mercoledì 6 giugno 2012

The Kill List of USA

Quanti paesi hanno una "Kill list"?
Probabilmente tutti, o quasi o molti. In ogni caso sono sicura che non siano solo gli Stati Uniti. Loro però la sbandierano un sacco.
Se fossi il presidente di uno Stato e avessi una Kill List, forse avrei il buon senso di tenerla segreta, soprattutto se mi sto facendo portabandiera della democrazia globale (ma chi l'ha deciso poi? Ci sono state libere elezioni? A suffragio univerale o solo tra i politici?).
Seriamente, non c'è niente di più antidemocratico del decidere arbitrariamente di uccidere cittadini stranieri su suolo estero (ma anche i propri).
Non mi interessano le scuse del tipo "ci stiamo solo difendendo" o "è per la pace nel mondo", perché è ipocrisia. La morte di una persona non ha mai portato pace, solo altra morte (e un mucchio di gente incazzata ben decisa a perpetrarla oltre). Inoltre noi qui la ditttura l'abbiamo avuta sappiamo bene la differenza tra i due stili di governo: uno non uccide, l'altro sì.
L'altro, voglio far notare, è anche un paese che ammette ancora la pena di morte, alla pari di molte dittature sparse per il globo.
Se poi cominciamo a pensare a questo sbandierare orgoglioso "finalmente l'abbiamo ucciso", come se veramente tutta la nazione fosse lì con il fiato sospeso ad aspettare che qualcuno in un punto imprecisato del medioriente (parte del mondo che più della metà dei cittadini americani non saprebbe nemmeno indicare sulla cartina) tiri le cuoia per mano nostra, continuando questa politica dell'odio e della difesa a ogni costo, è terribile, oscena e spregevole.
Questi tizi governano la nostra economia e detengono il potere delle armi nucleri e del petrolio.
Sinceramente mi fanno molta più paura loro di tutti i dannati terroristi islamici, fascisti e nazisti. Almeno quelli sono solo persone, non una dannata nazione intera che siede alle Nazioni Unite e si sente autorizzata a impicciarsi negli affari di chiunque solo perché le conviene o le va.

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