venerdì 9 settembre 2011

Barbie Girl era geniale

A quanto pare Barbie Girl è stata votata come canzone più brutta degli anni '90, il che la dice lunga su quanto le persone non capiscano una beata minchia.
Io Barbie Girl l'ho adorata. L'ho imparata a memoria, ho registrato il video da Mtv, ho registrato la canzone dalla radio, me la sono tradotta con il dizionario. La amavo. Ho comprato quel disco degli Acqua solo per lei.
Avevo tredici anni, odiavo i Take That e quello credo sia stato il mio primo guizzo femminista.
Perché?
Mistero della fede! Vediamo un po' il testo và.

I'm a barbie girl, in a barbie world 
Life in plastic, it's fantastic! 
you can brush my hair, undress me everywhere 
Imagination, life is your creation 

Questo non è altro che il grido di battaglia della Mattel, ma esplicato.
La Barbie è una bambola e tu puoi effettivamente fargli un po' quel piffero che ti passa per la testa, tanto è una bambola, non si lamenterà mai.

Sono una Barbie, che vive in un mondo Barbie e la vita nella plastica è fantastica.
Sono una ragazza finta, che vive in un mondo finto e la vita nella finzione è fantastica.
Sottotitoli per chi non ci arriva: chi te lo fa fare di vivere nel mondo reale, brutto, sporco e cattivo? Fai finta di niente e vedrai che bella vita!

Ok, magari l'ultima frase a tredici anni non l'ho proprio formulata così, ma ci ero arrivicchiata.
L'ultimo verso potrebbe essere invece il grido di battaglia di The Sims, Second Life e tutti quei fantastici giochi di ruolo in cui si finge di essere un personaggio digitale e ci si crea la vita dei propri sogni. E dire che manco esistevano allora.

I'm a blond bimbo girl, in a fantasy world 
Dress me up, make it tight, I'm your dolly 
You're my doll, rock'n'roll, feel the glamour in pink, 
kiss me here, touch me there, hanky panky... 
You can touch, you can play, if you say: "I'm always yours"

Questa non è altro che la replica della prima strofa: sono una bambola, puoi farmi quello che vuoi, perché tanto sono una bambola e ti appartengo.

Poi il ribaltone, canta Ken:
"Tu sei la mia bambola, rock'n'roll, segui la moda del rosa, baciami qui, toccami lì, hanky panky (che secondo le traduzioni è: facciamo sesso)".
L'uomo che dice alla donna: tu se la mia bambola dai facciamolo. Dichiarato, così, semplice semplice, in una canzone di un gruppo pop per ragazzini.

E poi lei riprende: Puoi toccare, puoi giocare, se dici: "Sono sempre tuo", e qui si entra nel tragico e perverso gioco delle possessioni, che è poi l'unico motivo per cui esistono le relazioni monogame.
Non è che solo gli uomini hanno desiderio di possesso, è un male diffuso tanto da una parte quanto da un'altra (sottile differenza, gli uomini quando vedono la propria "proprietà privata" prendere il volo di solito reagiscono un tantino violentemente... noi almeno ci limitiamo a rompere i coglioni. Tanto, ma solo quello).

Make me walk, make me talk, do whatever you please 
I can act like a star, I can beg on my knees 
Come jump in, bimbo friend, let us do it again, 
hit the town, fool around, let's go party 
You can touch, you can play, if you say: "I'm always yours" 
You can touch, you can play, if you say: "I'm always yours" 

E questa è la continuazione della lezione n° 1 di: Come una donna dovrebbe essere secondo l'immaginario maschilista.
"Fammi qualsiasi cosa per favore"
"Posso implorare sulle mie ginocchia" (che poi non era vero, mica si piegavano le ginocchia alla Barbie!)

La più classica fantasia e desiderio maschile lì, spiattellati tramite la parodia di un giocattolo per bambine.
D'altronde la canzone non nasconde affatto che l'unico desiderio di Ken è farsi Barbie, mentre lei continua a gingillarsi con l'idea di amore (eccerto, è cresciuta come una stupida Barbie!). Che la Mattel si sia incazzata per questo poi è abbastanza ipocrita, credo non ci sia stata nessuna di noi che al sorgere delle prime pulsioni ormonali, non abbia spogliato Barbie e Ken facendoli copulare (che poi, vogliamo parlare del fatto che lei era anatomicamente giusta e lui... castrato?) e penso che loro l'abbiamo sempre sapito.

Il continuo ritornello:
Come on Barbie, let's go party! 
(Ah-ah-ah-yeah) 

e la fine del video non è altro che il corollario al tutto.

Il mondo stava cominciando a riempirsi di ragazzini che dalla vita volevano solo fare festa, avere fidanzati bellissimi e passare la vita nella frivolezza, ovvero gli anni '50 pari pari. Che regresso allucinante, ed era solo il '97.

Barbie Girl all'epoca non è stata molto capita e tutti si divisero tra: ma che stupida! ma che carina, come si balla bene!
Anch'io devo ammettere che buona parte del mio amore arrivò grazie alla Mattel, che gli fece causa. Anche se poi la fecero passare come una semplice parodia, questa è e resta una delle critiche migliori fatta del vero significato della Barbie e della società patriarcale in genere.

La Barbie è esattamente così: finta, frivola, stupida e insegna alle bambine un modello di femminilità deleterio e sbagliato (mentre Big Jim dall'altra parte si impegnava a insegnare ai bambini come essere un vero macho).
Che l'abbiano dovuta scrivere un gruppetto pop che viene preso in giro ancora adesso, la dice lunga su quanto i tempi siano pronti per ammettere che metà della popolazione mondiale viene educata dai giocattoli a un modello di vita repressivo.

E comunque il video è geniale.
W Barbie Girl!

(Testo della canzone preso qui)


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