giovedì 19 aprile 2012

L'amorevole metodo educativo

"Se ti allontani ancora ti ammazzo!"
Questa è stata l'ultima frase che ho sentito di una madre alla figlioletta di 4-5 anni dopo aver appena attraversato la strada. La minaccia precedente era "Ti stacco la testa".

Io non so quanti di voi siano mai stati minacciati di morte per un piccolo sgarro (aver staccato la madre durante l'attraversamento), ma sono sicura che non siano cose che aiutino un sano sviluppo psicologico del bambino.
Perché da piccoli il ricatto psicologico instaurato in automatico tra genitori-figli è "mamma e papà potrebbero non volermi più bene" (da cui al regola pedagogica di assicurarsi sempre che i figli siano consapevoli del nostro affetto anche durante le punizioni) non "mamma e papà potrebbero uccidermi".

E allargando il campo, questa sembra un po' l'anticamera della confusione tra amore e violenza che ad oggi ha già fatto 51 vittime (donne) dall'inizio dell'anno. Non so quanto ci vado lontana ipotizzando regolari violenze verbali in quella famiglia.

Sinceramente ho un po' paura di immaginare quante altre minacce quella bambina riceverà crescendo. Per i voti a scuola. Per le uscite la sera. Per i ragazzi.
Sono abbastanza sicura che prima o poi l'idea di levarsi dai coglioni il prima possibile le si affaccerà nella mente. Se poi è furba, la metterà davvero in pratica, magari per sempre, che chi ha voglia di accudire dei genitori che l'hanno allevata a terrorismo?

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