martedì 4 ottobre 2011

Ancora Vasco

Scusate, torno su Vasco perché è una cosa a cui tengo. Non Vasco, ma la rete.
I legali di Vasco e la portavoce si sono difesi dicendo che un conto è la satira un altro la diffamazione.
Il problema naturalmente è sorto nel momento in cui gli admin hanno deciso di scioperare perché nonostante la loro disponibilità a collaborare già un anno fa, si sono ritrovati tutti convocati dalla polizia postale e la querela non era stata ritirata.
In effetti c'era da incazzarsi.
Lo sciopero era per informare nella maniera più veloce (e certo, anche eclatante) possibile, i propri utenti di quel che stava succedendo. Ha funzionato così bene che Wikipedia oggi li ha imitati.
Ora, io non ho le statistiche del sito, ma sono sicura che non fossero così ingenti da giustificare un simile dispiegamento di forze da parte dei portavoce di Vasco Rossi. Se si fossero fatti un bel giro nel sito, avrebbero trovato decine di pagine di suoi colleghi conciate anche peggio. Sono ragazzini, ragazzini a cui piace dissacrare tutto e tutti e non si limitavano a satireggiare su fatti realmente avvenuti ma ci aggiungevano della fantasia (crudele, ok, ma il primo giornalista che tra le sue fonti avrebbe citato Nonciclopedia sarebbe stato radiato dall'albo per idiozia).
Il tutto è stato un boomerang, in più sensi.
La pagina di Vasco è stata sommersa di insulti (siamo partiti bene con critiche costruttive, poi tutti gli utenti di Nonciclopedia si devono essere svegliati ed è partito il linciaggio. Su questo, chiariamoci, non sono d'accordo nemmeno io). I legali e la portavoce, dopo ore di silenzio (e qui, ce ne sarebbe da dire), hanno finalmente parlato. Male. Loro e la comunicazione su web sono due mondi a parte ed è chiaro che è ora che assumano un ufficio stampa che sappia come fare quel tipo di lavoro. La pagina ha chiuso i commenti liberi (riaperti poco dopo perché a quanto pare il consulente di social marketing deve essersi svegliato anche lui e gli ha dato una bella alzata. O almeno lo spero). E poi, puntali come il Natale, i ben pensanti si sono scatenati dicendo cose trite e ritrite come: "Ma non avete proprio altro a cui pensare? Lo sapete che c'è la crisi? E gente che crepa sotto le macerie? E assassini rimessi in libertà?". Certo, e lo sappiamo. Credetemi un giorno in più o in meno non ha fatto nessuna differenza per queste notizie. La faceva invece per questa, perché l'azione era lì e ora, non domani o dopo. Lì e ora.
Comunque nessuno può dire che non è servito visto che ora finalmente il dialogo tra il legale di Vasco e gli admin di Nonciclopedia si è riaperto e in maniera positiva (loro non hanno mai smentito la versione dei nonciclopediani, perciò temo che il muro di silenzio fosse più che vero. Che vergogna).
Un'ultima cosa mi viene da dire a buonisti del "Ma occupatevi di cose più serie": era seria. Magari pensate di no, magari avete ragione, ma in quel momento contava. Ha contato. Tantissimo. Abbiamo rimesso a posto l'idolo intoccabile di Italia in poche ore, vi pare un risultato da poco?
Ha detto anche una cosa importante: attaccateci e ci difenderemo. Voi  non vi rendete conto che se siamo fondamentalmente incapaci di ritrovarci tutti e quanti in piazza per manifestare il nostro dissenso, siamo invece infallibili in rete. Invece di lagnarvi perché secondo voi sprechiamo tempo, imparare a sfruttare questi meccanismi non sarebbe più utile?
Capire come coinvolgere tutta quella massa di tensione, rabbia e reazione e spingerla contro un obiettivo reale e importante, non sarebbe una tattica vincente?
Perché i tempi sono cambiati, noi siamo cambiati, le armi sono cambiate.
Se la rete non fosse così potente com'è non tenterebbero di imbavagliarla.
Pensateci.

Nessun commento:

Posta un commento