giovedì 26 gennaio 2012

Il nonsense dei booktrailer

Ultimamente c'è questa moda perversa di fare i trailer dei libri che io trovo sbagliata, un po' stupida e futuribilmente deleteria.

Fare un trailer di un libro è come ammettere che non è figo abbastanza da far sì che basti la trama o degli estratti dei capitoli perché possa essere pubblicizzato.
Di un film fai il trailer. Di un telefilm. Di un cartone. Di un videogioco. Tutti prodotti multimediali che hanno una cosa in comune: lo schermo e un'identità estetica precisa di luoghi e personaggi.

Solo perché da un po' di tempo ora è anche leggibile su supporti e-reader, non significa che il libro è entrato a far parte del club.
Sono ancora solo parole, ferme, immobili (statiche come un sasso" cit.), dove musica, dialoghi e scene sono rielaborate dalla tua immaginazione e non da un team di scenografi, compositori, registi, costumisti, etc.
Che senso ha fare un trailer di un libro? Imporre a migliaia di lettori l'immaginazione altrui rischiando, come la maggior parte dei film tratti dai libri, che il film che si fanno loro nella propria testa sia migliore di quello che gli hai proposto? O che si lascino affascinare da qualcosa che poi si rivelerà profondamente diverso?
Il bello dei libri è che puoi assaporarne anche un'intero capitolo in libreria prima di decidere se comprarlo o meno, capirne lo stile, la trama, intuire dove si potrebbe andare a parare e decidere se è il libro per noi o no.
Se invece vai al cinema e predendi di vedere i primi 20 minuti di un film prima di decidere se vuoi pagare o meno il biglietto, nei migliori dei casi ti ridono in faccia. Ecco perché ci sono i trailer, nei quali si può solo sperare che non ci abbiano messo le uniche scene interessanti di tutto il film.

Harry Potter non ha avuto bisogno di booktrailer e nemmeno la Trilogia Millennium.
Se un libro è un buon libro, si diffonderà da sé. Tutto il resto è solo fumo e nemmeno di quello buono.

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