lunedì 20 agosto 2012

A Tony Scott e a quel salto che io non ho fatto

La prima volta che nella mia testa sorse l'idea del suicidio avevo 11 anni.
Quest'idea rimase con me per tutta la durata delle medie e, onestamente, sono molto fiera del mio istinto di sopravvivenza che decise di abbandonare tutto e tutti (incluso un futuro scolastico decente) e ricominciare da capo e da sola (13 anni).
Successivamente però l'idea riapparve forte quanto prima e fui talmente fortunata da incontrare degli ottimi anestetizzanti contro quel dolore acuto, che proprio non ne voleva sapere di spegnersi. E' così che sono apparse la mia dipendenza da fumetti, film, telefilm e internet.
Con un mondo interiore non più alimentato solo dai libri, ebbi finalmente un universo intero in cui rifugiarmi ogni volta che mangiare diventava troppo difficile, senza ritrovarmi mai così disperata da dovermi rivolgere alla chimica.
E tra i primi film che ricordo di aver visto fuori dall'onnipresente controllo censorio di mia madre c'erano Top Gun e l'Ultimo Boy Scout.
Il primo non mi colpì particolarmente ma il secondo assolutamente sì.
Era il periodo in cui mi stavo facendo una scorpacciata immensa di film d'azione e Willis, Gibson, Washington, Pitt e Clooney stavano diventando i miei migliori amici. Ricordo anche molto bene Spy Game e il godimento estremo di Domino al cinema. Insomma, in qualche maniera Tony Scott ha contribuito assieme a molti altri a salvarmi la vita e adesso, sapere che invece lui non ce l'ha fatta, che alla fine altre via di fuga non ne ha più trovate, mi rattrista e mi fa male.
Ora dopo aver letto la notizia un giornale, mi trovo a ringraziarlo di aver dato un po' di sollievo alla mia vita e di aver alimentato il mio mondo anche solo per un po' e a sperare che almeno nell'ultimo istante quella pace l'abbia trovata.
Sapete, nessuno di noi sa veramente se in quell'attimo saremo veramente in pace. E' la paura del pentirsi a metà che ci fa desistere, il trovare sempre qualcosa che ci faccia arrivare al giorno successivo. Quando non lo troviamo più, ecco forse quello è il momento in cui facciamo un altro passo e un altro ancora verso quel vuoto eterno che appare sempre più desiderabile di quello terreno.
Io sono stata fortunata, la forza di indietreggiare l'ho trovata, quell'abisso non è più così confortevole e non sovrasta più il senso di colpa e di viltà. Quindi oggi, in memoria sua e di tanti come lui che invece in quell'abisso han saltato, cercherò di essere viva, serena e felice della mia vita nella speranza che in quel buio non ci cada più nessuno.

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