mercoledì 23 maggio 2012

Joplin vs Aquila: come continuare a dimostrare di essere cretini

Potrò dire un sacco di cose sugli Stati Uniti, ma non che non abbiano la forza di ricostruirsi. Ancora e ancora e ancora.
Esattamente come i Giapponesi con lo tsunami, non sono rimasti fermi bloccati da appalti, politica e burocrazia, ma hanno ricostruito. 4000 case in un anno. I cittadini si sono attivati, le assicurazioni hanno pagato senza fare storie, lo Stato ha aperto i cordoni delle borse e ha dato il via libera alle ricostruzioni.
Certo, è più facile farlo quando le case invece di costruirle con mattoni e cemento le fai in legno, ma chi è che costruisce la casetta del terzo porcellino in un territorio dove rischi regolarmente di fare la fine di Doroty? Se devi ricostruire casa tua ogni tot anni tanto vale farlo a basso costo.

Comunque, non era questo il punto.
Il punto era che a 3 anni dal terremoto gli acquilani sono ancora lì che non possono ricostruire, mentre negli Stati Uniti a Joplin oggi ricordavano il tornado che un anno fa ha raso al suolo la loro città, in cui le ricostruzioni sono lì lì per essere ultimate.
In Giappone una settimana dopo il terremoto le strade erano riagibili, all'Aquila la gente vive ancora nei compressi provvisori (e se provano a protestare li menano pure) o non ci vive proprio.
Io questo paese non so proprio come faccia la forza di alzarsi al mattino senza provare una profonda vergogna e disgusto per se stesso. Secondo me se Garibaldi avesse capito a cosa stavamo andando incontro si sarebbe guardato in faccia con il resto dei Mille e si sarebbero detti "Ma chi ce lo fa fare?" e si sarebbero infilati in una taverna a bere.
Noi viviamo in un paese che, nei giorni in cui si sarebbe dovuto immediatamente ricominciare a ricostruire una città distrutta dagli eventi naturali e dalla fenomenale propensione dell'italiano medio a credere che le norme di sicurezza per edifici siano solo un modo per spillargli più quattrini, si è perso in sfilate politiche, grandi dichiarazioni televisive, tanti sorrisi e pacche sulle spalle, transenne e cordoni militari.

Forse è il caso di smetterla di pensarla da latini e cominciare a introdurre qualcosa di meglio dai paesi anglofoni dei telefilm, le mode e la privatizzazione di qualsiasi cosa sia un diritto fondamentale dell'uomo. Cominciamo dal prendere come esempio il modo di reagire alle catastrofi, vedete che l'immagine allo specchio comincerà a sembrare meno disgustosa.

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