lunedì 22 agosto 2011

E adesso tocca a...

Mi fanno ridere quelli che ogni volta che cade un dittatore, in questo caso Gheddafi, si mettono a dire che ora tocca a Berlusconi. Fanno ridere, e anche un po' incazzare, perché nessuno di loro rischierebbe il loro prezioso culo per mandarlo a casa.
I Libici sono morti ogni giorno per conquistare Tripoli e il resto del paese, per cingere sempre più d'assedio il bunker del loro dittatore. Ci sono figli e figlie che non torneranno mai più a casa, famiglie distrutte, bambini traumatizzati, uomini e donne torturati, tutto per la loro libertà.
Tutti quei lazzi, quelle risate, su "E adesso tocca a te" deridendo un uomo perché un esponente politico con cui era in buoni rapporti dovrà cedere lo scranno al popolo che lo reclama, fanno abbastanza pena.
Mi chiedo cosa credano che sia la Libia, ma soprattutto mi chiedo cosa credono che sia la rivoluzione e chi la deve fare.
Qualcuno gli spieghi che i libici, gli egiziani, i ribelli veri, se ne staranno a casuccia loro a rimettere a posto i disastri degli ultimi mesi e decenni. Nessuno si prenderà mai la briga di iniziare una ribellione per noi.
Volete mandarlo a casa? Ma davvero? Allora mano ai bastoni, fazzoletti sulla bocca e pronti a prenderle e darle. No perché cliccare "condividi" su Facebook non è proprio come lanciare una pietra contro una barriera di militari. Sappiatelo.

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