lunedì 28 maggio 2012

Ci sono soldi? Allora qualcuno, è sicuramente corrotto

Ovunque girano soldi, gira la corruzione.
E' un dato di fatto. Un assioma. Una legge che regola l'universo quasi.
Era anche uno dei motivi per cui la Chiesa non permetteva ai cattolici di gestire ingenti somme di denaro (occupandosene essa stessa - e qui un paio di domande me le farei - e lasciando per molti anni il potere economico in mano a quelle stesse persone che poi detestava, gli ebrei insomma).

Ora provate a pensarci: dov'è che girano molti soldi?
Ovunque, esatto.
Quindi non fatevi illusioni, non esiste niente, ma proprio niente, che sia immune alla corruzione, che sia uno sport, organizzazione giovanile, senza scopro di lucro, azienda, forze dell'ordine, etc.

Questo ennesimo scandalo sul calcio, va preso come un "ah, è già quel periodo dell'anno?".
L'uomo è nato con il desiderio di potere. Fin dal momento in cui quell'ometto peloso e ricurvo si è accorto che amava essere quello a cui veniva fatto scegliere il pezzo di carne migliore del mammut solo perché era in grado di creare il fuoco o costruire lance più resistenti. Attenzione però, non è nel nostro codice genetico, è solo la nostra cultura, il modo in cui siamo cresciuti e ci hanno insegnato a desiderare (o meglio, cosa desiderare) a fare di noi delle belve assetate di soldi e potere, invece che comuni cristiani che vogliono solo perseguire i propri sogni (e non partite subito con il sogno della velina o del calciatore, c'è chi sogna semplicemente di volersi fare una famiglia o scalare l'Everest senza troppa pubblicità. Anche tra gli ometti pelosi c'era quello che la lancia la costruiva solo per ottenere quello che gli serviva e non per avere più potere sugli altri).

Impariamo ad insegnare ai nostri figli che è meglio desiderare di vivere felici che essere felici perché si possiede qualcosa o qualcosa di più di qualcuno. Magari scandali e corruzione scemeranno un po' e chi ama lo sport potrà finalmente goderselo senza paura che, prima o poi, uno dei suoi idoli finisca giustamente nelle macine della giustizia.

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