lunedì 4 giugno 2012

Acqua

Sabato sera ho visto all'Imbarchino un documentario che si intitola "La sete nel mondo" di Yann Arthus-Bertrand.
Dopo aver dissertato su quanta acqua potabile effettivamente esiste (meno dell'1% sull'intero pianeta) e quanta ne sprechiamo sempre di più man mano che il nostro progresso tecnologico avanza, è andato avanti illustrando tutti quelle popolazioni che all'acqua potabile non hanno accesso, o l'hanno persa o non l'hanno nemmeno mai bevuta (provate un attimo a immaginarvi cosa vuol dire non sapere che sapore ha l'acqua potabile).
Un discorso abbastanza apocalittico in cui si capisce che tra un centinaio d'anni chi abita in zone ricche d'acqua come le Alpi, saranno gli unici che non rischieranno di vedere la siccità (io non lo sapevo ma nel 2008 a Barcellona dovettero far arrivare l'acqua con le navi cisterne. Sapete cosa significa essere in 5 milioni e non poter bene o lavarsi?).
E poi ha detto una cosa che mi è rimasta impressa qui, proprio nella retina: l'acqua che stiamo utilizzando noi ora, è la stessa di quella che dissetava i dinosauri. Siamo un circolo chiuso, al di fuori del nostro strato di ozono non esistono interscambi di materia di nessun tipo, quindi l'acqua è sempre la stessa da migliaia di anni, che si ricicla e trasforma. In pratica, ogni volta che beviamo un bicchiere d'acqua stiamo facend un viaggio nel tempo.
E l'altra cosa che mi è rimasta impressa è che la percentuale di acqua potabile nel mondo non cambia mai, è sempre la stessa ogni anno (che equivale in realtà al bacino di un lago in Russia). Il nostro stile di vita però richiede che ne venga usata sempre di più, soprattutto per l'industria (11.000 litri per produrre un paio di jeans, 15.000 per un kg di carne...) e la nostra propensione a sprecarla non aiuta le cose.
Quindi magari la prossima volta che vi lavate i denti e lasciate il rubinetto aperto, pensate per un attimo a tutte quelle persone a cui quel bicchiere d'acqua avrebbe fatto la differenza tra la vita e la morte e magari chiudetelo.
Così, per rispetto.
Avremo anche l'acqua pubblica ancora noi, ma non mi pare il caso di sprecarla.

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