mercoledì 5 ottobre 2011

Le schiave moderne

Gramellini lo dice proprio bene.
Lunedì la notizia mi era arrivata (sì, Vasco non ha occupato tutti i miei pensieri) e leggendola non si capiva bene cosa fosse successo. In ogni caso di primo acchito sembrava che non fosse tanto colpa dei proprietari, quanto degli addetti ai controlli (a sentire i testimoni almeno).
Devo ammettere che parlando di "maglificio" e "palazzina" mi aspettavo un edificio industriale, poi però vedendo le foto le dimensioni non mi tornavano proprio: quello era un piccolo condominio circondato da altri piccoli condomini, non era un edificio industriale. Dove diavolo era il maglificio?
La conferma dei morti, tra cui la ragazzina figlia dei proprietari che li ha messi al riparo sul momento da ogni critica. Poi gli articoli di oggi.
Mi dispiace che sia stata la figlia a pagare, ma come dice Gramellini, quella era una succursale degli schiavizzatoi cinesi e i proprietari erano degli schiavisti.
Quello era un edificio pericolante e le operaie lavoravano in un seminterrato senza uscite di sicurezza. Senza nessuna sicurezza. La ragazzina e le quattro donne sono morte per l'inadempienza e disonestà dei genitori, tutte vittime innocenti di questo menefreghismo dei diritti umani e civili che la crisi sta giustificando.
Per non parlare poi dell'ignoranza, del non voler capire che se vengono fatte delle leggi e delle regole per sicurezza dei lavoratori non è per spillare più soldi ai proprietari, ma per impedire che quattro giovani donne, madri di figli piccoli, crepino sotto le macerie di un palazzo pericolante.
Nella loro ignoranza e arroganza hanno ucciso anche la figlia e gli toccherà pagare anche per questo. O almeno lo spero.

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