martedì 18 ottobre 2011

La partita di calcetto

Due settimane fa è accaduto finalmente: lo scontro maschi/femmine aziendale!
E tutto per un'innocua partita di calcetto.

Il malaugurato organizzatore ha mandato una mail alla lista interna (cioè a tutti, dipendenti, capi, topi e scarafaggi) la proposta di organizzare una partita di calcetto settimana prossima. Che c'è di  male? Anzi, che bello! Era parecchio che nessuno organizzava una serata generale.
Com'è, come non è, io gioco, io guardo, io vengo a cena.
Finalmente arriva: ehi, ma non è che possono giocare anche le donne?
Domanda legittima, che di solito giocano solo i maschietti ma mica lo dicono prima, si organizzano e poi dicono: "venite a vederci???".
La risposta non era proprio un sì pieno, ma autorizzava e quindi siamo in tre a dire di sì.
Solo che al riepilogo dei giocatori noi manchiamo. Oh! E noi??
Com'è, come non è, ma siete sicure, ma davvero volete, ok giocate.
E finalmente arriva! La mail della vittima sacrificale di turno un po' scherzosa, ma nemmeno troppo in realtà, che per farla breve spiegava che in campo loro volevano menarsi, mica stare attenti a come si muovevano perché c'erano le fragili fanciulle di mezzo che se gli fai male poi son cazzi.
Fischi, urli e insulti a vuoto, che il furbo ha pigiato "invia" ed si è smaterializzato nello stesso istante.
'affanculo, la prossima volta organizzatevi tra di voi e a noi ci invitate dopo, no?
Risposta mia, ma senza il vaffanculo che la convivenza aziendale è una cosa che va coltivata con cura e non vale la pena di rovinarla per una partita di calcetto (il fatto che il solo guardarlo mi provoca una crisi ormonale non centra, giuro).
Il giorno dopo l'organizzatore ci mette mezz'ora a convincermi a giocare e ci riesce facendo leva sul senso di colpa di abbandonare le altre due al loro destino.
E vuabbò, ok (anche perché se non giochiamo non giocano manco loro, tanti sono i maschi che vogliono menarsi).

Oggi comunicazione: campo prenotato, si gioca!
Alèèèè!
La vittima sacrificale punzecchia un po'. Un lady ci dà pacco (per Checco Zalone poi, vergogna!). Riepilogo dei partecipanti (due recuperati tra le ex-file addirittura). Mazzata finale: uno dei tre boss vuole giocare.
Argh!
Vuoi mica dirgli di no?
L'organizzatore giubila. Che può fare povero? La prossima volta si farà i cazzi suoi (e addio pure alle serate tutti assieme...).

Ora, non ci sarebbe veramente bisogno di spiegare le implicazioni di una presenza autoritaria a una serata goliardica tra colleghi: lingue ben silenziate, nessuna battuta cretina su/paragoni con clienti, zittire tutte le polemiche. Cazzo, che noia.
Ma la beffa, è che quella partita come una "cosa maschia" a quanto pare non era proprio destino che lo fosse.
Voglio proprio vederli io, i grandi maschioni, ad aver voglia di menare colpi bassi con un capo in campo, e mica uno qualsiasi, ma quello che fa i conti degli stipendi.

Insomma, sono indecisa. Sfotto o non sfotto?
Sarei per il no: il capo in campo mi mette relativamente al riparo da una mazzata pazzesca con relativo "te l'avevo detto che non eri in grado di giocare" (sì perché io me la son sentita pure dal vivo la cosa dell'inferiorità fisica femminile), ma la serata la rovina anche a me.

Insomma, la morale della favola è sempre la stessa: se vuoi organizzare una partita di calcetto, fallo tra le mail private e non in lista interna!
Speriamo che almeno alla cena post-partita non venga.

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