lunedì 26 settembre 2011

Ciao Sergio

Non me l'aspettavo.
L'avevo visto l'anno scorso a una conferenza alla Holden a cui aveva partecipato anche Tito Faraci. Mi era sembrato ancora giovane, sicuramente non gli davo più di 70 anni. Per questo non me l'aspettavo.
Vagliava ancora tutte le serie a fumetti, discuteva con gli autori, gli piaceva scoprire nuove storie. Era veramente un grande personaggio. Mentre parlava la sua passione per i fumetti era tangibile e contagiosa, per chi già li amava era veramente emozionante. Era bello averlo davanti, sapere che esisteva per davvero.

Il primo bonellide che mi è capitato in mano era ovviamente un Tex. Non abbiamo cominciato tutti così? O con un Tex o un Dylan si inizia, non c'è molta scelta. Poi però si cresce e un giorno in edicola scopri che in realtà il mondo Bonelli è immenso, che ce n'è per tutti i gusti.
E allora ti infogni in Julia, in Dampyr, in Nathan Never. Ti butti sulla novità delle "mini" serie, i romanzi a fumetti. Scopri Enoch e le pubblicazioni annuali di Altrove. Diventi un esperto senza nemmeno accorgertene, cominci a imparare i nomi dei disegnatori e degli sceneggiatori, puoi fare paragone tra gli uni e gli altri, tra le varie annate. Un mondo di infinite possibilità che sembrava non dovesse morire mai.
Poi un lunedì apri Facebook e vedi Makkox che ha pubblicato un disegno di Zagor, leggi i commenti e ti viene la pelle d'oca.

Sergio Bonelli non ha fatto il fumetto italiano, lui era il fumetto italiano. Aveva un gusto meraviglioso per le storie, una passione sfrenata per i fumetti e ci ha educati tutti, ci ha cresciuti tutti. Ha modellato lo stesso mercato sui suoi fumetti: quanti editori possono dire di aver dato il nome a un formato editoriale?
Si dice forse marvenellide o dcnellide?
In Italia solo l'Astorina e la Disney pubblicano in un formato diverso. La Star Comics che ha appena iniziato a pubblicare lo fa in bonellide.

Non lo conoscevo di persona, alla conferenza non sono nemmeno riuscita a trovare il coraggio di stringergli la mano, ma mi mancherà. Mancherà a tutti.

Grazie di tutto Sergio, ciao.

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