domenica 18 dicembre 2011

Il Natale che non c'è

Tra gli 11 e i 12 anni della mia vita sono sparite tante cose e tra queste c'è il Natale.
Tra una famiglia scoppiata improvvisamente come un palloncino troppo gonfio e il legame con la famiglia di mio padre sempre più labile, il Natale smise di essere la giornata piena di calore e allegria che era nella mia infanzia e divenne una sequenza di ore particolarmente noiosa passata in pigiama, giocando con i regali nuovi e la televisione sempre accesa su quelle cose che, anche trasmesse in altri mesi, avrebbero portato con sé quella tipica pesantezza natalizia.
La posso ancora sentire quella dannata aria pesante, oziosa e asfissiante, con neanche un po' di neve fuori a dare la scusa per vestirsi e lavarsi la faccia.
E' sempre questo che mi evoca ancora oggi il Natale e odio il vedere la frenesia con cui si anima sempre la città durante le feste. E non è una frenesia da "Evviva! E' Natale!" che magari puoi vedere negli occhi di un bambino, è la frenesia da "Se non sei felice a Natale allora hai veramente qualcosa che non va e dovresti vergognarti".
Il Natale è triste.
Il Natale è il solstizio di inverno, il giorno con meno luce in assoluto di tutto l'anno, un giorno gelido che può essere mitigato solo da un'abbondante nevicata e un paio di amici che non hanno paura di bagnarsi per fare a palle di neve. Il scervellarsi su cosa regalare a chi, le code fuori dai negozi, la gente che va e viene frenetica ignorando i clochard e i mendicanti che anche in quel giorno non verranno graziati dalla misericordia divina in cui tanti si ostinano a credere, tutto questo agitarsi, fa un po' pena.
Per mio padre, mia madre e i miei nonni, il Natale significava mangiare mandarini e frutta secca, un giorno in cui dimenticarsi di pensare a come mettere in tavola qualcosa il giorno dopo, stare tutti assieme per volersi veramente bene, ringraziando di essere tutti in salute, vivi e con un tetto sulla testa.
Qualcuno lo festeggia ancora così? Perché io, se devo essere sincera qualcosa mi ricordo, ma comincio a pensare che fosse solo un'illusione.

domenica 11 dicembre 2011

Come concepiamo ancora la libertà sessuale tra i generi

Stavo per scriverlo io, ma mi pare che lei l'abbia detto decisamente bene, quindi propongo:

#torinoburning Inventarsi il mostro - Michela Murgia

Non ho gran che da aggiungere alle considerazioni che ho già fatto nel post precedente, ma il pensare che nel 21 secolo una ragazzina non possa vivere la propria sessualità liberamente fa piangere.
Fosse stato un ragazzino non si sarebbe fatto tanti problemi: magari non gli avrebbero proprio stretto la mano, ma difficilmente ci sarebbero state conseguenze punitive. Invece è una ragazzina, quindi la paura che la famiglia cominciasse a trattarla da puttana e trasformasse la sua vita in quella di una monaca di clausura l'ha spinta a mentire.

 Il paradosso è che nonostante sopravvivano ancora giudizi medievali sulla gestione del corpo della donna, questa società ti spinge comunque a fare sesso il prima possibile, magari forzandoti pure (alzi la mano chi non ha mai pensato di essere una fallita perché non aveva ancora fatto sesso a 20 anni).

Prima o poi però impareremo, ve l'assicuro, a ignorare i vostri giudizi e capiremo che quel che facciamo con il nostro corpo sono solo fatti nostri. Non vostro, non dello stato, non della nostra famiglia.
E prima o poi io spero che anche tutti voi capirete, che avere paura della nostra libertà è una cosa stupida e non è in vostro diritto. Ecco quel giorno, saremo già una società più civile.

Come gli italiani reagiscono allo stupro

Quando viene commesso da connazionali: un intero paese schierato in loro difesa
Quando viene commesso da immigrati: un campo rom distrutto

In quale società che si autodefinisce civile uno stupro risulta più o meno grave a seconda di chi lo commette?
Com'è stato possibile che un gruppo di cittadini abbia potuto marciare indisturbati fino a un campo rom, assalirlo e darlo alle fiamme, con il chiaro intento di sterminarli tutti, quando una qualsiasi manifestazione pacifica viene affrontata con camionette blindate e agenti in tenuta antisommossa armati di fumogeni?

Per quel che mi riguarda, ogni essere umano che mette piede sul suolo italiano diventa automaticamente responsabilità dello stato. Che un qualsiasi cittadino europeo o extra-europeo possa essere aggredito indiscriminatamente da chiunque solo per la sua provenienza etnica-culturale, è indecente.

Forse sarebbe il caso di concentrarsi anche su questo invece che continuare a preoccuparsi solo ed esclusivamente del bilancio delle casse statali ed europee.
O no?

giovedì 8 dicembre 2011

La festa dell'incesto

L'anno scorso un collega molto religioso mi ha spiegato che la festa dell'Immacolata concezione non era la festa dell'Immacolata concezione di Gesù, ma di Maria.
Sul momento feci confusione coi soggetti, poi però il significato mi fu chiaro e finimmo in una discussione molto divertente dove sancimmo che sì, Dio all'epoca commise incesto.

Ora, questa è la definizione di Wikipedia:

L'Immacolata Concezione è un dogma cattolico, proclamato da papa Pio IX l'8 dicembre 1854[1] con la bolla Ineffabilis Deus, che sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento.

Questa naturalmente la lessi dopo.
La persona con cui ne parlavo non è cattolica, ma protestante, quindi di questa festa non ne sapeva moltissimo più di me anche perché, come noterete, è parecchio recente.

Come mi ha fatto notare giusto oggi una mia amica, essere concepite senza peccato originale non dice "sei stata concepita senza atto sessuale", dice solo che non hai ereditato la maledizione di quelli che, secondo la Chiesa, sono i tuoi progenitori. E infatti non c'è scritto da nessuna parte che Maria è stata concepita senza che Anna e Gioacchino si scambiassero i fluidi.
Ah sì?
Aspettate un momento: da quel che ne sapevo io il peccato originale è un po' come una brutta malattia scritta nel codice genetico, te la passi di generazione in generazione. Ma a leggere dell'Immacolata concezione di Maria pare che questa trasmissione ogni tanto faccia cilecca. Capita, molte malattie genetiche non vengono per forza trasmesse ai figli.
E quindi?
Quindi, siamo proprio sicuri che l'abbiamo ereditato tutti questo peccato originale? Come si fa a saperlo, c'è un test? Se ascolti musica da orchestra sei a posto, se sei un metallaro sei Satana? Magari la trasmissione del peccato originale si è fermata millenni fa e la Chiesa ci sta facendo tutti fessi pur di continuare a ricevere il nostro 8x1000!

Oppure, se è impossibile che il peccato originale abbia smesso di trasmettersi, io comincerei a mettere dei dubbi sulla legittima paternità del marito di Anna su Maria.
Mi sembra logico no? Se il peccato originale è l'unico gene che non ti puoi togliere di dosso, come ha fatto Maria a venirne miracolosamente fuori senza? Non viene anche a voi il dubbio che Dio si sia per un momento sostituito al buon vecchio Gioacchino (considerando tra l'altro che il pover uomo era sterile e ci è voluta la visita di un angelo per dirgli, "ehi! diventerai padre!". Sa tanto di già visto...)?

Dio è intervenuto direttamente perché ciò non succedesse? Chiaro, miracolo divino... Oh beh, quindi Dio è un guardone maniaco, punto primo, la Chiesa è in torto marcio contro l'inseminazione artificiale per ben due volte, punto secondo.

Già è sconvolgente che secondo loro coppie che non possono avere figli possano ricorrere a madri surrogate e/o inseminazioni artificiali visto tutto il casino che ha fatto Dio per avere un figlio in terra, ma che impedisca a genitori con malattie geneticamente trasmissibili di avere figli sani quando Dio stesso è intervenuto perché Maria fosse concepita senza peccato originale, è ipocrisia doppia pura.

Non che sia una sorpresa, sotto alla voce "ipocrisia" del Dizionario la Chiesa è il primo esempio.
Alla voce "irrazionalità" invece non c'è nemmeno la definizione, c'è solo scritto "religione cattolica".

mercoledì 7 dicembre 2011

La vittima è il problema

Oggi io e i colleghi siamo andati a pranzo a uno dei nostro posti preferiti e per arrivarci si passa da c.so Peschiera.
Lì abbiamo trovato le strisce pedonali sbarrate e dipinte di nero e, dall'altra parte della strada, la palizzata coperta di fiori. Al che i torinesi del posto mi dicono cos'è successo, che io le cronache le seguo poco.

La notizia e tragica, ma non posso dire che sia una sorpresa.
Torino è fatta di vialoni molto larghi, lunghi e dritti, dove gli automobilisti rispettano il limite di velocità solo in caso di neve e nebbia. Fine. Per il resto sono capaci di andare a 90 all'ora anche in pieno centro, vi lascio immaginare in un corso semiperiferico chilometrico come Corso Peschiera.
Io da quando sono a Torino ho paura ad attraversare la strada anche con il verde e chiedo passaggi ai torinesi solo se pesantemente costretta (che sulle montagne russe si vomita di meno).

Non posso immaginare lo stato della madre in questo momento, con il figlio morto e il marito in coma, ma certo c'è da incazzarsi a sapere che il provvedimento preso penalizza i pedoni (c.so Peschiera è molto lungo e le strisce pedonali sono molto distanti tra loro) e non limita in alcun modo di automobilisti.
E' chiaro che per le forze dell'ordine, anche se stanno facendo di tutto per identificare il pirata, non sono i violatori delle regole del codice della strada il vero problema dell'ordine pubblico, ma le vittime di tali violazioni.
Come sempre direi.