giovedì 17 maggio 2012

Quando ce lo deve venire a dire Ikea

Ed eccola qua, l'iniziativa di Ikea che in barba alle istituzioni italiane, dichiara che per lei le coppie, che siano sposate, di fatto o omosessuali, godranno degli stessi diritti aziendali.
Questo significa permessi lavorativi per emergenze famigliari, copertura sanitaria estesa al partner, sconti dipendenti estesi al partner, etc.
Mi è piaciuto che tutto ciò sia stato fatto su spinta dei dipendenti: pare infatti che l'82% dei lavoratori di Bologna abbia dichiarato che secondo loro l'azienda doveva andare verso l'uguaglianza dei diritti.
Solo il 12% era imbarazzato dal dover lavorare con un omosessuale dichiarato.

Questo mi porta a farmi una domanda semplice semplice: non è che al momento siamo tutti così fermi sulle questioni GLBT proprio a causa di quel 12%? Lo stato non si muove perché tutti quelli che stanno al governo fanno parte di quel 12%?
Seriously?

Perdonate, ma io ricordavo che democrazia significa fare il volere della maggioranza, non delle minoranze. Se quella percentuale fosse veritiera anche solo alla lontana per tutta Italia ci ritroveremmo clamorosamente in uno Stato dove l'unità di misura per calcolare la distanza tra le istituzioni e la società attuale andrebbe calcolata in parsec.

(Comunque, leggendo il penultimo paragrafo dell'articolo, faccio i miei complimenti al genere maschile per essersi confermato il grosso ostacolo alla parità dei diritti di genere e sessualità).

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