lunedì 14 giugno 2010

Mondiali de che?

E ricomincia sta follia dei mondiali di calcio.
La prima parola che mi era venuta in mente in realtà era "rottura", seguita a ruota da "cazzata", "cagata", "cheppalle".

Che poi ci provai pure io a entusiasmarmi per il mondiale quattro anni fa. Ero all'università, quindi il compito fu molto facile, non serve mica un genio per cominciare un po' a capirne di calcio o lasciarsi prendere dall'euforia per la vittoria di undici scemi in calzoncini.
Alt!
Vorrei sottolineare quello che ho appena scritto: "la vittoria di undici scemi in calzoncini".
La loro, non la nostra.
Lì noi non c'eravamo, non abbiamo giocato, corso, calciato palloni, fatto e preso falli, niet, nada, nothing, niente di tutto questo.
Loro vincono, i loro manager vincono, gli scommettitori vincono, noi poveri scemi che siamo rimasti appiccicati allo schermo abbiamo vinto un po' di euforia per roba non nostra. Anzi volendo ci abbiamo perso pure dei soldi.

Quindi a che pro?
La pace nel mondo?
Ma se andarsene a zonzo per l'Europa durante i mondiali si rischia il linciaggio.
Far girare l'economia?
Come, non prendono abbastanza?
Sfoggiare talenti nostrani?
Sbaglio o la metà delle nostre squadre di calcio sono straniere? Alla faccia della Lega poi.

Che poi porca miseria se ne imbroccano anche solo una di partita mi tocca pure sorbirmi tutto il casino sotto la finestra.
Guardate ragazzi, perdete al primo giro, così smetto finalmente di sentir parlare dei mondiali, che è due mesi che avete rotto.

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