partorire sarai incatenata al letto.
Una pratica barbara, inumana e pericolosa.
Inoltre, l'autorità carceraria non è obbligata per legge a registrare le nascite.
Qui ci vuole l'applauso.

Ci sono tantissime donne che hanno partorito in condizioni orribili che ora stanno portando avanti una class action per farsi riconoscere il crimine subito da parte dello stato. L'ultima era una ragazzina.
Se lo chiedete a un ufficiale giudiziario, vi dirà che le donne vengono legate al letto perché è la normale prassi carceraria, che impedisce al prigioniero di tentare la fuga ed è per protezione altrui.
Io vorrei capire cosa diavolo credono che sia il parto, per credere veramente che in quelle condizioni una donna sarebbe in grado di fuggire o fare del male a qualcuno.
Incatenare una donna al letto è molto pericoloso sia per lei che per il bambino in caso si verifichi un emergenza medica (operate con delle catene se ci riuscite). Inoltre, conoscendo il sistema sanitario statunitense, sono sicura che a nessuna di loro venga somministrata l'epidurale.

Nel caso non lo sappiate la posizione "standard" che viene utilizzata ora per partorire non è quella naturale. Non ci credete? Allora provate a fare i vostri bisogni da sdraiati.
Il nostro corpo dovrebbe aiutarsi con la forza di gravità per far nascere il bambino, è il motivo per cui in molti paesi non ancora perfettamente "civilizzati", come in Africa, le donne partoriscono in ginocchio. Partorire orizzontalmente senza anestesia è molto doloroso e faticoso. Ma la somministrazione dell'epidurale inibisce le contrazioni, per questo viene somministrata l'ossitocina (che tra l'altro produciamo già di nostro). In realtà, se partorissimo ancora da accovacciate senza additivi chimici, il nostro corpo produrrebbe da solo tutte le sostanze per inibire il dolore che ci servirebbero e partoriremmo senza troppi problemi (come avremmo fatto secondo voi se no, ad arrivare a 7 miliardi?)
Non sto parlando a vanvera, una ragazza un paio di anni fa ha partorito un bambino cacciando fuori dalla stanza il ginecologo che la voleva mettere sul lettino, perché voleva fare come le pareva a lei. Quindi camminava per far passare il dolore e si accovacciava a ogni spinta. E' sopravvissuta benissimo e non le è sembrato così insostenibile. Niente epidurale o altro.
L'uso della posizione orizzontale a letto è stata introdotta con la nascita della medicina e per il fatto che i medici vedevano il parto come una cosa da gestire in maniera più "tranquilla" e "pulita". Ma non c'è niente di educato e pulito in un parto. E' un parto per la miseria.

Quindi gli Stati Uniti oltre a oltraggiare di nuovo i "diritti civili" effettivamente torturano. Ma che ci si poteva aspettare da un paese che ha creato Guantanamo?

mercoledì 6 giugno 2012

The Kill List of USA

Quanti paesi hanno una "Kill list"?
Probabilmente tutti, o quasi o molti. In ogni caso sono sicura che non siano solo gli Stati Uniti. Loro però la sbandierano un sacco.
Se fossi il presidente di uno Stato e avessi una Kill List, forse avrei il buon senso di tenerla segreta, soprattutto se mi sto facendo portabandiera della democrazia globale (ma chi l'ha deciso poi? Ci sono state libere elezioni? A suffragio univerale o solo tra i politici?).
Seriamente, non c'è niente di più antidemocratico del decidere arbitrariamente di uccidere cittadini stranieri su suolo estero (ma anche i propri).
Non mi interessano le scuse del tipo "ci stiamo solo difendendo" o "è per la pace nel mondo", perché è ipocrisia. La morte di una persona non ha mai portato pace, solo altra morte (e un mucchio di gente incazzata ben decisa a perpetrarla oltre). Inoltre noi qui la ditttura l'abbiamo avuta sappiamo bene la differenza tra i due stili di governo: uno non uccide, l'altro sì.
L'altro, voglio far notare, è anche un paese che ammette ancora la pena di morte, alla pari di molte dittature sparse per il globo.
Se poi cominciamo a pensare a questo sbandierare orgoglioso "finalmente l'abbiamo ucciso", come se veramente tutta la nazione fosse lì con il fiato sospeso ad aspettare che qualcuno in un punto imprecisato del medioriente (parte del mondo che più della metà dei cittadini americani non saprebbe nemmeno indicare sulla cartina) tiri le cuoia per mano nostra, continuando questa politica dell'odio e della difesa a ogni costo, è terribile, oscena e spregevole.
Questi tizi governano la nostra economia e detengono il potere delle armi nucleri e del petrolio.
Sinceramente mi fanno molta più paura loro di tutti i dannati terroristi islamici, fascisti e nazisti. Almeno quelli sono solo persone, non una dannata nazione intera che siede alle Nazioni Unite e si sente autorizzata a impicciarsi negli affari di chiunque solo perché le conviene o le va.

lunedì 4 giugno 2012

Acqua

Sabato sera ho visto all'Imbarchino un documentario che si intitola "La sete nel mondo" di Yann Arthus-Bertrand.
Dopo aver dissertato su quanta acqua potabile effettivamente esiste (meno dell'1% sull'intero pianeta) e quanta ne sprechiamo sempre di più man mano che il nostro progresso tecnologico avanza, è andato avanti illustrando tutti quelle popolazioni che all'acqua potabile non hanno accesso, o l'hanno persa o non l'hanno nemmeno mai bevuta (provate un attimo a immaginarvi cosa vuol dire non sapere che sapore ha l'acqua potabile).
Un discorso abbastanza apocalittico in cui si capisce che tra un centinaio d'anni chi abita in zone ricche d'acqua come le Alpi, saranno gli unici che non rischieranno di vedere la siccità (io non lo sapevo ma nel 2008 a Barcellona dovettero far arrivare l'acqua con le navi cisterne. Sapete cosa significa essere in 5 milioni e non poter bene o lavarsi?).
E poi ha detto una cosa che mi è rimasta impressa qui, proprio nella retina: l'acqua che stiamo utilizzando noi ora, è la stessa di quella che dissetava i dinosauri. Siamo un circolo chiuso, al di fuori del nostro strato di ozono non esistono interscambi di materia di nessun tipo, quindi l'acqua è sempre la stessa da migliaia di anni, che si ricicla e trasforma. In pratica, ogni volta che beviamo un bicchiere d'acqua stiamo facend un viaggio nel tempo.
E l'altra cosa che mi è rimasta impressa è che la percentuale di acqua potabile nel mondo non cambia mai, è sempre la stessa ogni anno (che equivale in realtà al bacino di un lago in Russia). Il nostro stile di vita però richiede che ne venga usata sempre di più, soprattutto per l'industria (11.000 litri per produrre un paio di jeans, 15.000 per un kg di carne...) e la nostra propensione a sprecarla non aiuta le cose.
Quindi magari la prossima volta che vi lavate i denti e lasciate il rubinetto aperto, pensate per un attimo a tutte quelle persone a cui quel bicchiere d'acqua avrebbe fatto la differenza tra la vita e la morte e magari chiudetelo.
Così, per rispetto.
Avremo anche l'acqua pubblica ancora noi, ma non mi pare il caso di sprecarla.