martedì 5 luglio 2011

I love Web

Ho appena scritto una mail a tutti questi signori qua.
Non ho usato esclusivamente la formuletta prefabbricata, non potevo, non stavolta, non la volta in cui sapevo esattamente cosa dire.
Non ho scritto di diritti e rispetto della Costituzione, non ho scritto della libertà della fruizione dei contenuti, ho scritto una lettera d'amore per il Web 2.0.

Io l'ho scoperto 6 anni fa, più o meno come tutti voi.
Il giorno che è stato aperto Youtube.
Il giorno in cui sono nati Wordpress e Joomla.
Il giorno in cui abbiamo scoperto i blog.
Il giorno in cui Twitter e Facebook hanno cambiato le nostre vite per sempre.

6 anni.
Non vi sembrano incredibilmente pochi?
Non li sentite così lontani?

Io oggi riesco veramente a far fatica a passare il tempo come lo facevo una volta. Non riesco a passare un'intera serata davanti alla televisione passiva (non ce l'ho nemmeno). Non riesco a non pensare a quanto sia bello, fantastico e favoloso, che chiunque, qualsiasi persona, possa mandare online le sue emozioni, i suoi pensieri, la sua creatività.

Il mio primo contributo di creatività è stata una fan fiction. All'epoca io frequentavo questo sito qua e quando avevo 17 anni aveva appena aperto la sezione fan-fiction.
Il mio secondo contributo di idee è stato un blog personale, ed era una lagna pazzesca, ma mi piaceva tenerlo e qualcuno lo leggeva pure.
Poi ci sono state altre fan-fiction, più o meno abbandonate a se stesse, quando gli allora (pochi) siti esistenti creati grazie al Web 1.5 (ma con tanta fatica e con competenze un po' specialistiche) si facevano largo.
Poi il mondo è impazzito e noi tutti con lui e i contributi si sprecano.
Oggi la rete è piena di qualsiasi cosa, seria e non, e allo stesso tempo è vuota perché la rete è un magnifico contenitore infinito e deve rimanere tale.

Non la leggeranno, i loro server di posta saranno intasatissimi, ma in ogni caso dovevo farlo, così come dovevo (per forza) ospitare la diretta dal Fatto (e vabeh, cosa non si fa per amore).
Chissà che succederà domani. Speriamo che anche loro amino la rete almeno la metà di quel che l'amiamo noi.

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